La catena di grandi magazzini che fa capo a Central Group ha in cantiere progetti e iniziative per conquistare una nuova clientela, più informata, consapevole e attratta dalle novità.
Rinascente è una prestigiosa collezione di negozi, con il meglio di moda, accessori, bellezza, casa, design e food. Conta nove negozi in Italia, situati nel centro delle città principali e uno store on-line lanciato a giugno del 2020. Ha due flagship store, uno a Milano e uno nel cuore di Roma, inaugurato nel 2017. È il luogo degli eventi esclusivi, delle personal appearance di personaggi importanti e dei lanci di nuovi prodotti. Ma i due anni di pandemia hanno portato il più noto department store del lusso italiano a doversi reinventare e studiare nuovi modi per attirare un cliente ormai cambiato e non più solamente turista. “Il grosso lavoro fatto in questi due anni – ha spiegato Federica Montelli, Head of Fashion di Rinascente – è stato quello di andare a lavorare sul cliente locale che, per certi versi prima trascuravamo un po’”.
Torniamo al mondo del retail, anche se Rinascente in effetti è un player unico in Italia…
Sì, alla fine noi siamo l’unico department store del lusso in Italia, ci piace definirci così.
In quanto department store avete sentito forte l’impatto del Covid, anche perché la maggior parte dei consumatori pre-pandemia erano turisti…
Non la maggioranza in realtà, noi avevamo un 30% di turisti nel 2019. Abbiamo perso del tutto il nostro turista del Far East, nel frattempo abbiamo recuperato un po’ di turisti europei e italiani ma non siamo assolutamente tornati ai livelli pre-pandemici. Il grosso lavoro fatto in questi due anni è stato tornare a lavorare sul cliente locale che devo dire per certi versi trascuravamo, abituati a una clientela che passava velocemente nel nostro store.
Quindi immagino un cliente guidato principalmente dal marchio…
Prima il cliente era molto sensibile al lusso adesso abbiamo un cliente attirato molto più da tematiche come la sostenibilità, l’artigianalità o il brand locale, dal beauty ha tutte le categorie merceologiche. Questo nuovo target va stupito continuamente, ogni mese ci dev’essere qualche progetto nuovo ed è per questo che ci stiamo muovendo con un palinsesto di progetti speciali molto attivo, anche online.
Quali sono le iniziative più rilevanti che in questi due anni avete messo in atto per cambiare focus (anche) dal turista al locale?
Ci siamo concentrati tantissimo su categorie merceologiche che per noi erano minori. Se pensiamo al beauty, per noi vale oggi il 10% del business totale e l’8% sull’online. Però sul beauty sono state fatte tante iniziative, per esempio a ottobre ci sarà un progetto dedicato ai brand emergenti made in Italy.
Avete lanciato da poco anche il progetto dei beauty bar?
Il beauty bar è un progetto che ci sta molto a cuore. Abbiamo proprio sviluppato un format simile ad un self service, un centinaio di brand, quasi tutti sostenibili, nativi digitali, emergenti o comunque indipendenti. Questo format ha fatto si che tanti brand anche internazionali si affacciassero al mondo del retail tradizionale per la prima volta; brand già forti online che all’interno del nostro beauty bar hanno avuto l’opportunità di lanciarsi nel retail tradizionale. La Gen Z è il target di questo concept, un cliente molto esigente, più del cliente lusso, molto informato e indirizzato al mix and match. Abbiamo cominciato a Milano nel 2020 adesso siamo a due milioni e mezzo di fatturato su più store e, nel corso del 2022, lo estenderemo a tutto il network (sette punti vendita). Ci proiettiamo nei prossimi due anni a 7 milioni di fatturato solo da questo format.
Come avviene la ricerca sui brand? Non sarà facile scovarli…
La mia unit in particolare si occupa proprio di fare brand scouting. Io e il mio team andiamo in giro a tutte le fiere di settore, passiamo ore e ore su internet e sui social media per essere sempre aggiornati su ciò che succede a livello internazionale. L’obiettivo è quello di innovare sempre più e il cliente è molto più pronto di quanto ci immaginiamo. È molto sensibile alle novità e le accoglie facilmente.
Quale categoria oggi vede di più?
Oggi, dopo un periodo di vendite quasi esclusivamente dominato dalla skincare, sta tornando anche la richiesta per il make-up.
Andate a cercare anche prodotti in farmacia e altri canali?
Abbiamo pochi marchi di farmacia e lavoriamo soprattutto sul selettivo. Di solito i progetti diventano di successo quando sono esclusivamente di Rinascente.
Anche voi cercate delle esclusive come fanno le catene Sephora e Douglas?
Assolutamente, noi siamo un po’ la casa delle fashion house. Soprattutto con i brand del lusso noi siamo proprio il tempio dove fare un lancio. Si parlava poco fa di noi nel caso di Saint Laurent per un lancio recente, adesso abbiamo un takeover di Armani nelle nostre vetrine e vari floor.
Entrando in Rinascente ci si imbatte subito nella parte cosmetica. C’è stata un’evoluzione su questo?
Sì, in una delle nostre ultime ristrutturazioni, che è Firenze, abbiamo destinato alla cosmetica il piano -1, che vediamo nei department store americani, ma meno in Italia. Devo dire che ci sta dando grandissimo successo. Ogni store è un vero e proprio polo d’attrazione, dove lo shopping diventa un’esperienza coinvolgente e gratificante.