Il colosso beauty ha grandi aspettative sul mercato della bellezza di lusso tricolore. “Un’opportunità”, l’ha definita Emmanuel Goulin, CEO della filiale italiana, affermando di voler concentrare le attività sulla convergenza tra online e offline.
Il neo eletto amministratore delegato di L’Oréal Italia, Emmanuel Goulin, ha condiviso i progetti e le alte aspettative che l’azienda ripone sul mercato tricolore. Tra gli obiettivi a breve termine c’è sicuramente la volontà di incrementare il traffico nelle profumerie attraverso l’innovazione, non più relativa solamente al prodotto, ma anche applicata ai servizi. D’altra parte un focus importante sul canale digitale, ancora indietro sul territorio nazionale rispetto ad altri Paesi, con la prospettiva di raddoppiare le vendite del segmento lusso online entro i prossimi tre anni. Goulin ha sottolineato anche la volontà di creare valore concentrandosi sui dati, sulla praticità dell’online e sull’esperienza dell’offline: la convergenza di questi elementi sarà fondamentale per il successo.
Qual è la sua percezione del mercato italiano?
Ho aspettative altissime perchè, soprattutto nel mondo del lusso, l’Italia è un Paese di imprenditoria e creatività, ed è una grande fonte di ispirazione per tutto il mondo della moda e della bellezza. Guardando ai numeri sono rimasto però un po’ sorpreso, perché in realtà il mercato beauty è più piccolo di quanto mi aspettassi. Mi ha stupito anche il fatto che il mercato del selettivo rappresentasse solo il 25% del totale, percentuale ridotta rispetto ad altri Paesi in Europa dove il rapporto è di circa il 35 per cento. Penso che ciò sia riconducibile a due motivi: il primo è legato a una distribuzione molto ampia e il secondo al mondo digitale, non ancora poco sfruttato rispetto alle sue potenzialità. Tuttavia credo che queso gap sia un’opportunità di crescita e ho grandi aspettative per il futuro della bellezza di lusso in Italia.
Quali sono le strategie per continuare a far crescere il segmento Luxe in Italia?
L’Oréal Luxe è diventata la prima divisione del gruppo L’Oréal a livello internazionale. Vogliamo creare valore, perché questo non è successo negli ultimi dieci anni. Siamo leader nel settore lusso e abbiamo una responsabilità in tal senso. Dobbiamo lavorare sulle modalità per riportare i consumatori nelle profumerie e questo punto è importantissimo. Abbiamo oltre duemila profumerie in Italia e le transazioni medie al giorno sono solamente 35. Se si fa il confronto con le farmacie dove le transazioni sono 200 al giorno, il distacco è evidente. C’è quindi la doppia necessità di migliorare l’esperienza d’acquisto e di incrementare il traffico. Il secondo punto riguarda l’implementazione delle attività digitali e, in tal senso, sono convinto che entro il 2025 saremo in grado di raddoppiare le quote del mercato del lusso online in Italia. In Cina oggi circa la metà del traffico e delle vendite avviene online, e questo succederà anche in Italia.
Quando si parla di online si parla anche di e-commerce…
Nel mercato ci sono i ‘pure players’, che in Italia non sono molto sviluppati come in Germania o nel Regno Unito. Poi ci sono gli e-tailers come Douglas o Sephora, che stanno crescendo come canale distributivo e, infine, i siti di e-commerce diretto. Credo che ciascuno di questi canali fornirà informazioni diverse per aiutarci a far crescere la top line e a conoscere meglio come approcciare i consumatori nell’universo digitale.
Parlando della divisione Luxe, cosa può dirci in merito a cambiamenti e novità?
Stiamo investendo tanto in Italia e nei nostri brand. Il nostro portafoglio è eccezionale, con marchi in grado di raggiungere ogni tipo di cliente in tutti i canali disponibili. In Italia ci sono 16 brand, tutti con tantissimo margine di crescita. Abbiamo lanciato qualche mese fa il make-up di Valentino Beauty che ci sta dando ottime soddisfazioni e lanceremo a breve una nuova fragranza per Prada.
Avete intenzione di aprire nuovi negozi?
Non al momento. Siamo coperti sia sul retail diretto che con vari partner di vendita e siamo operativi online. Penso che la sfida sia cercare di rilanciare le profumerie, aiutandole anche a cogliere l’opportunità del digitale. Mi aspetto che l’Italia dimostri le sue capacità di innovazione, perché solo in questo modo faremo tornare le persone nei negozi riavvicinandole al nostro settore. Per molti anni il comparto beauty è stato guidato dall’innovazione nel prodotto, ora dobbiamo portare un’innovazione nei servizi e modernizzare i nostri canali, in modo che i consumatori siano curiosi di entrare nei nostri negozi.
Farete investimenti in tecnologia?
In L’Oréal si parla sempre di ‘beauty tech’ perché crediamo che l’innovazione sia importantissima per il mondo della bellezza, e la tecnologia lo sarà sempre di più soprattutto negli anni a venire.
Cosa pensa del fenomeno delle influencer che lanciano il loro beauty brand?
Si tratta di un nuovo mercato vero e proprio. Le celebrities creano subito brand awareness, fattore molto importante nel nostro settore per farsi conoscere. É sicuramente un trend del momento, ma sul lungo periodo staremo a vedere. Questo non è il business model che cerchiamo di perseguire, ovviamente noi collaboriamo con delle influencer ma non abbiamo dei brand di persone famose nel nostro portfolio.
Che valore ha per voi sostenibilità?
Vogliamo avere un impatto positivo sulla società e sul pianeta. Il gruppo ha iniziato un cammino di sostenibilità già 15 anni fa, e oggi stiamo accelerando con impegni molto chiari e concreti ed entro il 2030 ci siamo prefissati degli obiettivi molto ambiziosi. Entro il 2025 vogliamo diventare un Gruppo a emissioni zero in tutti i nostri stabilimenti, utilizzando l’acqua in maniera più sostenibile e prestando inoltre particolare attenzione sulla biodiversità.