Prosegue la sfida della sostenibilità per il packaging cosmetico che investe nella tecnologia integrata per garantire funzionalità e conservazione nel rispetto dell’ambiente.
L’industria cosmetica è tra le più rilevanti dell’economia globale con un valore di circa 863 miliardi di dollari (in Italia vale 13,3 miliardi di euro) e anche in questo ambito il tema del cambiamento climatico e dell’impatto che i prodotti hanno sull’ambiente sta diventano sempre più fondamentale. Non solo ci sono i 17 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite da raggiungere entro il 2030 e le nuove regole sugli imballaggi varate dall’Unione Europea, ma si sta affermando un nuovo modello di business secondo il quale, oggi, per i consumatori la scelta green spesso è la principale. Così, la ricerca sta accelerando per creare prodotti il più possibile privi di sostanze controverse, naturali e biologici, consumando sempre meno materie prime. Obiettivo packaging zero: plastica vergine, solo ricaricabili, riciclabili e compostabili. La tendenza è confermata dalla ricerca ‘Consumatori, cosmetica & packaging’ realizzata dall’Osservatorio Innovazione Packaging dell’Università di Bologna e da Sustainability & Business Development della società di consulenza ambientale Quantis Italia, in collaborazione con il Centro Studi di Cosmetica Italia, dalla quale emerge come i consumatori guardino positivamente agli imballaggi riciclati e scelgano brand che li aiutano a consumare in modo etico. Orientandosi a partire dalle scelte degli utilizzatori finali, sempre più brand stanno elaborando processi e strategie volti a rendere i propri packaging più sostenibili. Il 52% dei consumatori europei, infatti, dichiara di cercare prodotti con imballaggi dalle caratteristiche eco-friendly, soprattutto legate al fine vita (39% riutilizzabilità, 37% compostabilità, 36% riciclabilità). Dalla ricerca emerge, inoltre, quanto i rifiuti costituiscano un tema significativo per i consumatori, che riconoscono il proprio ruolo nell’evitare impatti ambientali dannosi e si aspettano che le aziende prendano iniziative su questo fronte. Intanto, all’ultima edizione di Cosmoprof, l’azienda Aliplast, anche grazie al contributo del Team di Economia Circolare del Gruppo Hera, ha presentato un ‘White Paper’ con le linee guida destinate ai produttori dell’industria cosmetica. La guida fornisce, per ogni tipologia di contenitori plastici (in PET, in HDPE e PP, in PE e PP), suggerimenti su come progettarla per garantire a fine vita la massima riciclabilità, coerenti con gli indirizzi di Recyclass e SPICE (Sustainable Packaging Initiative for CosmEtics), iniziative europee di riciclatori di plastica e industria cosmetica. “Questo white paper – spiega Carlo Andriolo, amministratore delegato di Aliplast – è un’opportunità per tutta la filiera del beauty, che sta vivendo una forte evoluzione verso prodotti sempre più circolari e attenti all’uso delle risorse. Da tempo Aliplast collabora con realtà del settore cosmetico per sviluppare soluzioni di packaging innovative in plastica riciclata, anche grazie all’Aliplast Lab, in cui co-progettiamo assieme ai nostri clienti prodotti che per estetica e caratteristiche tecniche sono pari al vergine”.
SETTORE IN CRESCITA
Le aziende interpellate esprimono soddisfazione per il buon andamento del settore. Tra queste, Baralan che come headquarter Italia ha registrato un fatturato di 33,5 milioni di euro nel 2023, con una crescita a doppia cifra rispetto all’anno precedente. Pozzoli, che nel 2023 ha celebrato il 55° anniversario della sua fondazione, ha confermato nell’anno gli ottimi risultati ottenuti nel 2022, segnando un secondo anno consecutivo di performance molto positive. “Questo successo – chiosa Barbara Pozzoli, chief commercial officer di Pozzoli – ha permesso alla Pozzoli di pianificare nuovi investimenti per rafforzare ulteriormente la propria posizione nel mercato del packaging di lusso”.
