TFWA ha riunito a Cannes i principali player del duty free. Sul 2015 pesano la congiuntura e le tensioni geopolitiche mondiali. Per le griffe resta un ambito su cui scommettere, anche con linee dedicate.
“Stiamo vivendo un periodo di cambiamento molto intenso e persistente”, ha dichiarato Erik Juul-Mortensen, presidente di Tfwa nel discorso iniziale, indicando come causa principale la combinazione di una serie di fattori negativi quali le tensioni geopolitiche, il calo dei mercati Cinese, Brasiliano e Russo, e la volatilità del settore industriale in generale.
Con queste premesse è andata in scena, al Palais des Festivales et des Congrès di Cannes, la 31esima edizione di Tfwa World Exhibition & Conference, la minifestazione che riunisce compratori e venditori del settore da tutto il mondo con lo scopo di attivare e potenziare il commercio Duty Free, dando l’opportunità di far conoscere il proprio marchio e di far crescere il mercato dello ‘shopping in viaggio’ in un’ottica sempre più globale. Nei tre giorni del salone, che ha avuto come protagoniste 480 aziende di prestigio (di queste, circa il 26% sono del settore bellezza), sono stati in totale 6.558 i visitatori, in calo del 2% rispetto ai 6.701 del 2014. Del totale di questa edizione, 2.183 (33%) sono stati buyer provenienti da 643 aziende, prevalentemente dal settore duty-free e travel retail della grande distribuzione e aeroporti, compagnie aeree, traghetti e navi da crociera. Questa fascia di operatori ‘chiave’ è stata in crescita del 2% rispetto all’anno precedente.
NUOVE SFIDE E NUOVI MERCATI
Per questo “cambiamento molto intenso e persistente”, Juul-Mortensen ha indicato come causa principale la combinazione di una serie di fattori negativi quali le tensioni geopolitiche, il calo dei mercati cinese, brasiliano e russo, e la volatilità del settore industriale in generale.“Bisogna guardare ai dati positivi, nonostante le molte sfide e gli ostacoli che si trova di fronte il settore in questo momento”, ha proseguito il presidente di Tfwa, che ha cercato di dare una panoramica dell’andamento del comparto. Il sistema ha generato un giro d’affari di 63,5 miliardi di dollari nel 2014, con un incremento del 5,8% rispetto al 2013. Ma ha sottolineato anche che “la crescita 2013 su 2012 era stata del 7,5 per cento”. La regione Asia/Pacifico ha mostrato la maggiore crescita, il 9,9%, anche se più bassa del 2013 dove aveva toccato +12,1 per cento.
“La crisi della Borsa in Cina ha contribuito a questo periodo di tensione – ha continuato Juul-Mortensen – e l’economia cinese crescerà solo del 7% l’anno prossimo. Il rallentamento dell’ex Celeste impero è ancora in corso, accompagnato da una continua diminuzione dell’appetito per i prodotti premium e di lusso. Questo significa che il nostro settore non può contare solo sulle vendite del lusso ai cinesi. La crescita a double digit della Cina degli scorsi anni è finita per il prossimo futuro”. Il presidente ha sottolineato anche che “la situazione economica in Russia è peggiorata nel 2014 e il Pil dovrebbe mostrare una contrazione nel 2015”.
UN SEMESTRE IN CIFRE
Secondo i dati diffusi da Generation Research, il global travel retail e il settore duty free sono calati dello 0,2% nel primo semestre del 2015. L’Europa è il continente che ha registrato il dato peggiore, con un calo delle vendite del 9,3% sul 2014. Il Medio Oriente rimane a galla con un +0,1%, mentre crescono l’America con +1,9%, l’Asia con +6,5% e l’Africa con +9 per cento. Nel dettaglio il settore Fragrances & Cosmetics è cresciuto nel primo semestre dello 0,8 per cento.
Parlando di canali, l’inflight continua a calare (-6,7%), così come traghetti e crociere (-4%). In tutto questo stupisce il fatto che in antitesi con il dato negativo delle vendite, sia in forte crescita l’aumento globale di passeggeri che nel primo semestre dell’anno sono aumentati del 6,2 per cento. Nonostante tutte le sfide, Juul-Mortensen ha ricordato “che ci sono stati grandi investimenti negli aeroporti per migliorare gli ambienti dedicati al travel retail in tutto il mondo. L’opportunità per il travel retail è di avere di fronte centinaia di milioni di viaggiatori – ha continuato il presidente – e bisogna quindi essere sempre più attraenti e attrattivi che mai. L’ingegnosità dei marchi, oggi, è eccezionale e la qualità degli ambienti di vendita deve essere sensazionale”.
