La bellezza si conferma uno dei settori più dinamici nel mondo e-commerce, con una crescita prevista in Italia del 24% nel 2019, per un valore che sfiora i 560 milioni di euro. Sono i dati dell’Osservatorio eCommerce b2c del Politecnico di Milano, che evidenzia come l’abbigliamento, invece, rimanga uno dei settori più maturi con una stima di 3,3 miliardi di euro quest’anno, con una crescita del 16 per cento.
L’Osservatorio promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm (Consorzio del commercio elettronico italiano) ha evidenziato che, data l’elevata richiesta all’estero dei prodotti italiani, l’export digitale potrebbe essere un fattore di sviluppo per i vari settori, tra cui anche il beauty. Tuttavia, ad eccezione dell’abbigliamento di lusso, l’e-commerce oltreconfine fatica a decollare a causa di diversi fattori, tra cui le complessità operative, ad esempio l’onerosità delle attività logistico-distributive, e le questioni legislative. “Se da un lato aumenta la consapevolezza – ha dichiarato Samuele Fraternali, senior advisor dell’Osservatorio – della potenzialità dell’e-commerce come strumento di vendita all’estero, dall’altro spaventa l’assenza di un modello unico di riferimento per operare efficacemente online in un Paese straniero. Nei prossimi anni, ci aspettiamo dunque processi di innovazione negli ambiti customer experience e operations”.
Per quanto riguarda la customer experience, tra le innovazioni più interessanti, che sono già in corso, si citano lo sviluppo del social-commerce con la creazione di shoppable content (soprattutto su Instagram), la sperimentazione della realtà aumentata per far ‘vivere’ il prodotto anche prima del possesso, l’abilitazione della ricerca vocale o della ricerca per immagini per rendere più semplice l’identificazione del prodotto desiderato, l’utilizzo di big data e intelligenza artificiale per personalizzare il prodotto e il percorso dell’utente.
Sul versante operations, invece, l’innovazione passa dall’offerta di servizi in fase di consegna: si dovrà lavorare sulla gestione efficiente ed efficace dei resi (che nell’abbigliamento arrivano a pesare anche il 30%), sull’offerta di opzioni di consegna in luoghi alternativi (ad esempio lockers), sullo sviluppo di servizi speciali, come l’assistenza allo sdoganamento e il pagamento anticipato degli oneri doganali, per supportare l’export digitale.