“Tutto è nato perché mentre gestivo il mio centro estetico necessitavo di vendere una linea di creme, che abbiamo quindi provato a mettere online. Poi la cosa ci è un po’ sfuggita di mano”. Queste le parole di Cristina Fogazzi founder di Re-forme (Veralab) intervistata da David Pambianco.
“Con 2 flagship e 112 porte l’offline performa a sostegno dell’online”. Queste le parole di Cristina Fogazzi founder di Re-Forme, intervistata da David Pambianaco durante il 5° Beauty Summit di Pambianco in collaborazione con Cosmetica Italia. Icona ironica, coinvolgente ed eccentrica, attorno al suo personaggio ha costruito il brand della propria attività. La sua community cresce sull’onda delle Instagram stories dedicate ai trattamenti contro la cellulite (suo core business), all’arte che è la sua grande passione, all’attualità, alla polemica social anche soprattutto contro il culto della fisicità perfetta.
Cristina Fogazzi ha iniziato la scalata al successo con un blog, Estetistacinica.it, grazie a cui è riuscita a cambiare l’approccio alla beauty experience, puntando professionalità, ironia ed empatia. Presto è diventata una promettente start up con la piattaforma di e-commerce VeraLab.it, grazie al passaparola e al contributo delle moltissime follower, che si sono affidate ai consigli dei suoi post, ai rituali di beauty therapy del suo centro estetico Bellavera di Piazza Buonarroti a Milano e, soprattutto, ai suoi prodotti di bellezza VeraLab, decretando questo brand fra i più apprezzati e acquistati del mercato. Oggi con oltre 850mila follower su Instagram, Cristina Fogazzi guida una vera e propria azienda che conta circa 60 dipendenti.
Come è nata l’idea di lanciare una linea di creme ?
Oggi fanno tutti una linea di creme… Quando l’ho fatta io questa tendenza non c’era e in realtà io volevo semplicemente una linea di creme per il mio centro estetico di Milano. Poi chi mi seguiva sul blog L’Estetista Cinica mi ha suggerito di creare una piccola piattaforma per la vendita online e così è cominciata. Poi la cosa ha cominciato a crescere. Ma ho capito bene che non le compravano solo le mie amiche quando ho lanciato delle bende in cui non credeva nessuno, nemmeno il mio socio, mentre io sì. Ne abbiamo ordinate 50 pezzi. Ne abbiam vendute 186 in un’ora, che ovviamente non avevamo…. A quel punto mi sentivo già Steve Jobs, mi vedevo a fare la presentazione del nuovo iPhone. Noi fino a lì spedivamo gli ordini dal centro estetico, ma 186 confezioni di bende fanno 186 chili di sali quindi ho dovuto trovare una logistica e da quel momento ho capito che se volevamo fare questo gioco non lo potevamo fare più come fossimo in un sottoscala.
Oggi infatti il marchio Veralab, oltre che sul sito di e-commerce è presente in Rinascente, nei punti vendita Pinalli e in alcuni store Naïma. Come state crescendo a livello retail?
Negli ultimi anni siamo cresciuti tanto a livello retail. Gli store diretti sono a Milano e a Roma e da poco abbiamo aperto all’interno del concept store veneziano Fondaco dei Tedeschi. Inoltre di recente siamo entrati anche nel canale farmacia. Ad oggi siamo presenti in 112 (raddoppiate rispetto al 2020) porte che potrebbero diventare al massimo 200…non mi interessa essere su tanti scaffali, ma su quelli giusti e che il mio prodotto sia presentato e spiegato alla cliente nel modo corretto.
Pensate di aprire altri monomarca in Italia?
Forse uno a Firenze. E poi mi piacerebbe in futuro sicuramente avere un flagship store a Milano in una via più centrale. Comunque la mia intenzione è di avere pochi negozi ma super esperienziali.
Il negozio di Milano è n concept store speciale e coinvolgente in cui lasciarsi sedurre dagli elementi ludici, in cui scoprire e riscoprire i prodotti Veralab, in cui concedersi il piacere di una consulenza personalizzata.
Per quanto riguarda i numeri?
Stiamo crescendo molto bene e dove abbiamo aperto negozi stiamo generando vendite in crescita senza perdere quote dall’online. Per dare numeri più corretti bisognerà aspettare il Black Friday e il periodo del Natale che per le nostre vendite sono fondamentali. Nei primi 6 mesi abbiamo fatturato circa 4,8 milioni al mese e per ora proiettiamo una stima di oltre 60 milioni di euro… ma come dicevo è ancora presto.
E per il futuro guardate all’estero?
È complicato, il 2020 ha spostato i piani di tutti. In questo momento è difficile fare dei piani, fino a quando non capiamo quando questa situazione si stabilizza. Il prossimo passo quest’anno sarebbe stato potenziare il retail, ma i negozi sono stati chiusi per buona parte dell’anno. Pensare all’estero, come fai tra frontiere aperte e chiuse? Però mi piacerebbe metterci il naso all’estero. Il progetto di internazionalizzazione con VeraLab doveva essere già in essere ma purtroppo la pandemia ha bloccato tutte le nostre strategie. Abbiamo comunque l’intenzione di riprovarci in particolare in Paesi come Francia, Spagna Germania e Uk e cominceremo a fine anno a fare un piano industriale più obiettivo e concreto.
Avrete avuto contatti da fondi e aziende?
Per il momento non è nelle nostre priorità perché siamo cresciuti tantissimo e in questo momento dobbiamo strutturarci. Abbiamo generato nel 2020 un ebitda stellare del +33% e al momento vogliamo ancora camminare da soli.
Come si dividono le vendite di Veralab?
Abbiamo un solo asse della cura del viso e corpo. Sicuramente abbiamo intenzione di aggiungere un altro asse… ma ad oggi è ancora top secret! Tra viso e corpo vendiamo di più i prodotti skincare perché i prodotti per il corpo hanno una maggiore stagionalità e meno referenze.
Avete numeri che fanno invidia a tutti, cosa richiederà la maggiore attenzione nei prossimi tre anni?
Sicuramente dobbiamo continuare a consolidare la nostra posizione e affermare il brand sul mercato. La domanda su quanto durerà il mio marchio se la fanno tutti! Mi piacerebbe tra tre anni rispondere sono ancora qua!