I tanto discussi big data, la moltitudine di dati personali raccolti che vengono processati attraverso importanti tecnologie come l’intelligenza artificiale, potrebbero rappresentare un elemento strategico anche per il beauty. La conferma arriva da alcuni grandi gruppi della cosmetica. Clinique, per esempio, ha dichiarato che lo strumento di prova virtuale ha consentito di ottenere un aumento del 30% della dimensione del “carrello” nel complesso, ovvero sia online sia offline, e ha comunicato che i clienti sono circa due volte e mezzo più propensi a effettuare un acquisto dopo aver utilizzato queste tecnologie. E sono molti i grandi player del settore del beauty ad aver investito in realtà aumentata per consentire di aumentare la personalizzazione dei prodotti e la fidelizzazione dei clienti.
Non è una novità del tutto inaspettata a ben vedere. In primo luogo, perché l’utilizzo di dispositivi elettronici è in crescita e gli stessi processi di produzione sono diventati ancora più digitalizzati. Secondo una stima della Commissione europea il numero totale dei dati balzerà a +530% rispetto al 2018.
In secondo luogo, perché la Gen Z è una grande forza trainante in questo ambito, molto più dei millennial e dei baby boomer, ed è più disposta a utilizzare esperienze digitali personalizzate per ottenere informazioni sulla salute della propria pelle e provare virtualmente i prodotti di bellezza prima dell’acquisto, il che porta poi ad una maggiore fidelizzazione della clientela. È, in sostanza, la trasposizione online e con tecnologie avanzate, del meccanismo della consulenza di bellezza in negozio, un elemento su cui da sempre si è poggiata l’industria del beauty ma che ha dovuto effettuare un upgrade digitale nel momento in cui, causa pandemia, il traffico negli spazi dedicati alla cosmetica si era drasticamente ridotto. Ecco che, quindi, il meccanismo della consulenza al cliente è passata dai rivenditori ai produttori di beauty che potranno, così, usufruire di una mole preziosa di informazioni sui consumatori. Ma per ben sfruttare questo tesoretto di dati, serve che le aziende di cosmetica facciano un salto di qualità predisponendo ruoli professionali specializzati su gestione e analisi dei dati, aspetto su cui spesso le aziende si trovano in parte impreparate ma che sarà essenziale nel breve termine.