Indicatori di mercato positivi per la bellezza che si stima svetterà a quota 12,5 miliardi di euro nel 2022. Quanto rilevato dall’Indagine congiunturale, dal Centro Studi di Cosmetica Italia, delinea infatti una netta ripresa del settore che interessa trasversalmente tutti i canali. Secondo i dati preconsuntivi 2021, infatti, il fatturato globale del settore cosmetico è pari a 11,7 miliardi di euro, con una crescita del +10,2% rispetto al 2020. Anche le esportazioni corrono e mettono a segno un +13% toccando un valore di 4,7 miliardi di euro.
“Le prospettive di ripresa per l’anno in corso sono evidenti – ha affermato Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia – tanto che le stime elaborate in questi giorni prevedono una chiusura del 2022 prossima ai 12,5 miliardi di euro; un valore di fatturato superiore a quello registrato dalle imprese cosmetiche nel 2019, prima della pandemia, quando superava di poco i 12 miliardi di euro. La crisi ha avuto un deciso impatto sulla filiera cosmetica, che tuttavia ha dimostrato la propria capacità di andare oltre le difficoltà congiunturali e rimanere al passo con le richieste del mercato. Una propensione all’adattamento a una realtà in continua evoluzione che è testimoniata anche dai mutamenti in corso nelle catene di approvvigionamento e produzione in termini economici, sociali e ambientali”.
Entrando ulteriormente nel dettaglio delle rilevazioni, vanno evidenziate diverse variabili che hanno influenzato le analisi del Centro Studi di Cosmetica Italia; accanto alle citate catene di approvvigionamento e alle rimodulazioni legate alla pandemia, incidono infatti sugli scenari dei prossimi mesi la situazione geopolitica, i rincari dei costi energetici, delle materie prime e dei servizi logistici. L’andamento dei singoli canali distributivi fa emergere chiaramente un loro riposizionamento, legato alla formulazione e allo sviluppo di un nuovo modello di business in risposta all’emergenza sanitaria. I canali professionali, acconciatura (+22,1%) ed estetica (+28%) chiudono il 2021 con una crescita notevole e un valore rispettivo di 554 e di 215 milioni di euro; un incremento prevedibile nel contesto di un confronto diretto con un 2020 difficile, anche a causa delle chiusure.
L’e-commerce rientra tra i canali che evidenziano trend marcatamente positivi e registra un aumento pari al +23,2%, confermandosi, con un valore di 870 milioni di euro, come una scelta ormai irrinunciabile nelle mutate abitudini dei consumatori. La profumeria, pur condizionata da nuove modalità di acquisto che hanno spostato i consumi anche verso altri canali, raggiunge un +22,6%, posizionandosi, con un valore di oltre 1,88 milioni di euro, al secondo posto, accanto alla farmacia, per vendite di cosmetici in Italia. Segnali di ripresa arrivano dall’erboristeria, con un +13,8% e un valore di 370 milioni di euro, che lascia emergere al suo interno andamenti diversi tra monomarca e punti vendita tradizionali. La farmacia, che rispetto agli altri canali ha sempre contenuto i cali, chiude il 2021 con un trend pari a +2% per un valore di 1,84 milioni di euro a fine esercizio.
La stessa crescita (+2%) viene registrata dalle vendite dirette (porta a porta e per corrispondenza) che, diversamente dagli altri canali che negli scorsi anni hanno subito forti contrazioni, non mostrano una decisa ripresa e si attestano a 345 milioni di euro. La grande distribuzione conosce invece un rialzo pari a 1 punto percentuale, segnalando un andamento costante negli ultimi esercizi e pressoché indifferente agli effetti della pandemia (4.500 milioni di euro).
Infine, il fatturato del contoterzismo registra un +8%, sicuramente influenzato dalla ripresa dei mercati internazionali (prossimo ai 2 miliardi di euro).
“Si percepisce il desiderio dei consumatori di riprendere il presidio della quotidianità e la libertà sulle scelte di acquisto: i brand possono fare leva su informazioni dettagliate e opzioni di offerta facilmente confrontabili – ha sottolineato Gian Andrea Positano, responsabile Centro Studi di Cosmetica Italia –. Forte anche la volontà di uscire dai propri confini ed esplorare, giocare e accogliere nuove esperienze, sia virtualmente che nel mondo fisico: si punta a rendere ludica l’interazione con il consumatore in contrapposizione allo stress generato dalla pandemia”.