DESIDERIO GLOBALE DI SOSTENIBILITÀ
Analizzando la percezione dei consumatori di quattro Paesi europei (Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia), il nostro Paese risulta quello con la percentuale più alta di intervistati preoccupati dell’impatto ambientale delle nostre abitudini (90%, contro l’83% dell’Uk e l’86 % di Germania e Francia). Inoltre, per il 75% delle donne fra i 18 e i 34 anni l’acquisto di cosmetici sostenibili è molto importante. Più della metà (61%) e più di due Millennials su tre della stessa fascia di età leggono le etichette degli ingredienti dei prodotti di bellezza prima di fare un acquisto. Particolarmente attenti i giovani della Gen Z: l’80% crede che le aziende debbano aiutare l’ambiente, il 27% preferisce comprare prodotti che possano essere usati per lungo tempo e il 37% cerca di comprare e conservare solo ciò di cui ha veramente bisogno, prediligendo opzioni di acquisto più sostenibili, come prodotti non confezionati o riutilizzabili. A livello internazionale, il 68% dei consumatori afferma di essere più consapevole dei materiali utilizzati per il packaging cosmetico rispetto a 5 anni fa. L’89% pensa che i brand debbano comunicare se i loro prodotti siano sostenibili ed etici e il 94% ritiene fondamentale l’onestà e la trasparenza sugli ingredienti. In particolare, la maggior parte degli intervistati vorrebbe avere più informazioni da parte delle istituzioni su imballaggi e istruzioni di riciclo (71%). “La sostenibilità è diventata un fattore chiave nelle decisioni di acquisto dei consumatori, e la sua influenza sulle vendite è significativa. I consumatori sono sempre più consapevoli dell’impatto ambientale dei prodotti che acquistano e tendono a preferire marchi che dimostrano un impegno verso la sostenibilità – afferma Maurizio Ficcadenti, global R&D manager di Baralan -. In generale i prodotti sostenibili stanno crescendo più velocemente rispetto ai prodotti tradizionali con un evidente aumento di richiesta e di vendite”. Concorda sull’influenza dell’elemento green sulle vendite Pozzoli secondo cui le aziende che adottano strategie sostenibili non solo migliorano la loro reputazione, ma spesso vedono anche un aumento delle vendite. “I consumatori tendono a premiare i marchi che dimostrano un impegno genuino verso la sostenibilità, il che può tradursi in una maggiore fedeltà e in un incremento delle quote di mercato”, chiosa Pozzoli. Operando nel B2B Pozzoli non ha un diretto contatto con i consumatori finali, ma supporta i propri clienti affinché soddisfino al meglio i propri consumatori. “L’innovazione è sempre stata parte del nostro dna – prosegue Pozzoli -. Per esempio, Ekoline, la nostra prima linea eco-friendly, con tanto di studio LCA, risale al 2008”. Per offrire un packaging green, Pozzoli lavora in più direzioni: utilizza materiali riciclati o provenienti da fonti rinnovabili riducendo l’impatto ambientale della produzione del packaging; migliora la propria efficenza energetica implementando processi produttivi che utilizzano meno energia e usando fonti di energia rinnovabili; riduce i rifiuti progettando imballaggi che minimizzino gli sprechi e possano essere facilmente riciclati o riutilizzati. Non solo, per le emissioni che non possono essere eliminate ha avviato un progetto di compensazione: la piantumazione di alberi nella Foresta Pozzoli, creata nel 2020 in collaborazione con Treedom, e che oggi si sviluppa su otto diversi Paesi e tre continenti. Infine, utilizza Sigma Pro per valutare e migliorare l’impatto ambientale del packaging durante tutto il suo ciclo di vita ed è in grado di misurare il ciclo di vita dei propri prodotti in termini di carbon footprint e di impronta idrica.
TECNOLOGIA INTEGRATA: NFC E QR CODE
In favore della sostenibilità giocano anche le nuove tecnologie integrate nel packaging, come Qr code e Nfc (Near Field Communication). “Queste tecnologie – spiega Ficcadenti – permettono ai consumatori di accedere facilmente a informazioni dettagliate sui prodotti, come l’origine degli ingredienti, le pratiche di sostenibilità del produttore, le istruzioni per il riciclaggio e altro ancora”. Tecnologie che contribuiscono a ridurre gli sprechi, “i Qr code e gli Nfc possono essere utilizzati per fornire informazioni digitali, riducendo così la necessità di materiali aggiuntivi per le etichette fisiche” – prosegue Ficcadenti sottolineando anche l’utilità della tecnologia in termini di tracciabilità della filiera e per garantire l’autenticità dei prodotti, riducendo il rischio di contraffazione e promuovendo la fiducia dei consumatori.
“Da tempo, utilizziamo tecnologie avanzate, che ci permettono di personalizzare con stampa digitale UV sia astucci che scatole rigide singolarmente – dichiara Pozzoli -. Attualmente, queste tecnologie sono principalmente impiegate per l’anticontraffazione, ma riconosciamo il loro grande potenziale anche in termini di sostenibilità del packaging. Inoltre, i dati raccolti tramite il packaging connesso forniscono alle aziende preziose informazioni su come i consumatori interagiscono con i prodotti e il packaging, consentendo di ottimizzare le strategie di sostenibilità”.
