L’analisi Pambianco sulle top 10 filiali rivela una flessione dei ricavi nel 2020 pari al 19 per cento. i numeri calano, anche a doppia cifra. Solo Yves Rocher continua a performare in positivo (+11%).
di Chiara Dainese
Anno da dimenticare per le principali filiali italiane della bellezza. Nove delle prime 10 filiali infatti, hanno generato nel 2020. Le cause sono principalmente le stesse delle aziende italiane, ovvero le chiusure delle profumerie e i lunghi periodi di lockdown. A queste va aggiunto il fatto che queste realtà fanno capo a multinazionali a volte molto lontane dall’Italia con l’impossibilità di fornire direttive adeguate in tempo reale. Le cifre elaborate da Pambianco mettono proprio in luce questo scenario all’insegna dell’estrema difficoltà. Nel 2020, le prime10 filiale italiane della cosmetica hanno realizzato ricavi per oltre 1,6 miliardi di euro, in calo del 19% sul 2019 (quando avevano superato i 2 miliardi. Nel dettaglio, quasi tutte le società prese in esame dallo studio (9) hanno chiuso il 2020 con un calo di fatturato. Per 8 di queste si è trattato di una scivolata a doppia cifra. Solo una quindi (Yves Rocher) mette a segno un 2020 in crescita. La classifica delle top filiali riflette le stesse problematiche del mercato italiano riportate già nel dossier precedente. Oggi quindi diventa fondamentale proprio per tutto il settore della bellezza, aziende e filiali straniere ripensare alle proprie logiche di vendita e ad una maggiore presenza nei canali online e social.
LA GRANDEZZA NON AIUTA
Anche nel 2020 L’Oréal Italia resta al primo posto della classifica per dimensioni con un fatturato di 633 milioni di euro. Oggi L’Oréal Italia, che vanta circa 2000 collaboratori, è presente in tutti i principali canali di distribuzione, dai saloni di parrucchieri alle profumerie, dalle farmacie alla grande distribuzione, con un’offerta di marchi leader in molti segmenti del mercato, come la cura del corpo e del viso, quella dei capelli e i profumi. L’Oréal Italia ha sedi a Milano e a Torino, un centro logistico e uno dei principali centri produttivi globali del Gruppo a Settimo Torinese. Quest’ultimo, attivo dal 1960, realizza i prodotti che vengono distribuiti in oltre 30 Paesi.
Seconda in classifica Yves Rocher, unica società che ha proseguito il suo momento di crescita sul mercato italiano archiviando il 2020 a quota 233 milioni di euro. “Gli ultimi 10 anni hanno visto una crescita double digit grazie ad un continuo processo di espansione di entrambi i nostri canali distributivi, da una parte la vendita diretta che prende oggi il nome di social selling grazie ad un’estensione digitale del lavoro di oltre dei nostri 200mila consulenti di bellezza e dall’altra la distribuzione su tutto il territorio nazionale di 112 punti vendita monomarca che ogni giorno offrono prodotti e servizi atti a soddisfare le richieste dei nostri clienti, portando ad una chiusura di fatturato del 2020 con un +11%, pari a 233 milioni di euro”, ha dichiarato Carlo Bertolatti general manager di Yves Rocher Italia. Clienti che si mostrano sempre più fedeli alla marca e lo dimostrano anche i dati di Euromonitor 2020 in cui Yves Rocher si posiziona al 5° posto in Italia nel mercato cosmetico di riferimento rispetto al 24esimo posto che aveva nel 2012. E soprattutto nel mercato skincare di riferimento Yves Rocher è arrivata sul podio, ben al 2° posto in classifica e “lotteremo per mantenere ed accrescere questo posizionamento. Il nostro modello multicanale – ha proseguito Bertolatti – è stato cruciale per garantire uno sviluppo del business in linea con gli obiettivi e per affrontare al meglio tutti gli svantaggi e le criticità che ha portato con sé la pandemia, per tutti i business. Come anticipato prima, il nostro doppio canale distributivo ci continua a garantire un’ottima flessibilità nella gestione del nostro business plan senza dover necessariamente provvedere a flessioni strategiche importanti. Per quanto riguarda il canale del social selling, confermiamo che in questi mesi non ha mai