Nel nord Italia si vive meglio che al centro e al sud. A dirlo è la 21esima edizione della classifica annuale della qualità di vita delle città italiane elaborata da ItaliaOggi e Università La Sapienza di Roma in collaborazione con Cattolica Assicurazioni. I dati dimostrano che nel 2019 la qualità della vita in Italia è complessivamente migliorata. Guardando a dove si vive meglio, il balzo in avanti di Milano è notevole: dal 55esimo posto nella classifica della qualità della vita (dominata da città medio-piccole), sale al 29esimo, lasciandosi alle spalle Roma (passata dall’85esimo al 76esimo posto) e Torino (dal 78esimo al 49esimo).
Milano è inoltre medaglia d’oro nella classifica sul tenore di vita dei residenti: il capoluogo lombardo è infatti la prima provincia per reddito medio annuale pro capite, importo medio annuale delle pensioni, ricchezza patrimoniale pro capite e incidenza di sofferenze bancarie per prestiti alle famiglie. Ma il capoluogo lombardo primeggia anche per numero di start-up e di piccole-medie imprese innovative, nonché per la qualità della formazione, ed è tra i primi posti in Italia per tasso di occupazione. A seguire, nel gruppo di testa, ci sono Bologna, Monza e Brianza. Roma è solo 44°. Ultima, Crotone. Oggi sono 65 su 107 le province italiane in cui la qualità di vita è buona o accettabile: un dato che risulta il migliore degli ultimi cinque anni.
La differenza tra le province italiane non si gioca solo sulla contrapposizione nord-sud, ma anche sul divario nordovest e nordest, o tra province minori, caratterizzate da elevati livelli di qualità della vita, e grandi centri urbani.