RICARICHE E PACK PIÙ LEGGERI
In Italia, negli ultimi 6 mesi del 2023 il 14% degli italiani ha smesso di acquistare prodotti le cui confezioni non presentano elementi di sostenibilità e più della metà degli intervistati ha dichiarato che potrebbe farlo nel prossimo futuro. “Se riusciremo a trattare il packaging con l’importanza adeguata, potrà ritornare ad essere una fantastica chance della società post-industriale e potrà far pace con l’Antropocene”, commenta Flaviano Celaschi, coordinatore dell’Osservatorio Innovazione Packaging. Questi dati fanno capire perché le aziende stiano investendo in Ricerca&Sviluppo. Tra di esse, il colosso francese della cosmetica L’Oréal, sotto al cui ombrello rientrano oltre trenta brand, solo nel 2023 ha investito un miliardo di euro in R&D e ha lanciato ‘L’Oréal For Future’, un programma di sviluppo sostenibile che prevede che entro il 2030 il 100% degli ingredienti saranno di origine vegetale sia per le formule sia per i materiali, mentre il packaging sarà tracciabile e proverrà da fonti sostenibili e il 100% della plastica verrà da fonti riciclate o bio-based. Il suo Packaging Lab a Clichy, vicino a Parigi, è un hub di attività in cui ingegneri, scienziati dei materiali e designer di imballaggi collaborano facendo ricerca su materiali nuovi e più sostenibili. Tra gli obiettivi del gruppo, la creazione di una bottiglia di carta completamente riciclabile e, negli imballaggi in vetro, la riduzione del peso mantenendo l’integrità strutturale, soprattutto per le forme complesse. Oggi, strumenti di intelligenza artificiale generativa come Midjourney rendono il processo creativo più semplice e veloce. Una volta progettato un nuovo imballaggio, gli strumenti di stampa 3D consentono una prototipazione rapida, producendo fino a 10 mila modelli all’anno, facilitando creazione e test rapidi.
“La nostra azienda – spiega Ficcadenti – ha avviato un programma di riduzione del peso del packaging alleggerendo i contenitori al fine di ridurre l’uso complessivo di plastica e le emissioni di CO2 associate al trasporto”. Con il suo Team di Design, Baralan sta lavorando a soluzioni che facilitano il riciclo, come l’utilizzo di materiali monocomponente per agevolare l’eliminazione di elementi difficili da separare o riciclare. In ultimo, sta promuovendo soluzioni di refill e riutilizzo per i propri prodotti più popolari, riducendo così la necessità di nuovi contenitori. Anche Pozzoli sta sviluppando soluzioni che riducono la quantità di plastica utilizzata nei propri packaging, mantenendo al contempo l’integrità e la funzionalità del prodotto. “Implementiamo, inoltre, tecnologie di stampa e produzione all’avanguardia che riducono gli sprechi e ottimizzano l’uso dei materiali – aggiunge Pozzoli -. Queste tecnologie ci consentono anche di personalizzare i nostri prodotti, aumentando il loro valore percepito e riducendo la necessità di sovrapproduzione. Sviluppiamo, poi, packaging modulari e riutilizzabili o ricaricabili dai consumatori, promuovendo un modello di economia circolare e riducendo la necessità di imballaggi monouso. Infine, collaboriamo con partner che condividono i nostri valori di sostenibilità e lavoriamo per ottenere sempre nuove certificazioni ambientali che confermino il nostro impegno nella riduzione dell’impatto ambientale”.
MATERIALI INNOVATIVI
In occasione dell’ultima edizione di Packaging Première & PCD Milan, sono stati presentati progetti di avanguardia in merito ai materiali, alla sostenibilità e al riciclo. Nella categoria ‘materiali innovativi’ si è distinto il progetto Esacote® BIO BC 100 di Lamberti, un coating 100% biobased ottenuto dalle bucce di pomodoro tramite un processo brevettato, che offre proprietà di barriera all’acqua, al grasso e all’olio, rispettando i principi di sostenibilità e circolarità. Una menzione speciale è stata riservata a Qwarzo® per il suo rivestimento invisibile a base minerale che migliora le prestazioni del materiale che riveste, in particolare della carta. Nella categoria ‘sostenibilità’ il progetto vincitore è stato Rinascimento, una carta 100% riciclata prodotta in economia circolare usando il macero generato da CM Cartotecnica Moderna in collaborazione con Icma Sartorial Paper.
“In tema di materiali innovativi stiamo esplorando e adottando materiali alternativi e più sostenibili come bioplastiche, materiali riciclati e compostabili – afferma Ficcadenti. Ad esempio, stiamo utilizzando plastica riciclata post-consumo (PCR) per alcuni dei nostri prodotti e stiamo sperimentando con materiali biodegradabili”.
Dal canto suo, Pozzoli investe continuamente nella ricerca e nello sviluppo di materiali eco-friendly e riciclabili. “Utilizziamo materiali biodegradabili, compostabili e provenienti da fonti rinnovabili per sostituire la plastica tradizionale. Inoltre – conclude Pozzoli -, esploriamo l’uso di materiali riciclati per dare nuova vita ai rifiuti e ridurre il consumo di risorse vergini”.