Le aziende del settore quotate sulle borse mondiali hanno archiviato un 2016 positivo. In otto vanno in progresso a due cifre. In sei, però, chiudono in negativo. Top performer è stata avon products (+90,9%).
La bellezza non perde il suo smalto, neanche in Borsa. Le principali aziende e multinazionali del settore beauty quotate, infatti, hanno archiviato il 2016 con buone performance sulle principali piazze internazionali. Benché l’Italia sia uno dei principali produttori di cosmetici al mondo, e ci sarebbero aziende con i presupposti e i numeri per la quotazione (vedi analisi quotabili nelle pagine successive), in Piazza Affari non ci sono matricole nella sezione bellezza. E le cose non dovrebbero cambiare nel 2017. Insomma, il comparto beauty in Borsa ha replicato l’anno scorso il buon risultato 2015, nonostante le molteplici variabili potenzialmente destabilizzanti, come l’effetto Brexit e la nomina di Donald Trump a presidente degli Usa. In questo scenario, le principali società quotate hanno raggiunto incrementi dei titoli, anche double digit. Sono solo cinque le società presenti nel campione che hanno archiviato il 2016 con risultati negativi (Alès Groupe, Amore Pacific, Coty, Estée Lauder e Kao Corp.)
WALL STREET IN CHIAROSCURO
La bellezza è altalenante alla Borsa di New York. Infatti, tra le principali aziende quotate c’è chi ha avuto ottime performance e chi per contro pesanti cali. Ottimo il 2016 per il colosso delle vendite porta a porta Avon Products che, dall’inizio dell’anno, ha guadagnato a Wall Street il 90,9% passando da 2,64 a 5,04 dollari per azione. Avon sta attuando un profondo cambiamento sul posizionamento dei prodotti. Da sempre presente nella fascia mass market, il gruppo, che ha ceduto a fine 2015 a Cerberus Capital Management l’80% del capitale delle attività nordamericane e oltre il 16% della stessa Avon per un deal da oltre 600 milioni di dollari, sta effettuando un upgrading verso la fascia ‘upper mass’. In particolare, la linea make-up del marchio sarà denominata Avon True, verrà introdotta in diversi Paesi del mondo, tra cui Europa e America Latina, e avrà un entry price più elevato. Tra i migliori anche Interparfums che nel periodo gennaio-dicembre ha guadagnato il 47,8 per cento. La società franco-americana di profumi su licenza, dopo aver chiuso i tre mesi al 30 settembre 2016 con ricavi in aumento del 13,4% a 157,6 milioni di dollari, ha deciso di alzare le previsioni per l’intero 2016 con l’obiettivo di raggiungere un fatturato di 510 milioni di dollari. “Entrambe le nostre attività europee e statunitensi – ha dichiarato Jean Madar, presidente e CEO di Interparfums – hanno performato eccezionalmente bene nel corso del terzo trimestre. In dettaglio, per la divisione Europa, il debutto del profumo femminile di Coach ha superato le aspettative iniziali. Il lancio globale, che ha avuto inizio nel luglio di quest’anno, principalmente negli Stati Uniti, è in corso e continuerà anche nel 2017”. Bene Revlon che da inizio 2016 ha visto il titolo in crescita el 13,7 % a 29,15 dollari per azione. Il gruppo newyorchese di cosmetici, lo scorso settembre, ha portato a termine l’acquisizione di Elizabeth Arden, per 870 milioni di dollari, o 14 dollari per azione. La società aveva annunciato l’acquisizione a giugno, con l’obiettivo di competere con marchi come Estée Lauder e L’Oréal. L’operazione ha avuto un impatto positivo anche sul fatturato dei primi nove mesi, che è aumentato del 10,1%, da 1,391 a 1,533 miliardi di dollari. Tra quelle che da inizio anno sono calate di più c’è invece il titolo Coty che nel periodo (dal 1 gennaio al 31 dicembre) è scesa del 19,5% passando da 22,75 a 18,31 dollari per azione. Sull’andamento del titolo ha pesato l’acquisizione di P&G Beauty Business. La transazione ha visto il passaggio di 41 brand in casa Coty, che porteranno quest’ultima a ricavi per 9 miliardi dollari, diventando così la terza più grande beauty company del mondo. Segmentando il mercato in settori, il colosso della bellezza diventa il ‘number one’ nel comparto fragranze, il secondo gruppo nel settore hair care e il terzo in quello del color cosmetics. Intanto, nell’anno fiscale chiuso lo scorso 30 giugno, le vendite di Coty sono calate dell’1% a 4,3 miliardi di dollari, e il margine operativo è sceso del 36% a 254,2 milioni di dollari. L’utile netto, a livello reported, è risultato in diminuzione del 33% a 156,9 milioni di dollari. Male invece il titolo Estée Lauder che sul listino è calato del 7,7 per cento. Il gruppo dei cosmetici come già per l’anno fiscale chiuso al 30 giugno 2016, ha riportato risultati altalenanti anche nei tre mesi successivi. Le vendite nette della multinazionale della bellezza sono cresciute dell’1% a 2,8 miliardi di dollari, mentre l’utile netto è sceso da 309 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso ai 294 milioni di dollari del primo quarter 2017. Il calo è probabilmente legato ancora ai costi della recente ristrutturazione. Il colosso Usa dei cosmetici aveva annunciato una revisione del suo business e la riduzione di 900/1.200 posti di lavoro a livello globale e aveva anticipato che il costo del turnaround sarebbe stato di 600-700 milioni di dollari.
