Mentre il K-beauty arriva in Europa e nel mondo, i brand di bellezza occidentali vanno nella Corea del Sud. È quanto si legge sulla testata online Bof, e può apparire inconsueto dato che il Paese dell’Estremo Oriente è il mercato per eccellenza dell’innovazione cosmetica ed è dominato da tanti produttori locali, che, oltre a presidiare il mercato domestico, esportano appunto il K-beauty nel mondo. Negli ultimi 5 anni, si cita nell’articolo, i prodotti di bellezza coreani sono passati da un valore dell’export pari a un miliardo di dollari nel 2012 a 2,6 miliardi di dollari nel 2017.
Eppure, nonostante la presenza di marchi locali agguerriti e con un forte valore aggiunto di innovazione, i brand occidentali del lusso stanno entrando in Corea del Sud. Lo scorso luglio, Givenchy (che fa parte del colosso Lvmh) ha aperto il suo primo monomarca nella Penisola asiatica e il secondo è stato inaugurato il mese successivo nel department store Hyundai, che già vende i brand Chanel, Dior, Yves Saint Laurent e Tom Ford. Un altro ‘attore’ di Lvmh, Sephora, sta pianificando di entrare a Seoul la prossima estate, e sembra che abbia assunto (attraverso LinkedIn) un Hr manager, un supply chain manager e un marketing manager per gli opening nel Paese.
Il marcato del beauty coreano ha un valore stimato in 13 miliardi di dollari e nel 2017 la spesa procapite degli abitanti in cosmetici è stata di 45 dollari, un budget superiore ai 43 dollari procapite degli inglesi e ai 37 dollari degli statunitensi, e più del doppio della spesa globale che è di 21 dollari a testa.