Aboca chiude il 2022 con un fatturato di 270 milioni di euro, registrando un +3% sull’anno precedente e un ebitda stimato di 40 milioni. Dopo il biennio contrassegnato dalla pandemia, in cui nonostante la contrazione del mercato dei prodotti per le vie respiratorie, Aboca era riuscita a mantenere sostanzialmente invariati i propri fatturati, l’azienda toscana ha ripreso con decisione il proprio percorso di crescita in Italia e all’estero. Nell’anno appena trascorso, il fatturato generato sui mercati esteri è cresciuto del 45% rispetto al 2021 confermando il percorso di internazionalizzazione che già per il 2023 prevede che i ricavi esteri superino quelli del mercato domestico. L’azienda di Sansepolcro (Arezzo), specializzata nella produzione di dispositivi medici e di integratori alimentari a base di sostanze naturali, rafforza così la propria posizione competitiva nel mercato dell’automedicazione.
“La crescita del 2022 – afferma l’AD di Aboca Massimo Mercati – deve essere vista come conseguenza delle azioni poste in essere nel biennio della pandemia, in cui abbiamo lavorato molto per un ampliamento del nostro listino all’estero, nonché al forte lavoro di riorganizzazione fatto in questi anni che ci ha consentito di farci trovare pronti alla ripresa dei mercati. Nonostante il contesto economico difficile abbiamo inoltre mantenuto tutti gli investimenti programmati per sviluppare la nostra filiera e aumentare la nostra capacità produttiva. Dopo i 210 milioni investiti negli ultimi sei anni, nel biennio 2023-2024 destineremo oltre 60 milioni di euro di nuovi investimenti produttivi a sostegno del percorso di sviluppo industriale”.
Aboca, che coltiva direttamente la propria materia prima su oltre 1.700 ettari biologici, sta ultimando la realizzazione del nuovo centro agricolo di Gricignano (Arezzo) dove si realizzano le prime fasi di lavorazione delle piante coltivate. L’area di oltre 40.000 metri quadri sorge dal recupero di uno stabilimento preesistente: garantisce così un impatto ambientale minimo, un centro all’avanguardia dal punto di vista tecnologico ed energetico, e una maggiore efficienza della propria filiera. Le materie prime dopo la prima lavorazione sono poi trasformate presso lo stabilimento di Pistrino (Perugia), dotato di nuove unità per la produzione di estratti solidi e liquidi, la cui superficie si è ampliata del 56% negli ultimi cinque anni.