Dopo il periodo di pandemia, l’industria della bellezza ha dovuto cambiare i suoi parametri. Il sistema quindi, ha attivato una reazione, e sta rivedendo progetti e strategie per confermarsi competitivo nei nuovi scenari. Oggi la sfida si gioca sul campo della ricerca scientifica, dell’ intelligenza artificiale e della responsabilità ecologica e sociale. I nuovi modelli di business che si fondano su queste nuove richieste dei consumatori, saranno quelli vincenti.
Valutare i nuovi modelli di business che si stanno definendo per rispondere in maniera efficace alle nuove sfide poste dal mercato. Questo e tanti altri i temi discussi durante il 6° Pambianco Beauty Summit organizzato in collaborazione con Cosmetica Italia. L’evento, dal titolo “La Beauty Industry e i nuovi modelli di business. Innovazione, Sostenibilita’ e Ricerca”, si è svolto il 27 aprile a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana, ed è stato caratterizzato da una ricca serie di interventi tenuti da protagonisti di spicco del mondo della bellezza. I relatori sono stati introdotti e intervistati da David Pambianco, CEO di Pambianco, che ha messo in evidenza quanto “tutte le testimonianze che abbiamo avuto hanno raccontato le novità in termini di prodotto di canali distributivi, anche di struttura azionaria perchè varie aziende ormai hanno dei soci finanziari con cui condividono i piani di sviluppo più proattivi, se non aggressivi rispetto a quello che è la gestione normale di un’azienda familiare. Quindi un settore in salute che sta manifestando un grande dinamismo e credo abbiamo anche delle grosse prospettive di sviluppo per il futuro”. Tre le parole chiave per la ripresa indicate per il futuro bisognerà puntare sull’innovazione, il digitale e la conoscenza dei consumatori e investimenti, le risorse finanziarie saranno sempre più importanti per fare progetti di sviluppo seri.
Benedetto Lavino, VP di Cosmetica Italia, ha analizzato lo scenario del settore cosmetico nazionale “I valori preconsuntivi sul 2021 – ha commentato Lavino – sono leggermente al rialzo rispetto alle precedenti stime e dimostrano la natura anelastica del comparto. Anche davanti agli elementi di incertezza che caratterizzano l’attuale situazione, le previsioni per il 2022 sono all’insegna di un graduale recupero dei valori pre-crisi. Questo è possibile grazie alla costante propensione all’investimento in ricerca e innovazione del nostro settore, una tendenza che risulta cruciale in un’ottica strategica di adattamento alle evoluzioni del mercato, continuando a mantenere elevati standard di offerta”. Inoltre il vice presidente di Cosmetica Italia, ha nesso in evidenza quanto l’e-commerce sia il vero fenomeno di crescita del settore beauty industry nel 2020 in Italia e “anche nel 2021 si è rivelato uno dei canali primari. Infatti secondo le stime nel 2022 il giro d’affari supererà il miliardo di euro, mentre per ora siamo a quota di 871 milioni di euro. Quanto al fatturato di tutto il mercato, nel 2022 salirà del 10% sul 2021 mentre l’export avrà una crescita del 14%”. Secondo le elaborazioni dell’Ufficio studi di Cosmetica Italia, le previsioni del fatturato cosmetico per il 2022 sono previste in 12,1 miliardi di euro. Positive anche le proiezioni per il 2023, che prevedono 12,5 miliardi di euro di fatturato. A seguire Alessio Candi, consulting e M&A director di Pambianco, ha presentato la ricerca “La Beauty Industry e i nuovi modelli di business” in cui ha analizzato l’andamento del settore a livello globale. Come anticipato da Cosmetica Italia per quanto concerne il mercato interno, anche a livello mondiale il settore beauty è cresciuto dell’8% attestandosi sui 218 miliardi di euro e recuperando solo parzialmente rispetto al 2019 (erano 220 nel 2019). Tutte le categorie merceologiche sono state in crescita con lo skincare che vale il 42% del mercato. Anche secondo la ricerca altro elemento fondamentale è dato dall’e-commerce che continua a crescere (+16% nel 2021) e vale 51 miliardi, pari al 23% del mercato. I principali trend in atto nel settore sono il continuo lancio di nuovi brand promossi da influencer e celebrities, la concentrazione con diverse operazioni di M&A realizzate in Italia e all’estero, l’omincanalità ed infine la sostenibilità, sempre più al centro della ricerca di ogni marchio “Nel settore della cosmesi – ha sottolineato Candi – l’Asia, in particolare la zona Nord, si conferma il principale punto di riferimento con il 35% del mercato complessivo: nel 2021 infatti ha segnato un giro d’affari di 76 miliardi di euro. Seguono l’America del Nord con 57 miliardi e l’Europa con 48 miliardi”. La mattinata è quindi proseguita con una chiacchierata informale fra Barbara Lunghi, Head of Listing Sales Italy di Borsa Italiana e Pietro Oriani, Chief Financial Officer di Intercos Group, azienda quotata con ottimi risultati su Euronext Milano dallo scorso novembre. “Borsa Italiana è un ambiente – ha proseguito Lunghi – una vetrina naturale per le società ambiziose che desiderano raccogliere capitali per la crescita, dare visibilità alle proprie ambizioni, attrarre talenti, internazionalizzare, investire in innovazione, quindi molte società oggi presenti potranno ambire all’accesso del mercato pubblico dei capitali. Oggi abbiamo rappresentato e ospitato il caso di Intercos una società del settore con una leadership globale che si è quotata nel novembre 2021 raccogliendo circa 350 milioni di euro di capitale e che ha segnato la via per altre società che ne seguiranno l’esempio. Molte altre sono quotate o hanno all’interno del proprio bouquet di business line il settore della cosmetica, società che utilizzano il mercato dei capitali e il mercato principale, sia il mercato di crescita Euronext Milan che consente anche alle aziende di minore dimensione un accesso graduale in Borsa. Borsa Italiana oggi fa parte del gruppo Euronext una listing franchise, infrastruttura leader a livello europeo che ospita circa 2000 società quotate e Borsa Italiana è la porta di accesso domestico a questo grande pool di liquidità fatto di investitori domestici, internazionali, europei, americani, anglosassoni e asiatici”. Il settore del lifestyle nel suo complesso ha circa 45 società quotate con oltre 90 miliardi di euro di capitalizzazione e “vediamo che anche le società che hanno all’interno un’anima beauty, cosmetica, pharma tendono ad aumentare il proprio interesse verso la quotazione in Borsa”, ha concluso Lunghi. Il beauty è anche un settore estremamente per i fondi di private equity. “Come fondo – ha dichiarato Walter Ricciotti, managing partner di Made in Italy Fund intendiamo continuare a investire in questo settore, che ha dato prova in questi ultimi anni di buona resilienza e di una ineguagliabile capacità di innovarsi e reinventarsi, per intercettare i nuovi trend. Le aziende di questo segmento, grazie al supporto di un fondo come il nostro, possono accelerare il loro processo di crescita e sviluppo, digitalizzarsi e consolidarsi, diventando maggiormente competitive a livello globale, anche attraverso operazioni di M&A e Add-on”.