In seguito al decreto 26 aprile 2020, parrucchieri e centri estetici aspetteranno fino a giugno per la riapertura. Ma come cambierà l’esperienza nei saloni? Uala ha intervistato oltre 3.000 utenti in Italia e ha confrontato le risposte con quelle di più di 250 gestori di saloni, nonché di una selezione di top manager delle principali aziende beauty, provando a tracciare i confini della realtà con cui si dovrà convivere a breve.
Dal sondaggio emerge che l’84% degli italiani anche durante la quarantena si è preso cura di sé. Tra coloro che non hanno rinunciato a volersi bene, il 29% lo ha fatto acquistando prodotti professionali. I clienti si sono rivolti spesso ai loro professionisti di fiducia per individuare il giusto prodotto ma non per acquistarlo, finalizzando l’ordine online sui siti ufficiali dei produttori o sui siti multibrand (73%). I saloni, per non perdere questa opportunità, dovranno perciò cominciare col dotarsi di un sito e-commerce funzionale e facile da utilizzare, essere allineati ai prezzi di mercato dei prodotti rispetto a quelli praticati dai siti e-commerce dei singoli brand e multibrand e curare l’esperienza della consegna, sfruttando la prossimità e la presenza sul territorio come vantaggio competitivo. Una consapevolezza, quella di presidiare l’online per la vendita dei prodotti, che non sembra ancora consolidata tra i saloni. L’indagine evidenzia infatti una certa reticenza del settore rispetto all’innovazione, che rischia di essere la grande sfida persa dai saloni di bellezza nella fase 2: solo il 33% dei saloni in Italia considera il canale online come imprescindibile dopo il lockdown. Il 34% è ancora indeciso e il 33% lo considera solo uno strumento temporaneo o a cui è sostanzialmente contrario.
Riguardo agli orari di apertura allungati, più della metà degli intervistati (51%) dichiara che sarebbe disposto a recarsi in salone anche dopo le 21, pur di trovare posto. Meno gettonate le fasce orarie mattutine (es. le 6.30), preferite solo nel 17% dei casi. Il rischio di perdere clienti in caso di gestione inefficace è alto: il25% degli utenti dichiara che se non troverà posto negli orari che desidera abbandonerà l’idea di recarsi in salone e opterà o per il fai da te o per un salone concorrente. Una richiesta, quella di una maggiore flessibilità, che parrucchieri ed estetiste sembrano già pronti ad accogliere: Il 73% dichiara infatti di essere disposto ad ampliare gli orari di apertura, riorganizzando i turni dei collaboratori, al fine di diluire l’afflusso dei clienti nel corso di tutta la giornata.