Il biennio 2020-2022 (salvo prolungamenti, ancora non prevedibili) rimarrà nella memoria per la pandemia e ora anche per la guerra tra Russia e Ucraina. Ma verrà ricordato anche come l’inizio di un mondo diverso, che ha spinto a guardare avanti più velocemente per tracciare nuove rotte. Perfino per la cura della pelle. Secondo le stime dell’ultima Indagine congiunturale di Cosmetica Italia, l’associazione che rappresenta produttori e imprese del comparto beauty, il mercato della cosmetica in farmacia chiude il 2021 con una crescita dei fatturati attorno al 2% e promette di confermare lo stesso tasso di incremento anche nel primo semestre del 2022. La farmacia, secondo l’Indagine, dovrebbe aver chiuso il 2021 con un fatturato che si aggira attorno a 1,846 miliardi di euro, una cifra che la piazza al terzo posto, appena sotto la profumeria (1.880 milioni, +22,6% nell’ultimo anno), e la Gdo che si classifica al primo posto nei canali per quote di mercato. Il bicchiere però non è soltanto mezzo pieno: anche se l’emergenza pandemica ha pesato sulla farmacia meno di altri canali che nel primo lockdown hanno dovuto patire chiusure prolungate, la crisi sanitaria continua a far sentire i suoi effetti. “La minaccia più evidente – avverte Cosmetica Italia – è rappresentata dalle visite nei punti vendita ancora condizionate all’insicurezza, nonostante la fedeltà nel canale sia intatta anche se la stessa crisi potrebbe accelerare il processo di ripensamento e riposizionamento strategico dei farmacisti nei confronti del cosmetico”. In ogni caso, osserva l’Indagine, si confermano i recuperi di sell-out già osservati sin qui e si attendono “importanti dinamiche dalle nuove catene fisiche e virtuali, oltre a probabili cambiamenti derivanti dalle aggregazioni tra farmacie”. Resta il fatto che la crescita di due punti percentuali con cui la cosmetica in farmacia chiude il 2021 resta lontana dalle previsioni formulate quest’autunno, che stimavano per il canale un incremento annuo del 4 per cento.
“Rispetto ad un anno fa – racconta il CEO di Rougj Antonio Pirillo – in farmacia abbiamo visto un netto recupero dello skincare, stabile per la categoria haircare, mentre per make-up e solari il recupero è stato modestissimo. Purtroppo si è ridimensionato molto l’acquisto d’impulso e la richiesta del consumatore si orienta su marchi noti ed affermati un po’ di tutte le categorie e lo spazio di consiglio del farmacista è quasi totalmente assorbito da prodotti Covid”. In particolare da ottobre 2021 ad oggi le file per tamponi hanno stravolto la realtà storica, anche se in questo scenario “lo skincare è comunque in crescita – prosegue Pirillo – e siamo fiduciosi che la normalizzazione dell’emergenza Covid ed il forte ridimensionamento del fatturato generato dai prodotti come i tamponi, orienteranno le farmacie più attente a ridare spazio e tempo ai prodotti di bellezza così come pure il definitivo abbandono delle mascherine creerà nuove e maggiori opportunità per questa categoria”.
Oggi però il canale farmacia è cambiato e anche se la situazione pandemica sarà sempre meno evidente bisogna tenere conto le nuove richieste del consumatore. “Ovviamente – sottolinea l’AD di Istituto Ganassini Giuseppe Ganassini – c’è stato il picco dei detergenti, salviette, gel idroalcolici e un calo nel 2020 della dermocosmetica classica. Il 2021 ha però visto tornare a valori pre crisi buona parte dei reparti, con picchi elevatissimi nel mercato acne e di disordini cutanei. In generale il prendersi cura di sè dopo due anni così complicati sta portando sempre più consumatori alla ricerca di prodotti di qualità. Il make-up è ancora in difficoltà e temo che fino a quando la vita sociale non riprenderà pienamente sarà difficile da sostenere”.
Secondo Andrea Magnaguagno general manager di Laboratoire Native Italia, polo cosmetico internazionale che riunisce i brand Lierac, Phyto, Roger & Gallet e Jowaé, distribuiti in farmacia e parafarmacia, rispetto ad un anno fa poco è cambiato, ma molto sta cambiando. “Il 2021 – sostiene Magnaguagno – si è concluso con il mercato anti- imperfezioni in grande crescita per via dell’utilizzo costante delle mascherine e con un exploit della vendita delle creme mani. A differenza del 2020 il mercato solari, ovviamente grazie a una estate più libera, è cresciuto quasi del 17%”.
Inclusività, sostenibilità e minimalismo restano le tre parole chiave per riassumere le richieste dei consumatori oggi. Il beauty è giustamente sempre più fluido e multietnico, con una tipologia di comunicazione che deve coinvolgere diverse culture ed estetiche; il messaggio deve evolversi puntando alla valorizzazione di cosa ci rende unici. La sostenibilità è sempre più legata a scelte di consumo consapevoli, che investono ogni ambito della nostra vita. “I consumatori – riflette Manuela Guglielmo, responsabile marketing di Labo International – sono più preparati, amano riflettere sulle scelte da fare e sulle alternative disponibili. Notiamo una marcata predilezione per prodotti a base scientifica, tecnologici, frutto di ricerche serie e approfondite. Chiedono sempre più preparati efficaci, alternative non invasive a trattamenti di medicina estetica, ma supportati da test di efficacia che ne provino la reale capacità di azione”.
L’approfondimento completo sarà pubblicato sul numero 2 di Pambianco Beauty Magazine di Aprile/Maggio 2022.