Per un settore come il beauty, il mondo virtuale e tutto l’universo che ruota attorno ai cosiddetti Nft sembra un approdo quasi naturale. D’altro canto la bellezza intesa come industria ha sempre avuto una forte vocazione hi-tech, non solo se si guardano gli assetti produttivi e le infinite possibilità di personalizzazione di prodotti e trattamenti attraverso strumenti tecnologici di ultima generazione, ma anche se si considera la comunicazione. Non è un caso, quindi, che l’eredità del post pandemia – che sarebbe meglio definire post lockdown – ovvero la tendenza a trascorrere il tempo libero nel mondo dei videogiochi, abbia attirato anche i colossi della cosmetica.
I numeri, d’altra parte, raccontano di un fenomeno che non è più di nicchia. Se un tempo i fanatici dei videogame erano idealmente raffigurati con maxi-felpe, occhiali e una naturale idiosincrasia verso il trucco e il beauty in generale, ora l’immagine è quasi capovolta. Sono i dati a dirlo. Secondo un’analisi Nielsen, nel 2021 gli utenti sono cresciuti del 15% rispetto al 2020. I videogiochi fanno parte della vita quotidiana, i giocatori sono tra di noi e siamo noi. Ecco, quindi, il nuovo ‘terreno di gioco’ per i gruppi del beauty. Il virtuale è una carta fondamentale da giocare per poter ampliare la propria community. Uno tra i videogiochi più amati dai brand di cosmetica è Animal Crossing: New Horizons della Nintendo. L’ultimo marchio a collaborare con il gioco di simulazione è stato Gucci, pioniere del virtuale con il lancio nel 2019 di Gucci Arcade (la sezione dell’app Gucci ispirata ai videogiochi retrò). La maison della doppia G non è ovviamente la prima né l’unica. Prima di lei ci sono stati il marchio di trucco giapponese Tatcha, e poi Givenchy. E ancora L’Oréal che sta procedendo ad inserire molti dei suoi brand nella categoria dei token non fungibili, gli Nft, e a proporli nei metaversi, mentre Rihanna ha presentato domanda di trademark per la vendita di cosmetici virtuali per portare il marchio Fenty Beauty nel metaverso.
La strada della bellezza sembra quindi indirizzata al consolidamento del virtuale. E, se ben strutturata, la strategia potrebbe contribuire ad indirizzare le aziende del beauty verso il pieno recupero del settore dopo il crollo pandemico, attraverso investimenti in realtà non tangibili e dal non immediato ritorno in termini economici come il mondo virtuale. Perché, ben lontano dall’essere considerata una strategia accessoria di secondo piano, il virtuale rappresenta invece una delle più grandi opportunità di successo non solo nei confronti della generazione Z, ma di tutti i consumatori.