La bellezza fa sempre più gola agli investitori come dimostrano le recenti e numerose operazioni di M&A mondiali nel settore. L’intenso anno di fusioni e acquisizioni di beauty è culminato il 18 novembre 2019, quando Kylie Jenner ha venduto il 51% del suo impero Kylie Cosmetics a Coty per 600 milioni di dollari. Lo stesso giorno, The Estée Lauder Companies ha acquisito il pieno controllo di Have & Be Co., la società di cura della pelle con sede a Seoul cui fa capo Dr. Jart +. E, secondo la banca d’investimento Capstone Headwaters, dal 21 novembre, l’attività di M&A del beauty per il 2019 aveva già superato il 2018 del 19 per cento. Il secondo trimestre dell’anno ha stabilito un record per il più alto volume di transazioni negli ultimi cinque anni con 33 deal. E l’entusiasmo degli investitori non si attenuerà nel 2020. Gli addetti ai lavori, infatti, stanno tenendo d’occhio alcune situazioni di potenziali acquisizioni come il brand nativo digitale Glossier, che dopo aver raggiunto una valutazione di 1,2 miliardi di dollari lo scorso mese di marzo, potrebbe essere venduto o quotarsi in Borsa. Fonti non confermate dalla società, ritengono che la fondatrice Emily Weiss potrebbe voler restare a capo del suo marchio, rendendo la scelta dell’Ipo quella più probabile. Al di fuori delle startup, anche il colosso americano Revlon ha assunto Goldman Sachs lo scorso agosto per rivedere le opzioni strategiche, ma non ha ancora trovato gli acquirenti giusti.
Nell’ultimo periodo, sempre secondo Capstone Headwaters, c’è stato un crescente appetito per la bellezza da parte dei fondi di private equity, che sono stati responsabili del 47% delle operazioni di quest’anno, rispetto al 42% nel 2018. Ad aprile, Bain Capital ha firmato un accordo definitivo per l’acquisizione della quota di maggioranza in Maesa, un incubatore globale di marchi di bellezza al servizio dei gruppi cosmetici e dei distributori. Poi il gruppo specializzato nella cosmetica professionale Pool Service-Medavita è passato al fondo inglese Bluegem Capital Partners per 64 milioni di euro, un valore pari a 9 volte l’ebitda del 2018. A ottobre il private equity di Hong Kong Nuo Capital ha comprato una quota di minoranza del 30% nel gruppo Ludovico Martelli, cui fanno capo i brand Proraso, Marvis, Kaloderma, Schultz, Oxy, Sapone del Mugello e Valobra. Infine a dicembre Made in Italy Fund, il fondo di private equity gestito da Quadrivio & Pambianco, ha sottoscritto un accordo di investimento per entrare nel capitale di Rougj, azienda italiana specializzata in prodotti beauty haut de gamme destinati al canale farmacia.
Inoltre, alcuni fondi di private equity tra cui Advent, Cinven, Blackstone, Kkr, Cvc Capital Partners e Bc Partners hanno manifestato interesse per alcuni dei brand di bellezza del gruppo Coty. Lo hanno riferito a Reuters tre fonti anonime, sottolineando che il deal potrebbe arrivare fino a 7 miliardi di dollari. Infine, le previsioni per il 2020 vedranno scendere in campo un numero maggiore di società asiatiche che parteciperanno a fusioni e acquisizioni: aziende coreane e giapponesi saranno le più attive negli affari all’estero. I probabili protagonisti sono società come Amorepacific e Kosé. Questa tendenza è già partita a fine anno quando il colosso della bellezza giapponese Shiseido ha acquistato il marchio statunitense di prodotti per la cura della pelle Drunk Elephant per 845 milioni di dollari.
L’approfondimento completo è pubblicato su Pambianco Beauty di febbraio-marzo 2020.