Il comparto beauty in Italia si conferma tra i principali mercati europei e internazionali con un fatturato totale dell’industria cosmetica italiana nel 2022 che ha infatti superato i 13 miliardi di euro (+10,5% rispetto al 2019). E non solo. Il nostro Paese ha un ruolo sempre più centrale, e Milano in particolare, sta acquisendo come vetrina fondamentale per i grandi gruppi internazionali che vogliono capire le nuove tendenze.
L’industria cosmetica torna a crescere. Il settore ha addirittura superato i livelli di fatturato pre-pandemia. Il sistema quindi, ha attivato una reazione, e ha rivisto le sue strategie e i suoi progetti per confermarsi competitivo nei nuovi scenari. E oggi la sfida si gioca proprio sul ruolo dell’Italia tra i player della cosmetica mondiale. I canali distributivi, gli obiettivi di sviluppo e le nuove tendenze, sono stati il tema del 7° Beauty Summit organizzato da Pambianco con il supporto di Freeda. Intitolato ‘Il ruolo dell’Italia tra i player della cosmetica mondiale. Distribuzione, prospettive di crescita e nuovi trend’ si è svolto il 20 aprile a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana, ed è stato caratterizzato da una serie di interventi tenuti da protagonisti di spicco del mondo della cosmetica… e non solo. I relatori sono stati introdotti da un saluto di David Pambianco, CEO di Pambianco a cui è seguito l’intervento istituzionale di Benedetto Lavino, presidente di Cosmetica Italia che ha approfondito numeri e trend legati al comparto, evidenziando il netto superamento dei valori pre-pandemia e la rilevanza del settore nel panorama del Made in Italy. L’Italia si conferma tra i principali mercati europei e internazionali; il fatturato totale dell’industria cosmetica in Italia nel 2022 ha infatti superato i 13 miliardi di euro (+10,5% rispetto al 2019) con una quota consistente, pari a più del 40%, destinata ai mercati internazionali e una bilancia commerciale che ha toccato il livello record di oltre 3,2 miliardi di euro. “Sicuramente – sha dichiarato Lavino – le stime per il 2023 sono ancora in netta crescita. Il nostro Centro Studi ha un dato una previsione di un ulteriore aumento del 7% a oltre 14 miliardi di euro di fatturato complessivo”. Nel corso del suo intervento, Lavino, ha evidenziato per il 2022 il netto superamento dei valori pre-pandemia da parte dell’industria cosmetica del Belpaese, che lo scorso anno ha oltrepassato i 13 miliardi di euro di fatturato totale (+10,5% rispetto al 2019), di cui oltre il 40% realizzati all’estero. “Gli Usa si posizionano al primo posto nella classifica dei mercati di sbocco, con una progressione di ben il 38,7% rispetto al 2021 anche grazie al dollaro forte, seguiti da Francia (+10,7%), Germania (+3,6%), Spagna (+17,9%) e UK (+14,6%); la crescita più impetuosa si è registrata però negli Emirati Arabi Uniti, saliti di ben il 60,7%”, ha continuato il presidente -. Nel 2022 le esportazioni sono cresciute a double digit a 5,9 miliardi di euro, in salita del 18,5%, e le previsioni per il 2023 sono di un’ulteriore progressione del 10%, a oltre 6 miliardi di euro”. L’Italia è un player fondamentale per il comparto, infatti circa il 67% del make-up distribuito in Europa è prodotto conto terzi da aziende italiane e oltre il 55% a livello mondiale. “Tutte le categorie sono cresciute. Lo skincare, che rappresenta il 41% del totale, rimane la categoria principale, ma a progredire maggiormente sono state le fragranze e il make-up entrambi con un aumento del 9%”, ha concluso Lavino. A seguire Alessio Candi, consulting e M&A director di Pambianco, ha presentato la ricerca ‘Il ruolo dell’Italia tra i player della cosmetica mondiale. Distribuzione, prospettive di crescita e nuovi trend’, dalla quale emerge che a livello mondiale il settore beauty è cresciuto del 6%, a 250 miliardi di euro.
