I big del private equity guardano al dossier del gruppo Kiko, la multinazionale della cosmetica made in Italy fondata dalla famiglia Percassi. Negli ultimi giorni, secondo le indiscrezioni apparse su Il Sole 24 Ore, sarebbero infatti stati definiti gli incarichi finalizzati alla valorizzazione del gruppo, con l’assegnazione dei mandati di advisor finanziario a tre istituti: Bofa Merrill Lynch, Intesa Sanpaolo e Bnp Paribas. Proprio in relazione all’avvio dell’operazione, non c’è alcun commento da parte della famiglia Percassi.
Il prossimo passaggio, sempre secondo quanto riportato dal quotidiano, sarà quello finalizzato all’invio dei ‘teaser’ ai potenziali acquirenti, cioè la documentazione con i dati sensibili del gruppo. Si tratta di un’operazione che, viste le dimensioni (con un valore d’impresa che si avvicinerebbe ai 2 miliardi), potrebbe attirare le attenzione dei grandi fondi di private equity internazionali: come Pai, Bain Capital, Advent, Kkr, Cvc e Carlyle. La valutazione di Kiko dovrebbe essere basata su multipli di 13-15 volte l’Ebitda del 2023 (previsto a circa 130 milioni di euro).
L’obiettivo dei Percassi sarebbe l’apertura del capitale a un grande fondo internazionale di private equity, che possa permettere all’azienda una crescita ancora maggiore a livello globale. Sotto la guida dell’amministratore delegato Simone Dominici, il gruppo Kiko ha chiuso un bilancio 2022 in crescita. I ricavi sono infatti stati pari a 671 milioni di euro (in rialzo del 42% rispetto al 2021 e del 14% sul 2019, ultimo anno prima del Covid), oltre ad archiviare un Ebitda pari a 75 milioni di euro.