PARIGI TIENE
Sul listino francese bene il titolo della più grande multinazionale del beauty mondiale, L’Oréal, che ha guadagnato da inizio 2016 il 16,8 per cento. “Nel corso del primo semestre 2016, L’Oréal ha mostrato una crescita modesta, con un aumento dei ricavi in tutte le divisioni e tutte le regioni – ha dichiarato il presidente e CEO del gruppo Jean-Paul Agon – ma la divisione L’Oréal Luxe ha registrato una netta crescita (+3,1% a 3,59 milioni di euro)”. Il CEO resta fiducioso sulle stime dell’intero esercizio e conferma “che in un contesto ancora volatile e incerto, in particolare sul versante monetario, il modello equilibrato di L’Oréal è più che mai vincente. Il primo semestre rafforza la nostra fiducia nella capacità del Gruppo di sovraperformare il mercato e raggiungere nel 2016 un nuovo anno di crescita dei ricavi e dei risultati”. Vola in Borsa anche Jacques Bogart che ha totalizzato una crescita del titolo del 17,4 a 13,29 euro per azione. Il Gruppo, che possiede tra gli altri Carven Parfums, Méthode Jeanne Piaubert e Stendhal, ha annunciato nove mesi in crescita con un fatturato (compresi i ricavi dalle licenze) di 74,1 milioni di euro (+6% rispetto ai 69,9 milioni dello stesso periodo dello scorso esercizio). La crescita del gruppo Bogart, secondo la stessa società, continuerà anche nell’ultimo trimestre dell’anno grazie al lancio delle prime referenze di make up del marchio April in Francia, che dovrebbe generare una crescita nel anche primo semestre del 2017. Male invece il titolo di Alès Groupe, gruppo multinazionale francese creato nel 1969 e presente oggi in più di 60 Paesi con i brand Lierac e Phyto, che ha visto un calo del 16,5% sul listino di Parigi.
ASIA AL TOP
Forte anche la presenza di aziende di bellezza nelle principali Borse asiatiche. Ottima la performance della giapponese Shiseido che, sulla Borsa di Tokyo, ha un saldo positivo di oltre il 32,3 per cento. Shiseido ha presentato a Parigi il suo nuovo business plan che punta, entro i prossimi cinque anni, a far diventare il colosso della bellezza giapponese il quinto player globale del settore con un giro d’affari che toccherà i mille miliardi di yen (pari a circa 8,7 miliardi di euro). Questi risultati saranno generati grazie, in particolare, all’apporto che darà la nuova licenza Dolce & Gabbana. Il presidente e CEO Masahiko Uotani ha sottolineato che “il progetto del gruppo nipponico è quello di toccare la vetta dei mille miliardi di yen nel 2020 partendo da un 2015 chiuso con ricavi per 763 miliardi di yen (pari a circa 6,6 miliardi di euro) e con un profitto operativo di almeno il 12% del giro d’affari (sempre nel 2020)”. Il nuovo business plan prevede inoltre una maggior presenza del gruppo a livello internazionale (oggi il Giappone genera circa la metà del fatturato) e la divisione dei centri di ricerca e sviluppo che vedranno la produzione di make-up negli Usa, skincare in Giappone e profumi in Francia. Male, per contro, la sudcoreana Amore Pacific che a Seul ha totalizzato un calo sul listino del 20,7% nel periodo gennaio-dicembre 2016. Nel 2016 il gruppo che controlla circa 20 marchi tra cui Hera, Sulwhasoo, Laneige e Mamonde, ha proseguito con il suo piano di espansione internazionale fuori dalla Corea. Il colosso ha anche archiviato il 2015 con una crescita del 20,1% del fatturato a 4,68 miliardi di dollari.
di Chiara Dainese