Sempre più difficile, nell’era dei social media in cui è impossibile eliminare definitivamente i contenuti postati, affidare la propria immagine a un volto nuovo. L’ha capito L’Oréal che, per ben due volte ha scoperto, solo dopo l’ingaggio di un’influencer, che quest’ultima aveva fatto dichiarazioni compromettenti, o comunque non conformi ai valori del gruppo francese. L’ultimo caso è quello di L’Oréal Paris che ha ‘licenziato’ Amena Khan, modella britannica musulmana. Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, la scelta di utilizzare una modella con hijab (velo islamico) per la pubblicità di uno shampoo era davvero rivoluzionaria. Sia perché promuoveva un prodotto haircare con il volto di una persona che copre sempre e totalmente i capelli, sia perché il brand francese prendeva una posizione inclusiva rispetto a un comportamento (indossare l’hijab) che è invece proibito nelle scuole francesi. Fatto sta che il sito di destra americano The Daily Caller ha scoperto che nel 2014 la modella aveva scritto dei tweet prendendo forti posizioni nella delicata questione Israele-Palestina. Sembra che Amena Khan abbia cercato, invano, di cancellare i tweet. La conseguenza è stata il suo allontanamento dalla carica conferitale dal gruppo cosmetico.
Una situazione analoga si è verificata lo scorso agosto, quando L’Oréal Paris ha assoldato per la prima volta una modella transgender nera, l’attivista britannica Munroe Bergdorf. In quel caso la ricerca a ritroso sui post dell’influencer era stata condotta dal Daily Mail, che aveva trovato un suo post su Facebook definito razzista contro i bianchi. Così affermava: “La maggior parte di voi non si accorge neppure o rifiuta di riconoscere che i vostri privilegi e successi come razza sono costruiti sulle spalle, il sangue e la morte della gente di colore”. Se questa frase sia razzista o meno è opinabile, tanto che la modella, licenziata da L’Oréal, è stata poi assunta da Illamasqua.