A metà novembre, nel pieno della nuova ondata di epidemia di Covid-19 nel mondo, Amazon ha lanciato negli Stati Uniti il suo negozio virtuale di farmaci, Amazon Pharmacy. Il timing è stato perfetto considerata la situazione pandemica mondiale ma la gestazione è avvenuta in era pre-Covid. Tutto è nato dall’acquisizione, nel 2018, di Pillpack, una società specializzata nel confezionamento di farmaci in dosaggi giornalieri e nella loro spedizione a domicilio. E così Jeff Bezos è riuscito gradualmente a espandersi nel settore del pharma.
Una rivoluzione anche per un mercato, quello nordamericano, che ha regole meno restrittive dell’Italia in ambito di vendita di farmaci in rete: può arrivarti tutto a domicilio, in modo ancora più rapido per gli iscritti a Prime, e si può usufruire di sconti importanti, fino all’80% per i farmaci generici. Insomma, gli ingredienti per parlare di una trasformazione del settore pharma ci sono tutti. E quando c’è di mezzo Amazon, con il suo peso in termini di fatturato e la sua presenza capillare nel mondo, non si tratta più solo di un trend ‘locale’
Così la prima domanda che il mondo pharma in Italia si è posto è stata: quando arriverà Amazon Pharmacy nello Stivale? E cosa succederà alla rete di farmacie italiane? Sgombriamo subito ogni dubbio. Al momento la normativa italiana (ma anche quella comunitaria) renderebbe impossibile a Jeff Bezos applicare questo modello perché la vendita online di farmaci non è consentita a meno che non si tratti di portali online che fanno capo direttamente a una presenza fisica sul territorio e tutte le attività devono fare riferimento a un farmacista regolarmente registrato al proprio
ordine professionale. I siti delle farmacie possono vendere farmaci da banco ma non prodotti per i quali è richiesta la prescrizione medica e le farmacie stesse non possono vendere su marketplace come Amazon. Nel caso, invece, di piattaforme slegate da farmacie, è consentita la vendita sostanzialmente di integratori (non farmaci da banco). Tuttavia, i movimenti di Amazon stanno mettendo tutti all’erta. Secondo il sito PharmacyScanner, lo scorso gennaio 2020 il colosso dell’e-commerce ha provveduto a registrare il marchio “Amazon Pharmacy” nel Regno Unito e in altri due Paesi
anglosassoni, Canada e Australia, ma dall’agosto scorso lo stesso sarebbe avvenuto nell’Ue. Tra i Paesi più esposti alla “minaccia”, spiega il sito, almeno sulla carta c’è la Germania, dove il mercato dell’e-commerce farmaceutico è tra i più importanti del Vecchio continente (vale il 20% del giro d’affari complessivo del canale, quando in Italia si ferma poco sopra il 3%) e già è possibile acquistare online anche medicinali con ricetta.
Ma di certo il fenomeno Amazon Pharmacy è, anche per il territorio italiano, emblema di un
nuovo modo di approcciarsi al settore farmaceutico. Nonostante la presenza capillare di farmacie sul territorio nazionale (in Italia ci sono oltre 19mila farmacie, una ogni tremila abitanti), i numeri sulla vendita online di prodotti farmaceutici sono in crescita, soprattutto in un anno chiave come il 2020.
Lo scenario completo è disponibile su Pambianco Beauty Magazine di Febbraio/ Marzo 2021.