Le farmacie restano aperte, ma la bellezza non si vende. “La buona notizia è che, al contrario di quasi tutti gli altri canali di vendita retail, le farmacie sono aperte e stanno facendo registrare dati in incremento sia nell’affluenza che nelle vendite – sottolinea a Pambianco Beauty Antonio Pirillo CEO di Rougj -. Sappiamo bene che gli incrementi sono determinati da prodotti direttamente collegati alle esigenze specifiche determinate dall’emergenza sanitaria, ed è proprio questo che permetterà alle farmacie di rimanere in ottima salute economica e finanziaria per tutto il 2020”.
Le farmacie hanno visto un aumento significativo del traffico nelle ultime due settimane. “I primi numeri – dichiara Fabio Berchi amministratore delegato di Sifarma – parlano di una crescita del 6% a sell-out con un aumento dell’etico del 3% e del dermocosmetico del 2,5%. È interessante leggere che nel comparto dermocosmetico il fatturato cresce solo di un quarto rispetto al numero confezioni vendute, questo ci induce a pensare che le vendite siano sostenute soprattutto da prodotti per la detersione e antisettici. Infatti il comparto del trattamento è negativo e i prodotti per la cura delle mani inclusa la detersione, ha segnato un vero e proprio boom”. L’AD aggiunge che “le vendite online hanno segnato un passo decisamente positivo, in questo caso non misurabile a sell-out, ma solo a sell-in verso i nostri clienti diretti. I numeri nostri parlano di un +30% con la stessa ripartizione citata prima sui punti vendita”.
Dello stesso pensiero anche Giuseppe Ganassini, amministratore delegato di Istituto Ganassini: “Purtroppo il sell-in è piuttosto contratto, sia per l’impossibilità da parte dei venditori di andare a trovare fisicamente il farmacista sia perché in questo momento le farmacie sono oberate di lavoro per questa emergenza e non stanno quindi seguendo più di tanto le normali procedure sell in-sell out”.
Inoltre Ganassini ha già vissuto in parte questa situazione perché con i suoi marchi ha una forte presenza nel mercato cinese. “Il coronavirus – specifica Ganassini – è coinciso in larga parte con il capodanno cinese, periodo in cui storicamente il business rallenta molto. E’ comunque innegabile che il mercato offline ha subito per due mesi una fortissima contrazione. Rispetto però all’Europa il mercato online è molto più sviluppato e questo, nei limiti del possibile, ha beneficiato di questa situazione rafforzandosi ulteriormente e creando ulteriore abitudine presso i consumatori. In particolare noi abbiamo il 90% del nostro mercato online”.
Secondo l’AD è ancora presto per fare un bilancio, “sicuramente avremo perso del fatturato, anche perché il primo periodo è stato di emergenza e i consumi sono calati in generale. Vedremo nei prossimi due mesi come sono andate realmente le cose”.
Infatti la prima conseguenza del coronavirus , in questo momento, è che i classici prodotti cosmetici non curativi tipo make-up e skincare stanno facendo registrare un deciso calo nelle vendite, ma in considerazione del fatto che le farmacie stanno comunque incrementando i propri fatturati, “siamo estremamente fiduciosi che non appena riprenderà la normale attività commerciale del nostro Paese, le aziende del beauty che distribuiscono nel canale, saranno le prime a beneficiarne – conclude Pirillo – e proprio per questa ragione, in questo periodo del tutto anomalo, Rougj sta concentrando le proprie energie per accelerare lo sviluppo ed il lancio di nuovi progetti”.