La holding statunitense Avon Products Inc ha dichiarato bancarotta a causa di un debito multi-miliardario e delle numerose cause legali relative a problemi di salute presumibilmente riconducibili agli effetti cancerogeni di alcuni suoi prodotti a base di talco.
Per capire la portata del danno economico basti pensare che un tribunale di Chicago ha recentemente assegnato a un querelante 24,4 milioni di dollari (quasi 22 milioni di euro). Le cause per le lesioni personali legate ai prodotti Avon hanno già avuto un impatto a bilancio da 225 milioni di dollari (oltre 201 milioni di euro) per i costi di difesa e le transazioni, ora però pendono ancora 386 cause, per affrontare le quali la liquidità potrebbe non bastare. Il debito totale è indicato in un totale di 1,3 miliardi di dollari e le passività relative a cause sul talco in 78 milioni.
Il ricorso al Chapter 11 ha l’obiettivo di consentire alla società di riorganizzarsi mantenendo in vita l’attività al fine di ripagare i debiti con i creditori e tentare una ripartenza. Il processo, ha dichiarato infatti la società, le consentirà di far fronte ai suoi obblighi finanziari “in modo ordinato”.
Avon era stata acquistata dalla brasiliana Natura & Co. (con l’esclusione delle attività Usa) nel 2020 e la stessa holding si è offerta di riacquistare le sue attività commerciali al di fuori degli Stati Uniti per 125 milioni di dollari nell’ambito del processo fallimentare. Da parte di Natura è previsto anche un prestito di circa 43 milioni per proseguire le attività della controllata.
L’azienda precisa che “poiché questo processo legale coinvolge solo la holding, le attività di Avon al di fuori degli Stati Uniti non fanno parte del procedimento e non ne risentiranno”. Quindi “non cambia nulla per i nostri clienti, dipendenti, consulenti e altri soggetti interessati nei nostri mercati”.
Il fallimento di Avon è un ulteriore colpo pe Natura & Co. che segue di pochi mesi la svendita di The Body Shop, poi finito in amministrazione straordinaria.
Sulla sicurezza dei prodotti Avon, l’azienda mantiene la sua posizione difensiva affermando che “le cause statunitensi riguardanti il talco che presumibilmente avrebbe contenuto delle tracce di polveri di amianto nei prodotti Avon, si riferiscono a prodotti venduti in quel mercato prima del 2016, anno in cui Avon Cosmetics, che opera internazionalmente ad eccezione degli Stati Uniti, fu rilevata dal gruppo brasiliano Natura e Co”. In particolare, si tratta di prodotti “polvere per il corpo” vendute più di 40 anni fa. “Sebbene questi prodotti avessero una formulazione diversa rispetto ai prodotti Avon odierni, riteniamo che le affermazioni sulla loro sicurezza siano del tutto prive di fondamento e la holding API, fino ad oggi, si sta difendendo a tal riguardo in tribunale”.