A oltre un anno dallo scoppio della pandemia, i valori pre-consuntivi sul 2020 dettagliati ne I numeri della cosmetica redatti da Cosmetica Italia evidenziano come il mercato abbia subito importanti trasformazioni, legate non solo alle differenti restrizioni, ma anche all’attitudine da parte dei consumatori verso nuove modalità e abitudini di acquisto.
“Una parola – commenta Renato Ancorotti, presidente Cosmetica Italia – che ha caratterizzato più che mai l’operato delle nostre aziende è stata responsabilità. Fin dallo scoppio dell’emergenza sanitaria il settore ha offerto il proprio contributo attraverso numerose azioni: dalla donazione di detergenti e igienizzanti, alla conversione di intere linee produttive, alla raccolta di fondi per le strutture sanitarie. Cosmetica Italia stessa ha collaborato con istituzioni, imprese associate e operatori del settore per garantire l’accesso ai prodotti cosmetici e di igiene personale e la continuità dei servizi di cura della persona. La cosmesi è e vuole continuare a essere un’industria che fa bene al Paese: è necessario ripartire, rispondendo in sicurezza alla richiesta di benessere della popolazione, ma al contempo potendo contare su un contesto di stabilità su cui poter costruire la ripresa”.
Grazie alla propria naturale inclinazione all’anticiclicità e alla resilienza, il settore cosmetico ha retto molto meglio di altri comparti alle significative e inaspettate evoluzioni avvenute nel corso dell’ultimo anno.
I numeri chiave che descrivono il 2020 del settore cosmetico sono di segno negativo, seppur meno critici di quanto inizialmente ipotizzato: il fatturato globale ha toccato i 10,5 miliardi di euro (quasi -13% rispetto al 2019), in calo anche i valori del mercato interno (circa -10%) e delle esportazioni (-16,7%). Ad eccezione dell’e-commerce (+42% rispetto al 2019), tutti i canali distributivi hanno subito delle contrazioni in confronto all’esercizio precedente; in alcuni casi, come nei canali professionali, condizionati dalle ripetute chiusure (acconciatura -28,5% ed estetica -30,5%), si è trattato di cali particolarmente consistenti.
I consumi di cosmetici hanno registrato un andamento negativo trasversale, ad eccezione delle famiglie di prodotto che hanno caratterizzato, e stanno contraddistinguendo, l’attraversamento della crisi da Covid-19: si tratta dei prodotti legati all’igiene corpo (+6,3%), alla cura dei capelli (+3,9%) e all’igiene orale (+1,4%). In particolare, gli andamenti più significativi in termini di crescita sono emersi tra saponi liquidi (+35%), coloranti e spume coloranti per capelli (+30,4%) e prodotti depilatori (+5,3%). Complici i condizionamenti nella socialità e nelle abitudini legate alla vita professionale e personale, i cali più importanti si sono riscontrati invece nella categoria della profumeria alcolica (-21,5%) e nelle diverse tipologie di make-up; particolarmente significative sono le performance negative di correttori guance, fard e terre (-28,7%), fondotinta e creme colorate (-29%) e rossetti e lucidalabbra (-35,8%).
“Delineando uno scenario di previsione per il 2021 – evidenzia Gian Andrea Positano, responsabile Centro Studi di Cosmetica Italia – al momento possiamo ipotizzare due differenti curve di andamento: una ottimistica e una pessimistica, ovviamente legate all’evoluzione della pandemia. Lo scenario più ottimistico propone una crescita, a fine 2021, di quasi nove punti percentuali, mentre lo scenario più pessimistico evidenzia una più rallentata crescita di poco superiore ai cinque punti percentuali. L’indagine flash sul sell-in nei primi tre mesi 2021 ricalca lo schema della medesima analisi proposta per tutto il 2020, confermando la evidente ripresa, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, anche se i livelli di crescita fanno supporre un ritorno ai valori pre-crisi non prima del 2022″.