cessato di essere attivo, anzi ha portato degli straordinari risultati in doppia cifra verso l’anno precedente. Grazie alle sue caratteristiche di flessibilità e di attività principalmente digitale, ha potuto continuare, ed intensificare, la sua attività di vendita per tutto il periodo di lockdown”. Ma non solo. Yves Rocher ha una prospettiva di chiusura 2021 del 7% generata da un approccio di continuità e costante innovazione da apportare alla struttura di vendita multicanale e all’immagine e visibilità della marca. “Porteremo avanti nuovi progetti sempre più sfidanti e moderni, come lo studio di nuove piattaforme digitali per il social selling, per essere sempre un passo in avanti rispetto alla concorrenza. Lato retail, al momento non sono previste aperture, ma abbiamo scelto di concentrare gli investimenti sui restyling dei negozi esistenti, in modo da garantire un livello di appeal e di piacevolezza degli spazi all’altezza delle attese del cliente. Non dimentichiamo la nostra posizione di Società Benefit e quindi degli obiettivi di beneficio comune che stiamo portando avanti e del quale abbiamo definito roadmap concreta, con azioni che metteremo in atto quest’anno, ma che toccheranno chiaramente anche il 2022 con l’obiettivo di diventare entro il 2025 una B Corp insieme a tutto il Gruppo Rocher”, ha concluso Bertolatti.
Con un fatturato di 219 milioni di euro, al terzo posto si conferma la filiale italiana della multinazionale tedesca Beiersdorf.
Quarta in classifica Coty Italia con un fatturato 2020 pari a 186 milioni di euro. “L’Italia è un mercato più piccolo rispetto ad altri Paesi, ma conserva un ruolo di trendsetter per la forza dei brand italiani. Il nostro Paese fa da laboratorio di sperimentazione e sviluppo per i prodotti, la creatività e per la comunicazione”, ha dichiarato Giuseppina Violante VP marketing portfolio & business Growth divisione Luxury Emea Coty Italia, intervenuta al 5° Beauty Summit di Pambianco. Per quanto riguarda l’anno in corso Coty prevede una progressiva ripresa dei consumi. “Certo, sarà un’esperienza nuova dove il digitale avrà un ruolo di integrazione anche all’interno degli store. L’innovazione tecnologica sarà importante anche sotto altri punti di vista, con ricadute positive in termini di sostenibilità per la riduzione degli sprechi in fase di produzione”, ha concluso Violante.
Un po’ più giù nella classifica, troviamo Laboratoire Native Italia che ha chiuso il 2020 a 35,7 milioni e nonostante le difficoltà del periodo pandemico, tutti brand hanno registrato delle buone performance sotto molti aspetti. “Lierac – ha sottolineato Andrea Magnaguagno general manager di Laboratoire Native Italia – si conferma numero uno dell’anti-età in farmacia e festeggeremo questo traguardo con la campagna media più forte della nostra storia, incentrata su Premium, il nostro anti-età globale. Phyto conferma Phytophanère come referenza numero uno a volume negli integratori capelli e unghie in Farmacia e nel 2020 ha registrato un +84% di crescita a sell-out nel mercato della colorazione per capelli a domicilio. Jowaé nel 2020, in piena pandemia, è cresciuta del +22% a sell-out. Infine il Gruppo sta mettendo in atto vero e proprio rilancio del brand Roger & Gallet, in termini di offerta e di comunicazione e i primi risultati sono già evidenti. Il brand ha già conquistato 350 nuove porte in meno di 8 mesi”. Quest’anno il Gruppo cresce di oltre il 4% rispetto al budget 2021 e di quasi il 15% verso il 2020. “Credo fortemente – ha proseguito Magnaguagno – che sostenere il business dei farmacisti sia la chiave per fare bene. Rafforzare partnership, investire sul punto vendita e creare nuove logiche sell-out sono la chiave di crescita nel mercato. Dobbiamo puntare su vere innovazioni e su prodotti star che diano veri risultati, per questo motivo sono convinto che chiuderemo l’anno in linea con i nostri obiettivi di budget, anche grazie al grande successo che sta riscontrando la nostra nuova linea Lierac Homme e le campagne di Natale di Lierac e Roger&Gallet”.