Una prima svolta nella ‘guerra’ giudiziaria tra Sisley e Amazon, quest’ultimo accusato dal marchio francese di vendere sul marketplace i suoi cosmetici prestige senza preservarne l’immagine esclusiva che li contraddistingue. Il Tribunale di Milano ha emesso un’ordinanza cautelare (quindi, per sua natura, non definitiva) in merito al reclamo depositato da Sisley. Ordinanza che inibisce il colosso di Jeff Bezos dal commercializzare una serie di prodotti del brand cosmetico con modalità di presentazione e di vendita “lesive del prestigio e dell’immagine del brand Sisley”. Il motivo è che Amazon, distributore non autorizzato da Sisley, vende cosmetici di lusso e low cost insieme, senza alcuna distinzione grafica e di contenuto nelle sue pagine, creando un mix di posizionamenti differenti.
Sebbene non si tratti di una sentenza, e quindi l’esito sia ancora in fieri, questa prima interpretazione dei fatti da parte del Tribunale di Milano ristabilisce il valore dell’immagine del marchio e del suo patrimonio intangibile, nonché la validità del sistema di distribuzione selettiva che caratterizza il mondo della cosmetica prestige. Questo sistema è una sorta di deroga alla libera concorrenza, perché prevede che solo alcuni selezionati distributori possano vendere i cosmetici di lusso.
Amazon comunica che rispetta l’ordinanza cautelare del Tribunale di Milano, ma non concorda con la stessa e sosterrà la propria tesi durante l’eventuale giudizio di merito, in quanto le modalità di vendita dei prodotti Sisley sulla piattaforma non arrecano alcun pregiudizio alla reputazione del brand.
È la prima volta che in Italia si ottiene un seppur provvisorio divieto di vendita per i siti che non rientrano nei canoni della distribuzione selettiva, ma in Europa già un’altra sentenza nel 2017 aveva fatto tirare un sospiro di sollievo per i marchi prestige, quella di Coty Germany contro Parfümerie Akzente. Quest’ultimo era un distributore autorizzato di Coty, ma vendeva i marchi del gruppo cosmetico anche su Amazon. Il Tribunale di Francoforte ha stabilito che un’azienda produttrice di cosmetici di alta gamma può vietare ai suoi concessionari autorizzati di vendere i prodotti tramite e-commerce di soggetti terzi, i quali, non essendo contrattualmente legati al produttore, non sono tenuti a soddisfare i requisiti qualitativi che il fornitore impone ai propri distributori autorizzati allo scopo di garantire il rispetto degli elevati standard di qualità e di immagine del proprio brand.
* Articolo cambiato il 30 luglio, ore 14,00
In seguito alla richiesta di rettifica di Amazon e alla lettura del provvedimento del Tribunale di Milano, è stata modificata la notizia in oggetto rispetto alla precedente versione, basata su quanto riportato da altri media, che riproponiamo qui sotto. Ce ne scusiamo con gli interessati e con i lettori.
Sisley vince contro Amazon, sentenza ‘storica’
Una sentenza destinata a passare alla ‘storia’ della distribuzione selettiva della bellezza. Sisley ha vinto il ricorso contro Amazon, accusato di vendere sul suo marketplace i prodotti del marchio francese, senza preservare l’immagine prestige che lo contraddistingue. Tra pochi giorni il colosso di Jeff Bezos dovrà rimuovere i cosmetici Sisley dal suo e-commerce, pena il pagamento di multe salatissime. Lo ha deciso il Tribunale di Milano, ristabilendo quindi il valore dell’immagine del marchio e del suo patrimonio intangibile, e il diritto a inibire la vendita ai retailer che non possiedono gli standard per rappresentare i valori del brand. Amazon, infatti, vende cosmetici di lusso e low cost insieme, senza alcuna distinzione grafica e di contenuto nelle sue pagine, creando un mix di posizionamenti differenti.La notizia è stata riportata da L’Economia, che sottolinea come questa sentenza riconosca la validità del sistema di distribuzione selettiva che caratterizza il mondo della cosmetica prestige, che è una sorta di deroga alla libera concorrenza, perché prevede che solo alcuni selezionati distributori possano vendere i cosmetici di lusso.È la prima volta che in Italia viene definito il divieto di vendita per i siti che non rientrano nei canoni della distribuzione selettiva, ma in Europa già un’altra sentenza nel 2017 aveva fatto tirare un sospiro di sollievo per i marchi prestige, quella di Coty Germany contro Parfümerie Akzente. Quest’ultimo era un distributore autorizzato di Coty, ma vendeva i marchi del gruppo cosmetico anche su Amazon. Il Tribunale di Francoforte ha stabilito che un’azienda produttrice di cosmetici di alta gamma può vietare ai suoi concessionari autorizzati di vendere i prodotti tramite e-commerce di soggetti terzi, i quali, non essendo contrattualmente legati al produttore, non sono tenuti a soddisfare i requisiti qualitativi che il fornitore impone ai propri distributori autorizzati allo scopo di garantire il rispetto degli elevati standard di qualità e di immagine del proprio brand.