Secondo gli ultimi dati diramati da Cosmetica Italia, uno degli elementi che sta facendo sperare il settore del beauty italiano in un ritorno in piena forma ai livelli pre-Covid è la rincorsa dell’e-commerce. Nel 2021 le vendite online di prodotti di bellezza sono aumentate del 23%, oltrepassando gli 870 milioni di euro. Certo, il valore è ancora limitato rispetto ai canali tradizionali, con un’incidenza inferiore al 10% del giro d’affari complessivo, ma è sicuramente un asset da tenere in considerazione perché in costante crescita. Per avere un confronto, basta guardare il peso delle vendite online nel 2018, quando erano inferiori ai 400 milioni di euro mentre nel 2019 sfioravano i 500 milioni.
Nel corso dell’ultimo Beauty Summit i vertici dell’associazione confindustriale hanno anticipato che nel 2022 il turnover legato alle vendite su internet dovrebbe superare il miliardo di euro, un ordine di grandezza che ormai segna il discrimine tra un trend effimero e il consolidamento di un nuovo ambito distributivo. C’è da sottolineare, poi, come ormai tutti i principali gruppi del beauty si siano attrezzati per presidiare direttamente l’online mettendo in piedi uno store diretto e creando un team interno dedicato. Inoltre, oltre alle vendite sui propri canali e-commerce, i prodotti di bellezza hanno ormai trovato una distribuzione capillare anche sulle principali piattaforme di e-commerce generaliste.
Insomma, sono tutti fattori che denotano una certezza: all’orizzonte non si vedono elementi che potrebbero indurre a pensare che l’avanzata dell’e-commerce anche nel mondo delle bellezza sia semplicemente un trend legato alle abitudini d’acquisto nel periodo della pandemia. Tutt’altro. Basta guardare l’estero, storicamente anticipatore delle tendenze di consumo oltre che delle novità tecnologiche. A livello globale l’e-commerce continua a crescere e ormai vale 51 miliardi di euro, un valore che rappresenta il 23% del mercato totale della bellezza.
Il ‘new normal’ potrebbe quindi lasciare in eredità un asset in più per le aziende di cosmetica, il che consentirebbe quindi di aumentare la quota dei consumatori, puntando su segmenti meno fidelizzati all’acquisto di prodotti di bellezza all’interno dei canali tradizionali.