Il mercato italiano della bellezza cresce e le aziende registrano segnali positivi anche nel 2015. Lo studio Pambianco sulle principali imprese del settore mostra ricavi in aumento del 2,5 per cento.
Il 2014 è stato un anno positivo per le principali aziende della cosmetica italiana. L’Italia della bellezza, infatti, continua a crescere, e supera anche i momenti di crisi. Le imprese di riferimento, secondo uno studio condotto da Pambianco Strategie di Impresa, hanno archiviato un 2014 in crescita e possono guardare al 2015 con una buona dose di ottimismo: i ricavi aggregati 2014 delle aziende del campione considerato sono cresciuti del 2,5%, passando da 2,45 miliardi a 2,51 miliardi di euro. Dato superiore all’intero settore che, secondo i dati di Cosmetica Italia, ha evidenziato un lieve aumento del fatturato: +0,8% a 9,4 miliardi di euro.
“A sostegno della ripresa del mercato interno, che negli ultimi esercizi aveva rallentato il suo sviluppo, si è registrata una razionalizzazione delle scelte di consumo, e nuove strategie da parte delle imprese. A fine 2015 – commenta Fabio Rossello, presidente di Cosmetica Italia – il valore della produzione supererà i 9,6 miliardi di euro (+3%) ancora una volta favorito dalla competitività dell’offerta italiana sui mercati esteri: proprio le esportazioni toccheranno infatti a fine anno i 3,6 miliardi di euro con una crescita dell’8%”. L’Italia è anche il quarto Paese in Europa per consumo di cosmetici, dopo Germania, Francia e Regno Unito. Interessante vedere anche la ripartizione geografica: l’82% delle imprese cosmetiche italiane si trova al Nord, in primis in Lombardia (51%), che è prima anche per consumo di prodotti cosmetici (20%). Un dato ‘strutturale’ da non sottovalutare è la consistente presenza di aziende a capitale estero (vedi altro articolo di questo dossier). Le multinazionali, europee e d’oltreoceano, continuano ad approfittare delle posizioni di vantaggio competitivo del nostro Paese per mantenere, e spesso ampliare, gli insediamenti stabili sul mercato italiano. Oggi le filiali estere valgono circa il 30% del fatturato totale del settore. Queste imprese hanno per la stragrande maggioranza la stessa ragione sociale del marchio e rimangono, quindi, più note al grande pubblico, rispetto a quelle aziende italiane che hanno ragioni sociali differenti dai propri brand (Intercos, Euroitalia, Itf, Kemon, Mavive).
I primi per fatturato
Esaminando i risultati delle principali aziende del settore per fatturato, solo sei hanno concluso l’esercizio fiscale con un decremento delle vendite. Per contro, diciassette hanno registrato un aumento dei ricavi, quattro di questi a doppia cifra ( Aboca, Davines, Itf e Mavive). Al vertice della classifica si posiziona Kiko, catena del beauty che fa capo al gruppo bergamasco Percassi, che nel 2014 ha registrato un fatturato di 432 milioni in aumento del 3,4 per cento. Creata nel 1997 come marca di trucchi e venduta nelle profumerie, Kiko Make Up Milano è diventato un vero e proprio marchio nel 2005. Con una rete di oltre 700 negozi monomarca, è presente in Italia (dove rappresenta la prima marca di maquillage con oltre 280 store), Germania, Francia, Portogallo, Spagna, Inghilterra, Austria, Svizzera, Usa e online sul sito e-commerce kikocosmetics. Al secondo posto della classifica, c’è Manetti & Roberts che registra un fatturato di 284 milioni di euro stabile rispetto al 2014. Proseguendo nella classifica, si posiziona terza Euroitalia con ricavi in crescita (8,3%) a 247 milioni di euro. Fondata nel 1978 da Giovanni Sgariboldi, oggi Euroitalia ha tre licenze (Versace, Moschino e John Richmond) e due marchi di proprietà (Reporter e Naj Oleari). Il primo mercato sono gli Usa, il secondo l’Europa, seguiti da Asia, Russia e Medioriente. Quarta Alfaparf, con un fatturato di 207 