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Consumi, la profumeria è l’unico canale che arretra

Crolla la teoria del ‘lipstick effect’

by Vanna Assumma
9 Aprile 2020

Per la prima volta da quando è stata pensata, cioè da oltre 100 anni, viene smentita la teoria del ‘lipstick effect’, secondo la quale crescono alle stelle i consumi di rossetti nei momenti di crisi. Ed è sempre avvenuto in diversi periodi di recessione nel passato. Questa volta non è più così. Banalmente per due fattori: primo perché le donne stanno molto in casa a seguito delle misure di distanziamento sociale, ritenendo superfluo indossare il rossetto; secondo, anche quando si aprirà la ‘fase 2’ e molte persone ricominceranno a recarsi nei luoghi di lavoro, lo faranno comunque con la mascherina, che renderà inutile ancora ‘colorare’ le labbra.

Insomma, per parecchi mesi, i lipstick avranno vita dura e probabilmente il crollo dei consumi riguarderà il make-up in generale, in quanto la situazione di ‘copertura parziale’ del viso non contemplerà l’uso del trucco, tranne che per gli occhi.

Va anche detto che, già nel 2019, c’è stato un ‘fuggi fuggi’ mondiale dal consumo di make-up a quello dello skincare. Le donne di tutto il mondo hanno smesso di comprare trucchi (o ne hanno ridotto gli acquisti) per rivolgersi invece alle creme, e questo è stato un forte stop per la produzione italiana. Infatti, il 50% dei rossetti nel mondo e il 65% di quelli europei sono realizzati in Italia, e precisamente nella ‘make-up valley’ lombarda, quel quadrilatero che ha i punti cardinali tra Crema, Bergamo, Milano e Agrate Brianza. Il crollo è evidente perché, per parecchi anni, c’è stato un vero e proprio boom del trucco, e tante aziende (anche di settori non legati alla bellezza) si sono lanciate nell’avventura del ‘color cosmetics’, debuttando con rossetti che promettevano infinite funzioni
e con mascara dai risultati via via sempre più ‘ultra’. Tutto questo fiorire di nuove linee, lanciate anche da influencer e cantanti internazionali, ha fatto sì che le commesse dei terzisti siano schizzate alle stelle negli anni scorsi e fino al 2018.

Dal 2019, invece, c’è stato il dietrofront e, con l’epidemia del Coronavirus, si dà una botta ulteriore a un segmento, quello del make-up, in forte difficoltà.

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