L’Asia, primo mercato a livello mondiale con un consumo di 80 miliardi di euro (pari al 32% dei consumi globali) ha registrato lo scorso anno una flessione del -3%, mentre gli Stati Uniti, al secondo posto, sono saliti del 15 per cento. “A livello globale il settore è molto concentrato: i primi nove player hanno generato nel 2022 un fatturato totale di 93 miliardi di euro, in salita del 14% – ha continuato Candi – e In Italia la situazione è simile, anche se ovviamente con dimensioni aziendali minori: le prime nove aziende hanno totalizzato un giro d’affari di 3,5 miliardi di euro, ma con una crescita complessiva superiore a quella dei grandi gruppi internazionali, pari al 26%”. In termini di distribuzione, se il mass market continua a rappresentare il canale principale (42% del totale, a +6%), la crescita maggiore è stata realizzata dalla profumeria (+18,1%) e dall’e-commerce (+13,4%). Per quanto riguarda invece la produzione conto terzi, che ha generato un fatturato complessivo di 2 miliardi di euro (+10%), Candi ha sottolineato il ruolo centrale della Cosmetic Valley lombarda, che rappresenta il 55% del giro d’affari totale, seguita da Emilia Romagna (10,3% del totale), Veneto (7,5% del totale) e Toscana (6% del totale). I principali trend in atto nel settore sono la nascita e la crescente affermazione degli Indie Beauty brand, l’affermarsi di Tik Tok come primo canale social per la comunicazione dei prodotti beauty, l’affermazione e la prospettiva di crescita riservata ai segmenti degli integratori e dell’haircare, la concentrazione con diverse operazioni di M&A realizzate in Italia e all’estero, l’omincanalità ed infine il ruolo sempre più centrale che l’Italia, e Milano in particolare, sta acquisendo come vetrina fondamentale per i grandi gruppi internazionali che vogliono capire le nuove tendenze.
“Le tendenze in atto nel settore sono la nascita e la crescente affermazione degli Indie Beauty brand, legati a celebrities o influencer; l’affermarsi di Tik Tok come primo canale social per la comunicazione dei prodotti beauty; e l’elevata prospettiva di crescita per i prossimi anni dei segmenti degli integratori e dell’haircare”, ha concluso Candi. La mattinata è quindi proseguita con l’intervento di Samantha Raimondi Head of sales di Cosmoprof Worldwide Bologna che ha riassunto i numeri della 54° edizione del Cosmoprof Worldwide Bologna che, con 2.984 espositori disposti su oltre 160.000 metri quadri, ha attratto più di 250.000 visitatori da tutto il mondo confermandosi l’evento di riferimento per tutti i professionisti del settore.
Guido Alfani, general manager Carbonsink & Head of Southern Europe, Climate Solutions, South ha condiviso con la platea la presentazione dal titolo ‘L’azione climatica come nuova opportunità di mercato’. Ha presentato alcuni dati sull’impatto climatico di un prodotto lungo la filiera ed ha mostrato come l’approvvigionamento delle materie prime e la fase di utilizzo del prodotto stesso siano quelle a impatto maggiore, rispettivamente per il 30% e il 59% del totale. Inoltre, ben l’86% dei consumatori desidera informazioni sulle catene di approvvigionamento degli ingredienti dei prodotti. Il manager poi, ha sottolineato l’importanza di agire in maniera trasparente e misurabile nel ridurre e compensare il proprio impatto ambientale per poter trasformare l’investimento necessario anche in una leva di business. “Per le aziende oggi è fondamentale. E’ un trend che abbiamo visto in tanti settori – ha raccontato Alfani – e che riteniamo possa diventare estremamente importante anche per il settore beauty. Questo perché che lo chiedono i consumatori, ma non solo. Anche stakeholders, investitori e fondi private equity oggi chiedono alle aziende di assumersi un impegno e questo è possibile coniugando il beneficio ambientale della riduzione di emissioni quindi l’azione positiva per il clima con un beneficio per i brand. Il valore per il brand può essere costruito attraverso un percorso assolutamente solido di misurazione, riduzione delle emissioni e di compensazione anche di quelle emissioni che oggi non sono eliminabili, finanziando progetti che sono tipicamente in paesi in via di sviluppo e che oltre al beneficio per il clima hanno anche benefici su altri aspetti fondamentali e altri obiettivi di sviluppo sostenibile fondamentali come la parità di genere, l’accesso all’acqua e la salute per le popolazioni locali”. Ma questo non è tutto. Per le aziende comunicare correttamente questi tipi di progetti è diventato fondamentale. Infatti supportare progetti di mitigazione certificati consente alle aziende di comunicare il proprio impegno per il clima in maniera semplice, concreta e credibile, come sempre più richiesto da consumatori, investitori e altri stakeholder. “E’ sicuramente fondamentale laddove è stato fatto un percorso solido e robusto perché l’azienda può sia dare valore alle sue azioni, ma può anche fare traino per un settore intero. Questo fenomeno lo abbiamo già visto anche in altri ambiti dove alcune delle principali aziende e marchi a livello internazionale hanno segnato la strada che oggi è seguita dalla gran parte delle realtà che operano e questo potrà avvenire assolutamente anche nel mondo del beauty”, ha concluso Alfani.