Cosmetici multifunzione, solo ad alta protezione, da integrare nella propria beauty routine di cura della pelle. Formulazioni efficaci e sicure per offrire difesa quotidiana e prevenire i segni dell’invecchiamento cutaneo. Formule hi-tech che diventano anche trattamenti antirughe e antimacchia. Ma non solo. I nuovi solari sono anche Ocean Friendly o Reef Friendly, perché tutelano gli oceani e i mari essendo privi sia di sostanze dannose per la barriera corallina, sia spesso anche di microplastiche che possono danneggiare l’habitat marino. Il connubio innovazione e sostenibilità è la forza dell’industria delle protezioni solari che unisce il potere della scienza alla tutela della natura e dei mari. Un comparto per cui nel 2021, secondo Cosmetica Italia, sono stati spesi dagli italiani oltre 357 milioni di euro in aumento del 13,6% rispetto al 2020, principalmente in farmacia (156,2 milioni, + 11,9%) e nella gdo (159,7 milioni, +16,1%). A livello mondiale, il business dei filtri solari per la protezione della pelle è stimato sui 14,4 miliardi di dollari e crescerà del 6,5% nei prossimi dieci anni superando i 25 miliardi di dollari (Market research survey 2022 di Fact.Mr).
Secondo il National Park Service americano, ogni anno, 14mila tonnellate di filtri solari si riversano in mare, 6mila delle quali solo sui coralli, causandone lo sbiancamento e compromettendo l’intero ecosistema marino. Una situazione tanto grave da aver spinto Palau, Bonaire, Hawaii, Thailandia e Messico a bandire filtri solari come ossibenzone e octinossato, ritenuti responsabili di molteplici danni all’ecosistema marino. Un motivo più che valido per provare ad affidarsi, in vista dell’estate 2023, a solari Ocean e Reef Friendly, che sappiano prendersi cura della pelle e del mare, proteggendo entrambi. Meglio ancora se water resistant, ovvero non idrosolubili, perché restano sulla pelle e non si disperdono in acqua.
Altra storia è la città. Il foto-invecchiamento è responsabile fino all’80% dei cambiamenti visibili della pelle e non si verifica soltanto durante i mesi estivi. Man mano che il numero di giornate soleggiate nel corso dell’anno continua ad aumentare, la necessità di protezione e rigenerazione della pelle diventa ancora più cruciale. I raggi Uva e Uvb sono la causa principale del foto-invecchiamento, pur rappresentando meno del 10% dello spettro solare. La luce visibile e gli infrarossi rappresentano il restante 90% e anch’essi contribuiscono all’invecchiamento precoce della pelle. L’ambiente urbano aggredisce su più fronti l’epidermide e questi stress esterni interferiscono con il processo di rinnovamento cellulare, causando l’invecchiamento precoce della pelle.