Lo studio Pambianco sui fatturati 2018 della cosmetica conto terzi italiana evidenziano un’industria in accelerazione (+16,4%). Il settore si conferma tra i più dinamici nel mondo della bellezza.
Il made in Italy di cosmetici in conto terzi si conferma un traino a livello internazionale. Tutti i grandi nomi del make-up, come Estée Lauder, Lancôme o Dior per citarne alcuni, si rivolgono a piccole aziende italiane per la realizzazione, che sia in bulk, in conto lavorazione o full service, delle loro linee cosmetiche. Del resto, il peso della produzione di make-up italiano copre oltre il 60% del prodotto distribuito dai vari marchi nel mondo. E alcuni di questi terzisti rappresentano i massimi esperti mondiali nel loro core business. Ma non solo. I dati di fatturato dei terzisti italiani di cosmetica evidenziano un’industria in accelerazione che, seppure poco nota al pubblico perché non dispone di brand che arrivano al consumatore finale, è però una di quelle che cresce di più nel mondo della bellezza.
L’analisi di Pambianco Strategie di Impresa sui fatturati 2018 delle principali aziende conto terzi che realizzano creme, make-up, profumi, toiletries e prodotti per capelli, mostra per i primi 5 player in Italia un avanzamento complessivo dei ricavi del 16,4% a oltre1,152 miliardi di euro. I tassi di crescita dono stati tutti double digit nel 2018. A guidare questa sorprendente pattuglia di aziende c’è Intercos (690 milioni di euro di fatturato nel 2018), cui fa seguito nel ranking Chromavis (150 milioni di euro) e in terza posizione Art Cosmetics a 108 milioni di euro in crescita del 16,5 per cento. Le aziende italiane che realizzano prodotti cosmetici (dal make up a skin care, body care e hair care) anche se non hanno brand noti sul mercato, sono impegnate con successo in stadi intermedi della filiera internazionale e sono diventate partner imprescindibili per le case cosmetiche. Per queste aziende si è assistito ad un’evoluzione del ruolo tipico del “terzista”, che ha ampliato gradualmente il portafoglio delle proprie attività, andandosi ad occupare di fasi prima svolte dai clienti (ossia le case cosmetiche internazionali), e ha maturato competenze di valore in aree tipiche della gestione, dai processi di innovazione, all’internazionalizzazione (a seguito dei loro clienti), al marketing, alla logistica, al packaging. Questo settore, da sempre abituato a lavorare dietro le quinte, ha sempre più voglia di vedersi riconosciuto un ruolo di primo piano nel comparto della cosmetica. Anche perché Germania, Francia, Regno Unito e Usa sono i principali mercati di sbocco, cui negli ultimi anni si stanno aggiungendo Paesi asiatici e arabi. In particolare, la forza di questi player sta nella capacità di fare sistema, perché nella loro crescita hanno coinvolto sia il packaging, grazie al design e al gusto tipicamente italiano che continua a essere riconosciuto nel mondo, sia le aziende di macchinari specializzati.