Torna ‘la moda’ del beauty in Borsa. La crescita delle vendite post-pandemia e l’ottimo stato di salute di cui gode il comparto hanno motivato alcune aziende alla quotazione. Fenomeno che proseguirà anche nel 2024.
La bellezza scommette sulla Borsa. Alcune delle principali aziende e multinazionali del settore beauty si sono quotate o stanno progettando l’ingresso sui listini internazionali scegliendo la strada della Borsa come strategia per la propria crescita.
Il 2023 è stato un anno positivo per il comparto in Borsa, e il trend si conferma anche nel 2024, con l’atteso debutto in Borsa di Puig. “I marchi del lusso hanno bisogno di pazienza e di una visione a lungo termine, aspetti garantiti dalla presenza di una famiglia, mentre il mercato si lega a una visione di breve termine: questo sarebbe un buon equilibrio”, ha dichiarato il presidente e CEO di Puig Marc Puig. Il Gruppo Puig infatti debutterà sul mercato azionario nel 2024, come rivelato a settembre e successivamente confermato da Marc Puig, lo scorso ottobre. Lo stesso Marc Puig è convinto che una possibile quotazione potrebbe evitare “difficoltà di successione”. Parlando con il Financial Times, Puig ha per prima cosa sostenuto che i casi di altri gruppi come Lvmh, Prada o Hermés hanno dimostrato che il mantenimento del successo dipende dal fatto che le famiglie fondatrici mantengano il controllo. Ma, allo stesso tempo, le imprese a conduzione familiare si trovano ad affrontare “trappole” che investitori esterni e un controllo esterno possono aiutare a evitare. Secondo Puig, che ha trasformato il gruppo attraverso una serie di acquisizioni e che prevede di raggiungere quest’anno i 4 miliardi di fatturato, in anticipo sui piani aziendali, possono, infatti, “sorgere difficoltà, soprattutto nel passaggio tra generazioni, la ricerca di leadership, la mancanza di comprensione, la perdita di passione”. Momenti, come tutte le ricerche sul family business dimostrano, che sono molto delicati da affrontare. Ecco perché avere qualcuno di esterno può essere di aiuto. “Il dovere di rendere conto al mercato comporta una disciplina e un rigore che garantiscono che tali problemi non sorgano – ha spiegato Puig – e a volte le aziende familiari possono perdere la loro posizione sul mercato. Possono iniziare a morire lentamente e nessuno all’interno dell’azienda ne è consapevole. Se sei responsabile nei confronti degli investitori queste cose possono essere notate”. L’apertura al mercato, oltre a dare alle aziende una disciplina e un supporto di persone non coinvolte emotivamente in dinamiche familiari, consente anche la possibilità di liquidare le proprie quote per chi non desidera più essere parte dell’azienda, magari perché non ricopre ruoli operativi o perché ha partecipazioni piccole ed è dunque meno interessato a rimanere. Un tema che emerge soprattutto con l’allargarsi del numero degli azionisti familiari, con un conseguente frazionamento dei pacchetti posseduti. In questo contesto e in preparazione di un’IPO nei prossimi mesi, la stima di valutazione del gruppo potrebbe essere superiore ai 10 miliardi di euro. Il conglomerato spagnolo di cosmetici e moda è attualmente nella fase preparatoria per questa mossa, che segnerà una delle operazioni aziendali più significative in Spagna nel 2024.
Attualmente, Puig e i suoi consulenti stanno avviando contatti iniziali con potenziali investitori e valutando la domanda che questa operazione genererebbe. Una delle considerazioni chiave è la valutazione che la società avrebbe raggiunto, avendo chiuso il 2022 con un ebitda di 638 milioni di euro, pari a circa 11,48 miliardi di euro. Deducendo il debito di 961 milioni di euro dal 2021, il valore si attesta a 10,5 miliardi di euro. Inoltre, il team di consulenza stima che la cifra potrebbe salire a 12 miliardi di euro, a seconda delle prestazioni del gruppo nel 2023 e del posizionamento di Puig tra gli investitori. Secondo Expansión, è probabile che il gruppo metterà in vendita dal 25 al 49% delle sue future azioni. Il 25% corrisponderebbe al minimo richiesto dalla commissione nazionale spagnola del mercato dei valori (CNMV) per le società che desiderano entrare in Borsa. Il 49% è il massimo che la famiglia Puig potrebbe permettersi se volesse mantenere il controllo.
