Anche nel settore del beauty è possibile fare innovazione che sia disruptive. E, nello scenario attuale, ci sono i presupposti perché questa innovazione venga lautamente premiata dal mercato.
L’esempio più chiaro è quello del marchio americano Olaplex. La società è stata fondata in California nel 2014. Ebbene, appena 7 anni più tardi, a fine 2021, è stata quotata raggiungendo una valutazione di mercato di 15 miliardi di dollari. Sembra un exploit in stile silicon valley, ma l’ambito di attività è da old economy, in particolare quello della cura dei capelli. In un lasso di tempo estremamente limitato Olaplex è divenuto, di fatto, sinonimo di hair care con una tale forza e awareness di brand da imporre al mercato non solo un prodotto, ma una sorta di protocollo, una routine programmata, dalla protezione a diverse tipologie di riparazione. Cosa che si traduce nella moltiplicazione dei prodotti e dei clienti fidelizzati.
Alla base di questa storia imprenditoriale c’è, appunto, l’innovazione, che prende il nome di un ingrediente, il bis-aminopropyl diglycol dimaleate, brevettato dai fondatori di Olaplex, i ricercatori biochimici americani Eric Presly e Craig Hawaker. La molecola ricostruisce i ponti della fibra del capello, protegge la chioma dai trattamenti chimici e rinforza il capello dalla radice alle punte.
Ma su questa base si sono poi attivati moltiplicatori importanti. Il primo è stato il fenomeno social media. È stato grazie alle attenzioni di una influencer, raccontano gli stessi fondatori di Olaplex, che il prodotto ha fatto il balzo dalla nicchia professionale con la quale era partito, a un palcoscenico globale.
L’altro fattore trainante, soprattutto negli ultimi due anni, è la profonda trasformazione culturale nei consumatori. Complici il Covid e i lockdown, è evidente il cambio nella scala di priorità dell’individuo, con l’affermarsi delle tematiche relative alla protezione: dell’ambiente circostante, ma anche, e soprattutto, di se stessi.
L’effetto amplificazione garantito dall’attuale sistema dei media, unito all’effetto di massima recettività dovuto alle nuove scale di valori individuali, oggi può quindi consentire di trasformare in successo i presupposti di un’innovazione nel mondo beauty care. Di farlo rapidamente. E riconoscerle una ricca valorizzazione.