L’ad di Ludovico Martelli guida un’azienda familiare e tutta italiana. Che vive grazie alla riscoperta della tradizione del radersi dal barbiere. Una storia che “non sente il bisogno di investitori, tanto meno della Borsa”.
Aver capito quanto fosse stretto il legame tra rasatura, artigianalità e made in Italy è stato l’elemento chiave che ha permesso alla Ludovico Martelli, con i suoi brand di punta Proraso e Marvis, di crescere in Italia e all’estero. E quello che ha reso più incisive le strategie dell’azienda è stata proprio la riscoperta, a livello sociale, del radersi dal barbiere. “Le generazioni che hanno tra i venti e i trent’anni stanno ricavalcando questa vecchia abitudine – ha dichiarato l’AD Giovanni Galeotti – che ora sta tornando di moda, ma con caratteristiche diverse: nascono botteghe che sono veri e propri gioielli di design, sia nelle metropoli come New York, Londra e Parigi che nelle città più piccole come quelle italiane”.
È più facile crescere con due marchi già famosi?
Non direi perchè devi mantenere sempre il livello molto alto. Da una parte abbiamo fatto in modo di realizzare prodotti dall’aspetto estetico accattivante e abbiamo lanciato campagne di comunicazione in grado di trasmettere i valori che ci sono dietro alle nostre produzioni e di affezionare i clienti al brand. Dall’altra abbiamo lavorato sui processi di produzione antichi, seppur in chiave moderna, in grado di migliorare la qualità dei prodotti.
In Italia e all’estero il percepito del brand è lo stesso?
L’obiettivo di tutte le aziende è la crescita e per farlo bisogna puntare su più mercati, quindi esportare all’estero. Da qui l’importanza di portare i nostri marchi, non solo Proraso, ma anche Marvis, ad avere una presenza importante a livello internazionale. Per Proraso abbiamo una logica diversa rispetto all’Italia, dove il brand ha un percepito di qualità, ma è mass market. All’estero, grazie alla sua storia e ai suoi valori, cerchiamo di presentarlo con un posizionamento più alto. La nostra strategia è puntare su Paesi dove l’italianità è un valore forte e dove la presenza di italiani è molto alta come in Usa, Canada, Australia, dove abbiamo avuto un riscontro positivo immediato.
Anche di prezzo?
Fare tutto in Italia, puntando sul made in Italy, rende sicuramente più costoso il prodotto all’estero.
Siete una ‘storia di famiglia’. Lo resterete?
Ritengo che la storia di questa azienda non senta per ora il bisogno di investitori diversi da quelli della famiglia, né tantomeno della Borsa.
di Chiara Dainese