Un segmento in piena espansione, dove la domanda è alimentata da consumatori sempre più consapevoli e informati. Parliamo dei cosmetici green, oggetto del desiderio di clienti che, ancor più nel 2020, hanno visto acuirsi la propria sensibilità rispetto a temi come la salute, la tutela dell’ambiente, quella degli animali, e che nella cosmesi cercano dunque ingredienti a basso impatto. Tuttavia, individuare prodotti realmente bio non è semplice: a livello normativo non esiste una definizione univoca dei concetti di ‘naturale/bio’ e ‘sostenibilità ambientale’ riferita ai cosmetici. Allo scopo di permettere le rilevazioni statistiche sul settore, Cosmetica Italia ha sentito l’esigenza di tracciare un perimetro di classificazione individuando due aree: cosmetici a connotazione naturale/biologica (quelli in cui si riscontrano, tra gli altri, un alto numero di ingredienti biologici o di origine naturale nella composizione formulativa, nonché la conformità allo standard internazionale ISO 16128) e i cosmetici con connotazione di sostenibilità ambientale/green (qui l’attenzione è sul ciclo di vita del prodotto e/o le politiche corporate dell’impresa verso la sostenibilità ambientale, sociale ed economica).
Va a vantaggio dei consumatori anche la possibilità di cercare prodotti che godano di una certificazione bio, che viene rilasciata quando sono stati superati accurati controlli. Le principali certificazioni green o organismi certificatori oggi includono Ccpb, Natrue (acronimo di True Friends of Natural and Organic Cosmetics), attestazioni del consorzio Icea (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale) o di Aiab (Associazione Italiana Agricoltura Biologica), Ecocert e BioAgriCert (organismo che dà alle aziende anche la possibilità di certificare in base al disciplinare VeganCert). A questi si aggiungono Ecolabel UE, marchio europeo che certifica il ridotto impatto ambientale dei prodotti, nel loro intero ciclo di vita, secondo il regolamento CE n. 66/2010, e la dicitura ‘Nickel, cromo e cobalted tested’, che verifica che le concentrazioni di metalli siano inferiori a una determinata soglia.
IL CONTRIBUTO DI NATRUE
“La pandemia Covid-19 ha avuto un grande impatto non solo sul modo in cui i consumatori percepiscono i cosmetici, ma anche sulle caratteristiche che devono avere – ha spiegato Natrue a Pambianco Beauty -. C’è più consapevolezza ora sull’importanza di prendersi cura dell’ambiente e della biodiversità, ma anche del proprio benessere. Per questo motivo, molti consumatori richiedono sempre più prodotti sostenibili con ingredienti naturali acquistati in modo responsabile ed etico. Sebbene vi sia stato un calo delle vendite di alcune categorie di prodotti per la cura della persona, saponi, gel e prodotti per la cura delle mani hanno registrato una forte crescita. Anche i cosmetici per la cura della pelle, principalmente del viso e del corpo, sono rimasti una categoria popolare tra i consumatori durante la pandemia”.
Il nuovo standard 3.9 di Natrue riduce i livelli di certificazione dell’etichetta Natrue a due sole categorie, ‘naturale’ e ‘biologico’. Di pari passo con questa decisione, Natrue ha introdotto adattamenti per modernizzare i requisiti di formulazione nello standard per facilitare le esigenze dello sviluppo di prodotti innovativi, rimanendo fedele alla mission dell’associazione, che è garantire che le dichiarazioni sui prodotti naturali e biologici riflettano autenticità e soddisfino le aspettative dei consumatori. Quali sono però gli sviluppi normativi, a livello Ue e internazionale, di cui i produttori devono tenere conto? Il Regolamento 1223/2009 sui prodotti cosmetici, che rappresenta la base giuridica per la produzione e commercializzazione di prodotti cosmetici nell’Ue, sarà adattato e aggiornato nei prossimi mesi. Ci sono una serie di sostanze che saranno valutate dal Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori (Sccs) per stabilire l’uso nei cosmetici. “Ad esempio – prosegue Natrue-, la Commissione europea dovrebbe pubblicare la sua prima relazione annuale sulla situazione dei nanomateriali nei cosmetici nel primo trimestre del 2021. Vengono valutate le sostanze a rischio, sospettate di essere cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione (CMR) o gli interferenti endocrini (DE) dal Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori (SCCS) per stabilirne l’uso controllato entro limiti di sicurezza o il loro divieto nell’uso di cosmetici nell’Ue”. Attualmente è in corso la valutazione di diverse opzioni per l’etichettatura degli allergeni dei profumi. Possiamo anche aspettarci ulteriori sviluppi riguardo alle raccomandazioni sull’uso di cannabis e sostanze correlate alla cannabis nei cosmetici da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che potrebbero avere un impatto sulla regolamentazione di tali sostanze a livello dell’Unione europea e nazionale. “Infine – conclude Natrue -, un divieto di microplastiche nei cosmetici può essere previsto nell’Ue entro il 2022, una volta che la Commissione europea e gli Stati membri dell’Ue concorderanno una decisione sulla restrizione finale, prevista nel 2021. Diversi Paesi europei come Danimarca, Francia, Italia e la Svezia stanno già proponendo restrizioni o hanno già implementato divieti su queste sostanze nei cosmetici da risciacquare”.
COMUNICARE LA SOSTENIBILITÀ
In questo scenario l’industria della bellezza ha iniziato ad attuare o a rafforzare le proprie strategie di sostenibilità ambientale, con un impegno diffuso a misurare gli impatti di prodotti e produzioni. In particolare, le aziende pongono particolare attenzione ai processi produttivi in termini di emissione di CO2, consumi di acqua, gestione dei rifiuti e risparmio energetico, ma anche ai materiali che costituiscono il packaging, alla gestione dell’intera filiera (approvvigionamento materie prime, trasporto, logistica, etc..) e, come detto in precedenza, alla presenza di certificazioni di prodotto. “Gli investimenti in progetti di sostenibilità – ha spiegato a Pambianco Beauty Matteo Locatelli, vice presidente di Cosmetica Italia – sono spesso in fase iniziale. Per questo l’associazione ha avviato un grande sforzo per affiancarsi alle aziende e guidarle su questi temi. La sostenibilità è e sarà sempre di più un driver di crescita, ma tradurre dei principi in pratiche virtuose può richiedere un significativo cambiamento dei processi e dell’organizzazione delle imprese”.
Dal 2017, Cosmetica Italia Servizi e Green Bocconi accompagnano le aziende cosmetiche nel percorso di sviluppo delle loro performance ambientali, con il progetto ‘Sostenibilità in azienda’. L’edizione 2021 dell’iniziativa ha preso il via nelle scorse settimane, offrendo nuove occasioni di approfondimento; nella pratica, un consulente di Green Bocconi fa visita all’azienda e individua pratiche già di per sé virtuose, e dunque da potenziare e da trasformare in veri e propri progetti di sostenibilità. “Cosmetica Italia – ha continuato Locatelli – da quest’anno è attiva anche sul fronte della Sostenibilità Internazionale con percorsi dedicati supportati da Quantis. L’interesse per i nostri webinar è termometro dell’interesse per questi temi: il coinvolgimento è molto alto, ma è fondamentale passare dalla teoria alla pratica con il supporto di una corretta comunicazione. Da qui l’idea di percorsi di coaching. Tra i temi di approfondimento fondamentali anche le normative ambientali in vigore nei diversi mercati, il Green Deal europeo e gli obiettivi al 2030”. La necessità delle aziende, infine, è quella di ampliare l’organico con figure professionali a cui affidare la supervisione delle iniziative di sostenibilità.