È in arrivo un ‘upside down’ per il mondo dei parrucchieri. Se creatività e aiuti istituzionali saranno messi in gioco, ci si aspetta una sorta di ‘nuova era’ per gli acconciatori (e anche per i centri estetici): lo raccontano a Pambianco Beauty Davines e Pettenon Cosmetics, due tra i principali attori del canale professionale in Italia, che innanzitutto chiedono al Governo di aprire i saloni di bellezza il prima possibile. La task force di Vittorio Colao sta studiando la Fase 2 a partire dal 4 maggio, data nella quale, molto probabilmente sarà esclusa la ripartenza dei saloni professionali, che avverrà più avanti. Gli operatori del settore ritengono invece necessaria un’apertura anticipata perché parrucchieri e centri estetici saranno sottoposti a vincoli di sicurezza particolarmente stringenti. Questi centri, infatti, per le caratteristiche peculiari della loro attività, non possono garantire uno spazio di un metro e mezzo tra l’operatore e il cliente, come richiesto dalle misure di distanziamento sociale. “Ma ci sono altre soluzioni – afferma Davide Bollati, presidente di Davines – che acconciatori ed estetiste possono adottare. Ad esempio, nuove forme di posizionamento e diverse tecniche di manualità che permettono di evitare il contatto ravvicinato, così come l’uso di mascherine più performanti di quelle chirurgiche, i guanti e l’igienizzazione degli strumenti. Noi abbiamo raccolto le best practices che sono state sperimentate nei Paesi asiatici e nel nord Europa, e anche in Austria, che sta aprendo i saloni di bellezza proprio questa settimana”.
Davines inoltre si è fatto promotore di un focus group formato da artigiani e professionisti per presentare alla pubblica amministrazione la proposta di riapertura anticipata e fornire il protocollo tratto dalle best practices per svolgere l’attività in piena sicurezza.
Una vision ancora più ‘rivoluzionaria’ sul futuro del settore l’avanza Federico Pegorin, AD di Pettenon Cosmetics, che prospetta nuovi format in cui si potrà svolgere l’attività del parrucchiere, una sorta di ripensamento creativo della professione: “Apriranno nuovi saloni, molto grandi, in modo che possano ospitare tante postazioni con ampi distanziamenti. Penso a spazi di 1.000 metri quadrati o più, che saranno probabilmente dislocati nelle periferie. Inoltre, nasceranno nuovi modelli di business, come le ‘poltrone in affitto’, già diffuse negli Stati uniti, dove il proprietario di un grande immobile affitta gli spazi a diversi professionisti”. Potrà succedere quindi, che sotto lo stesso tetto, si troveranno all’opera parrucchieri di diverse insegne, in ampi ambienti dotati di una quarantina di posti e oltre.
Pegorin spiega che andranno ripensati anche i tempi di svolgimento dell’attività: “Probabilmente si ragionerà sull’apertura dei saloni 7 giorni su 7, e anche su un allungamento delle giornate lavorative. Inoltre, sarebbe utile che le donne si recassero dal parrucchiere nel corso della settimana, per sfoltire il flusso nel weekend, che diventerebbe davvero insostenibile. Questo comporta che le lavoratrici possano godere facilmente di una flessibilità di orario che le permetta di assentarsi durante la settimana. Bisogna cominciare a ragionare in modo nuovo e i titolari delle aziende devono rivedere l’organizzazione e i tempi del lavoro, con più elasticità”.
Lo scenario tratteggiato, tra nuovi format e diverse tecniche di manualità, richiederà tempo per svilupparsi. Nell’immediato, “è importante sbloccare il settore – riprende Bollati – perché i parrucchieri e i centri estetici lavoreranno su appuntamento con una persona alla volta, con tutte le strumentazioni di sicurezza. Il che significa che si allungheranno i tempi, aumenteranno i costi e si ridurrà la produttività. La sfida sarà un maggiore efficientamento. E poi c’è il problema degli extra-costi: saranno scaricati sui clienti? Ma, con la crisi economica in atto, le persone potranno sopportare un prezzo maggiore per andare dal parrucchiere?”.
La minore produttività dei saloni di bellezza avrà ripercussioni anche sull’industria di settore. “Abbiamo tenuto botta nel primo trimestre – conferma il presidente di Davines – ma nel secondo semestre prevediamo una decrescita a doppia cifra”. Scenario che si rivelerà difficile anche per Pettenon Cosmetics, ma l’azienda fa capo al gruppo Agf88 Holding, che è attivo anche nell’ingrosso e nella grande distribuzione, le cui vendite stanno performando bene e quindi compenseranno, secondo le stime della società, le perdite del canale professionale nella seconda metà del 2020.
Intanto, diversi operatori spingono sull’e-commerce come strada alternativa al canale tradizionale. Aldo Coppola ha appena lanciato lo store online per dare continuare a dare un servizio alle clienti in questo momento di distanza forzata. Lo shopping virtuale dell’insegna, che è stato realizzato in meno di due settimane, debutta con un nuovo logo, che vede la scritta ‘Aldo Coppola’ al di fuori della nota pennellata rossa, per dare il messaggio che si vuole essere ‘distanti ma uniti’. L’e-store dà la possibilità di conoscere e acquistare tutte le linee di prodotti a marchio Aldo Coppola e Shatush.
Anche Davines sta spingendo sull’e-commerce b2c con una formula particolare, cioè in collaborazione con i saloni di bellezza, per supportarli in questo difficile momento. Infatti nell’e-store vengono lanciate iniziative promozionali che permettono a Davines di devolvere parte del ricavato delle vendite ai saloni professionali.