QUELLI DEL DUAL LISTING
C’è chi è quotato a Milano e a Parigi. O Francoforte o New York. E chi dalla Cina vuole mettere un piede in Italia. Sono numerose le realtà presenti su più listini e quelle che studiano la doppia quotazione per diversificare il rischio e la base di investitori, per aumentare la liquidità. E ancora, per mitigare tutte quelle incognite legate alle fluttuazioni di un solo mercato, specialmente se si tratta di quelli asiatici. Per esempio, il gruppo Prada è quotato dal 2011 alla Borsa di Hong Kong e nel 2023 ha dichiarato essere al lavoro per la doppia quotazione a Piazza Affari con l’obiettivo “di offrire agli attuali possessori di azioni Prada e agli investitori futuri le migliori condizioni di trasparenza e facilità delle transazioni sulle due piazze”. Ancora nulla di fatto ma, il CEO del gruppo Andrea Guerra ha dichiarato che “è un progetto che è stato ed è allo studio, ma non è una priorità nell’immediato”. Anche Cvc-Capital Partners per esempio, che controlla Douglas all’85%, sta valutando una quotazione sul listino di Francoforte. E lo stesso fondo Cvc sta pianificando anche la propria IPO nel 2024 su Euronext Amsterdam. Nel dettaglio l’IPO di Douglas dovrebbe avere un valore di circa 7 miliardi di euro. Secondo quanto riportato da Bloomberg, la società britannica di private equity, starebbe lavorando assieme a Rothschild all’offerta pubblica iniziale del retailer beauty tedesco nel 2024. Cvc avrebbe individuato Francoforte come sede per la quotazione. Le deliberazioni sono in corso e non sono state prese decisioni definitive quando procedere con la quotazione del retailer, hanno detto fonti sentite da Bloomberg. La valutazione e i tempi dipenderanno anche dalle condizioni di mercato, dalla domanda degli investitori e dallo sviluppo dell’attività. Per il momento, i rappresentanti di Cvc, Rothschild e Douglas non hanno rilasciato commenti. Il retailer, che ha chiuso il 2022 con ricavi per 3,7 miliardi di euro, sta esplorando da anni un percorso verso i mercati pubblici. Cvc ha rilevato l’azienda da Advent international e dalla famiglia fondatrice Kreke nel 2015 per circa 2,8 miliardi di euro, pochi giorni dopo che Douglas aveva annunciato i primi piani per un’IPO. Chi invece ha completato la sua doppia quotazione su Euronext Paris a settembre 2023 è Coty. Dopo giorni di rumour si è concretizzato lo sbarco alla Borsa di Parigi del colosso del beauty che vanta nel suo portafoglio marchi di fragranze, make-up e di skincare come Burberry, Calvin Klein, Chloé, Gucci, Hugo Boss e Lancaster, nonché titani della Consumer Beauty quali adidas, Bourjois, Cover Girl, Max Factor e Rimmel. “Siamo lieti di aver completato la nostra quotazione su Euronext Paris – ha dichiarato Sue Nabi, CEO di Coty -. Essere quotati nel cuore dei settori del lusso e della bellezza offre agli investitori europei l’opportunità di unirsi alla nostra traiettoria di crescita in accelerazione. In occasione del nostro 120° anniversario, questa doppia quotazione onora l’eredità unica di Coty. Siamo tornati alle nostre radici parigine per segnare il prossimo capitolo delle ambizioni di Coty di liberare ogni visione della bellezza”. Parigi infatti, esercita un fascino unico per Coty, poiché rappresenta il luogo di nascita storico dell’industria della bellezza, con un’influenza significativa sugli investitori regionali. Diversi giganti del lusso e della bellezza, tra cui Lvmh, Kering, L’Oréal ed Hermés, sono quotati alla Borsa di Parigi. Questa presenza di leader del settore a Parigi lo rende un polo attraente per gli investitori, in linea con gli obiettivi strategici di Coty. Inoltre, i fondi internazionali hanno spesso restrizioni sugli investimenti in società americane o sulla quantità di azioni che possono detenere. Una quotazione a Parigi garantisce così agli investitori europei un maggiore accesso alle azioni Coty. Il Gruppo, che si posiziona tra i primi 3 a livello mondiale sia per le fragranze che per il make-up mass market e ha messo a segno un trend di crescita costante negli ultimi tre anni, è già quotato alla Borsa di New York dal 2013. A Parigi, Coty è stata quotata il 28 settembre 2023 mediante l’ammissione alle negoziazioni di 957.451.854 azioni costituenti il suo capitale, di cui 33 milioni di nuove azioni emesse nell’ambito dell’Offerta Globale. Coty ha raccolto 339,2 milioni di euro. Il prezzo di quotazione è stato fissato a 10,45 euro per azione. La capitalizzazione di mercato il giorno della quotazione era pari a circa 10,01 miliardi di euro.
Lo scenario sulle quotazioni di bellezza è disponibile sul numero 1 di Pambianco Beauty Magazine di febbraio/marzo 2024.