milioni di euro. L’azienda della cosmesi professionale, conosciuta in Italia soprattutto per Dibi il suo marchio più famoso, quello dei macchinari per il corpo utilizzati in 1.300 centri estetici del Paese. Eppure il core business di questa realtà con quartier generale a Osio Sotto (Bergamo) restano i prodotti per capelli, soprattutto a uso professionale, che valgono il 55% dei ricavi totali. Al quinto posto si trova Tesori d’Oriente, prodotti formulati con ingredienti provenienti dalle tradizioni orientali e usati da millenni nella cosmesi. L’azienda, nata nel 1998, fa capo alla lodigiana Conter e ha registrato un lieve aumento del fatturato (+1,6%) attestandosi a 154,7 milioni. Sesta Paglieri con ricavi pari a 124,4 milioni di euro in salita del 2,3 per cento. Segue Mirato, settima sulla base dei risultati 2013, non essendo ancora disponibile il fatturato 2014. In ottava posizione c’è Ferragamo Parfums con ricavi che nel 2014 sono saliti dell’1,3% a quota 112 milioni. Al nono posto troviamo Bottega Verde, con un fatturato di 108,1 milioni di euro in crescita del 3,6 per cento. L’azienda, nata come erboristeria a Pienza, nel cuore della Toscana, e rilevata nel ’92 dalla famiglia Lavino, ha superato la soglia dei 400 negozi monomarca in Italia (417). “In controtendenza con l’andamento del mercato, Bottega Verde conferma la propria leadership attraverso un importante piano di nuove aperture sia dirette sia in franchising, che ha visto più di 65 inaugurazioni negli ultimi due anni”, ha sottolineato l’amministratore delegato Benedetto Lavino. Segue, decima, Aboca che ha registrato una crescita del giro d’affari a doppia cifra nel 2014 a 107 milioni di euro (+14,2%). L’azienda toscana nata nel 1978 da un’intuizione del suo attuale presidente Valentino Mercati, è oggi tra i protagonisti del mercato degli integratori alimentari e dispositivi medici a base di complessi molecolari vegetali. Controllata al 100% dalla famiglia Mercati, Aboca coltiva direttamente tra le colline della Valtiberina oltre mille ettari certificati biologici per la produzione di circa tremila tonnellate di materia prima, che viene poi trasformata in prodotto finito nei suoi stabilimenti.
I big per crescita
Considerando i primi cinque per crescita percentuale del fatturato, al primo posto si trova la veneziana Mavive, con una accelerazione dei ricavi del 17,3 per cento. Lo sviluppo è legato soprattutto alle vendite all’estero. L’azienda della famiglia Vidal sta ampliando la distribuzione della linea di proprietà The Merchant of Venice nei department store all’estero e in Italia, e nelle profumerie di nicchia nella Penisola. L’azienda ha recentemente acquisito la licenza del profumo Manila Grace che si aggiunge a quelle di Replay Fragrances, Police e altri marchi. Al secondo posto Aboca, in salita del 14,4 per cento. Terza in classifica Davines, con una crescita del 13,5 per cento. “L’azienda ha sempre registrato tassi di incremento esponenziali del fatturato, ma negli ultimi 5 anni ha tagliato rilevanti traguardi passando da un giro d’affari di circa 55 milioni di euro agli 80 milioni attuali”, ha commentato l’AD Paolo Braguzzi. Alle spalle, Itf (+11,3%), azienda licenziataria dei profumi Blumarine, Pomellato, Dsquared2 e Trussardi. Chiude la classifica la Ludovico Martelli in crescita del 9,9 per cento. “Abbiamo chiuso lo scorso esercizio in positivo, con una crescita in Italia del 7% e all’estero del 40%”, ha dichiarato l’amministratore delegato Giovanni Galeotti.
I leader per reddivitità
Per quanto riguarda la classifica per redditività, (composta da un campione di 19 aziende) tutte le top 5 sono presenti nella top ten per dimensione. Al vertice c’è Conter con un ebitda del 22 per cento. Secondo e terzo posto per Collistar e Aboca con una redditività pari al 20 per cento.
di Chiara Dainese