Pitti Fragranze dà i numeri. Per la prima volta, nella rassegna fiorentina dedicata alla profumeria artistica che si è conclusa ieri, domenica 16 settembre 2018, sono stati forniti i dati ufficiali della nicchia: le aziende del settore italiane ed europee hanno generato nel 2017 un fatturato tra 580 e 650 milioni di euro a prezzi wholesale (sell-in) e tra 1,1 e 1,3 miliardi di euro a prezzi retail. I primi 6 marchi ( Jo Malone, Fragonard, Acqua di Parma, Dyptique, Penhaligon’s, Byredo) realizzano il 53% del fatturato, fatto che evidenzia come il settore sia estremamente concentrato. I restanti marchi, oltre 200, costituiscono una lunga ‘coda’, perché solo il 10% di queste aziende supera 5 milioni di euro di ricavi, e il 60% fattura meno di 500mila euro. Si tratta quindi di imprese molto piccole.
I primi 6 brand citati, a parte Fragonard, sono brand acquisiti da multinazionali della bellezza o da private equity, e nella ricerca elaborata da HermesLab per Pitti Immagine si evidenzia come i 15 marchi acquisiti crescano molto più velocemente rispetto ai brand indipendenti. Marco Ricchetti, presidente di HermesLab, ha detto a Pambianco Beauty che in Italia i marchi indipendenti sono cresciuti del 4%, mentre “per gli acquisiti si stima una crescita non troppo diversa da quella avvenuta a livello globale, e quindi attorno al 20 per cento. La marginalità invece è alta per entrambi, indipendenti e non, e si aggira su una media del 25 per cento”.
Un approfondimento sui dati forniti dal nuovo Osservatorio Economico di Pitti Immagine sarà pubblicato sul magazine Pambianco Beauty di ottobre-novembre 2018.