La produttività, tuttavia, rimane un punto debole, ha concluso Juul-Mortensen. “In termini di vendite per metro quadrato, il duty-free e travel resta produttivo, ma quando si tratta di vendite per passeggero, la nostra performance è insignificante. Alcuni aeroporti riescono ad attrarre due terzi del traffico nei negozi. Alcuni a raggiungere solo il 33%”.
LA BELLEZZA SI CONSOLIDA
Il travel retail sta diventando un canale privilegiato, a volte addirittura il più importante. È il caso di Gucci Cosmetics Collection, la linea beauty del brand delle due G che ha deciso di anticipare il lancio in Gran Bretagna in esclusiva per 6 mesi, nel negozio monobrand presso il terminal 5 di London Heathrow. Fino a dicembre 2015, infatti, non sarà possibile acquistare la linea del marchio fiorentino nelle strade della capitale inglese, ma solamente nel principale aeroporto britannico oppure sul sito web dell’azienda. Gucci ha anche lanciato una fragranza in esclusiva per i viaggiatori, Gucci Bamboo Fragrance, che sarà acquistabile solo negli aeroporti di Gran Bretagna e Spagna.
Il travel retail sta funzionando molto bene anche per Collistar, che è entrata da poco in questo canale in Italia ed Europa dove già genera il 5% del fatturato che nel 2014 è stato pari a circa 90 milioni. “Nei prossimi anni – ha dichiarato a Pambianco Beauty Paolo Bevegni international director di Collistar – vogliamo portare questa percentuale al 10% dei ricavi”. Questo anche grazie a “lanci fatti ad hoc, kit, travel size e offerte esclusive dedicate ai passeggeri”, ha concluso Bevegni.
Anche per Valeria Manini, direttore generale della divisione Profumi di Bulgari il focus dei prossimi anni si orienterà “verso la rete del travel retail mondiale e dei mercati asiatici come Cina, Corea e sud est asiatico. In termini di crescita e sviluppo i mercati del Medio Oriente e dell’India sono quelli dove vediamo più opportunità di crescita a corto e medio termine”.
Importanti opportunità di crescita anche per il marchio Ahava che in Israele è presente nel travel retail da circa 20 anni ed è il marchio più venduto negli scali del Paese. “Generiamo nei duty free shop in Israele circa il 30% del sell out – ha sottolineato Michael Rom chief sales officer di Ahava a Pambianco Beauty – grazie alla presenza sia di store dedicati nei gates che di prodotti creati appositamente per il target di passeggeri”. Il brand, famoso per le proprietà idratanti e anti-age delle formulazioni a base di sali minerali attivi del Mar Morto, in Italia è distribuito in esclusiva da Luxury Lab Cosmetics che punta a generare un fatturato di 3 milioni di euro entro il 2016.
TROPPI COSTI… IN EUROPA
Il gruppo tedesco Beiersdorf lo scorso mese di settembre ha deciso di ritirare il suo marchio Nivea dagli aeroporti e dalle zone tax-free in Europa.“Gli ultimi anni hanno mostrato che i comportamenti d’acquisto dei consumatori nel Travel Retail in Europa non ci erano favorevoli in confronto ad altre regioni del mondo”, ha spiegato Ilka Schütte, direttore global travel retail del gruppo, non escludendo tuttavia un eventuale ritorno negli aeroporti europei. “Continueremo a seguire da vicino lo sviluppo di questo canale di vendita in questa regione”.
Nivea rafforzerà adesso la sua attività nei duty free e nel Travel Retail in Medio Oriente, in Nord Africa e in India, un’attività gestita da Dubai. Beiersdorf resta comunque nel settore del Travel Retail in Europa con il marchio di lusso La Prairie.
NEW ENTRY IN SALUTE
“La salute è il futuro della bellezza”. Proprio un anno fa il gigante della cosmetica francese L’Oréal ha creato Dermacenter una nuova divisione dedicata al travel retail per sostenere in particolare, il boom della nuova classe media proveniente da Cina e Brasile. “Lo scorso novembre abbiamo aperto il primo Dermacenter che vende brand dermocosmetici come Vichy, La Roche Posay e uno spazio Kerastase al DFS di Hong Kong downtown – ha sottolineato Piermarco Luzzato-Giuliani, managing director travel retail active cosmetics & professional products divisions di L’Oréal – e oggi abbiamo aperto con questo format a a Haitang Bay, Iguazu Duty Free, Bangkok, Hong Kong-Hysan e Seoul”. Inoltre sono stati inaugurati anche i primi due store in Europa all’aeroporto di Oslo.
L’Oréal ha anche riferito che i primi risultati di Dermacenter nel travel retail sono “molto promettente”. Sulla base di questo successo sono in previsione aperture in tutta l’Asia, nelle Americhe e in Europa nel 2015 e nel 2016.
di Chiara Dainese