Un mercato estremamente concentrato quello delle fragranze di nicchia. Secondo i dati dell’Osservatorio economico sulla profumeria artistica, promosso da Pitti Immagine e giunto alla seconda edizione nella manifestazione appena conclusa di Pitti Fragranze (13-15 settembre 2019), le aziende europee che sviluppano profumi ‘di ricerca’ hanno fatturato nel 2018 circa 700 milioni di euro, ovvero il 10,4% in più rispetto all’anno precedente. A livello sell-out, i consumi di questo settore sono stati pari a 1,1 miliardi di euro. “Si tratta di un settore in forte crescita – ha osservato l’economista Marco Ricchetti che ha presentato l’osservatorio – e sui 700 milioni di fatturato, quasi due terzi è generato da grandi aziende con ricavi superiori a 10 milioni di euro. Significa che una quindicina di marchi fanno il 60% del settore”.
Il mercato della nicchia è formato da tante piccole e piccolissime aziende, al punto che vengono considerate ‘grandi’ le imprese che fanno più di 10 milioni di euro di fatturato, mentre in altri settori le suddette aziende sarebbero definite ‘piccole’. Le big corporation delle fragranze artistiche, cioè le società che generano tra 10 e 100 milioni di euro di fatturato, sono quelle che crescono di più sul totale mercato in Europa: avanzano nel 2018 del 14,7%, mentre le imprese che fatturano tra uno e 10 milioni di euro crescono del 3,2%, mentre quelle che generano meno di un milione di euro progrediscono del 4,3 per cento. Anche i margini operativi registrano la spaccatura tra le grandi aziende e le piccole: le big corporation hanno ebitda margin medio del 14,5%, mentre le altre scendono a una cifra percentuale.
Lo studio è stata condotto su oltre 250 imprese europee della profumeria artistica (in prevalenza italiane, francesi e inglesi), di cui 150 sono società di capitali.
L’Osservatorio inoltre ha presentato l’esito delle interviste condotte su un panel di retailer indipendenti di profumeria artistica, che si sentono ‘minacciati’ dalla discesa in campo delle multinazionali che hanno acquistato brand di nicchia. I negozianti si immaginano che in futuro, per crescere in un settore che è diventato più competitivo, dovranno integrarsi con altre categorie merceologiche o sviluppare catene di negozi. “In particolare – ha aggiunto Ricchetti – i retailer devono implementare l’attenzione ai giovani. Non devono pensare che l’unico target a cui rivolgersi sia quello di età medio-alta. Ormai le ricerche dimostrano che i Millennial spendono, anche nella moda. Bisogna quindi favorire l’ingresso degli under 30 nelle profumerie”. Le interviste hanno evidenziato anche che la cultura digitale, come strumento non solo di vendita ma anche di relazione con il cliente, è pressoché assente nei profumieri di nicchia. “Questo è un punto critico importante – ha concluso l’economista – su cui lavorare. Ci vuole un salto in avanti da parte dei negozianti”.