Mercato in salute quello dell’industria del capello: l’analisi Pambianco sulle principali aziende italiane di haircare professionale per fatturato 2018, da cui sono escluse le filiali delle multinazionali, mostra segnali di crescita. In Italia, però, i saloni di bellezza hanno registrato l’anno scorso un fatturato sostanzialmente flat e ne consegue che il mercato interno non è il volano dell’industria haircare professionale. La ragione della crescita va ricercata nell’export, che sta andando a gonfie vele. Cosmetica Italia, infatti, ha evidenziato che le aziende di prodotti per capelli destinati ai saloni di bellezza esportano, in media, il 50% del loro fatturato, mentre il comparto generale delle aziende di bellezza italiane genera il 40% dei ricavi dall’export. Ne consegue che le imprese professionali esportano di più, a valore, rispetto alla media delle altre realtà del beauty.
Tornando all’analisi di Pambianco, nella top ten capitanata da Alfaparf Group con 236,8 mln di euro di ricavi, si nota che la maggior parte delle imprese ha chiuso l’anno scorso con il segno ‘più’ davanti al delta percentuale del fatturato, e solo tre società hanno tirato il freno. Queste ultime sono Alfaparf Group, il cui calo del 5% è dovuto, secondo quanto riferisce l’azienda, “all’effetto del deconsolidamento della filiale venezuelana per la perdurante crisi politica nel Paese”, nonché Specchiasol e Farmen, rispettivamente arretrate del 5% e del 10 per cento.
L’analisi Pambianco rileva anche dei picchi di redditività, come quello di Farmavita con un’incidenza sul fatturato del 53%, a cui seguono Alfaparf Group e Agf88 Holding che hanno entrambe un ebitda margin del 21 per cento.
I dati e l’approfondimento sull’analisi dei fatturati haircare sono pubblicati sul magazine Pambianco Beauty di dicembre 2019.