Un terzo delle 2.000 profumerie selettive in Italia ha alzato le saracinesche, chi lo ha fatto negli ultimi giorni, chi già da qualche settimana, ma il numero comunque è destinato ad aumentare. Lo afferma Michelangelo Liuni, presidente di Fenapro, sottolineando che l’apertura è, nella maggior parte dei casi, solo di mezza giornata.
Sembra risolta, dunque, la diatriba tra Governo e Regione Lombardia per quanto riguarda l’operatività delle profumerie. Di fatto, tra le due indicazioni esattamente opposte (il Governo dice sì all’apertura, la Lombardia dice no) ha prevalso quella proveniente da Roma. “A livello di gerarchia delle fonti – spiega Liuni – i decreti governativi prevalgono sulle ordinanze regionali. Il dubbio è stato sollevato perché il decreto presenta una postilla finale che recita “Fatto salve norme più restrittive che le Regioni possono emanare”. In realtà, questa possibilità di deroga non si applica all’operatività dei negozi, ma è indirizzata solo alle misure sanitarie e di contenimento della diffusione dell’epidemia. Non è riferita cioè alla decisione di tenere aperta o chiusa un’attività economica”.
In Lombardia diverse insegne hanno già aperto, tra cui Esserbella e Mazzolari.