L’incognita del momento si chiama Brexit. Dopo il referendum che ha decretato l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, il settore cosmetico italiano si interroga su quali saranno le conseguenze di questa fuoriuscita. Ha accennato ad alcuni scenari possibili Giuseppe Schirone, manager di Prometeia, durante la presentazione dell’indagine congiunturale di Cosmetica Italia: “La sterlina si deprezzerà e renderà più competitivi i prodotti britannici all’estero. Il filo da torcere per le aziende tricolori si sentirà in quei mercati in cui Italia e Regno Unito competono fortemente sul settore cosmetico. E questi Paesi sono Usa, Emirati Arabi Uniti e Russia”. Oltre alle conseguenze dell’oscillazione valutaria, Schirone ha individuato un altro possibile scenario, legato ai dazi che già attualmente la Gran Bretagna applica sull’import extra Ue. Si tratta di aggravi medi del 5%, e quindi il rischio è che vengano applicate le stesse tasse doganali anche ai prodotti che dai Paesi Ue vanno in Inghilterra. In realtà, scorporando i diversi settori merceologici, attualmente i dazi maggiori vengono praticati sui prodotti agroalimentari (15,4%), moda (12,7%) e automative (12,6%), mentre i cosmetici vengono ricaricati ‘solo’ dell’1,9 per cento.
Allargando lo sguardo all’economia globale, nel 2015 si è verificata una riduzione dei flussi internazionali delle merci. Secondo il manager di Prometeia l’export si sta ‘regionalizzando’, le filiere si stanno accorciando, nel senso che ogni area geografica/continente commercializza merci al suo interno piuttosto che al di fuori. Infatti, anche per quanto riguarda la cosmesi, nel 2015 è calata la percentuale delle esportazioni extra-Ue a favore di una maggiore focalizzazione sul mercato europeo. Considerando l’economia italiana nel suo complesso, Schirone ha concluso: “Nel semestre 2016, per la prima volta in Italia, l’export è in calo e questo ha portato a rivedere le stime di crescita del Pil al ribasso. Si pensava che nel 2016 l’incremento del Pil sarebbe stato dell’1,6% e invece sarà dello 0,8 per cento”.