L’analisi di pambianco sulle top 20 della bellezza nazionale rivela una crescita dei ricavi nel 2017 pari al 5,9 per cento. I driver restano export, ricerca e innovazione.
Le aziende della bellezza in Italia continuano a crescere nel 2017, anche se a marcia ridotta rispetto al 2016. In generale, il settore della cosmesi nel nostro Paese ha chiuso con quasi 11 miliardi di euro di ricavi e con esportazioni in crescita del 7,1 per cento. A dare respiro ai bilanci delle aziende anche l’andamento positivo dei consumi interni di cosmetici che ha raggiunto quota 10,1 miliardi con un incremento dell’1,7 per cento. “Professionalità, capacità di innovare e di adeguarsi alle richieste del mercato – sottolinea il presidente di Cosmetica Italia Renato Ancorotti – sono alcune delle caratteristiche chiave del successo delle aziende del settore in Italia e, soprattutto, all’estero. Ma le sfide da affrontare, soprattutto sui mercati internazionali, sono ancora tante. Come associazione di categoria siamo filo-governativi. Speriamo che il Governo sia filo-industriale”. Tornando alle top 20 italiane, le cifre elaborate da Pambianco Strategie di Impresa mettono in luce uno scenario all’insegna della crescita moderata: nel 2017 le prime 20 aziende italiane della cosmetica hanno realizzato ricavi per oltre 3,42 miliardi di euro, in crescita del 5,9% sul 2016 (quando l’incremento era stato del 7,6%). Nel dettaglio, solo 14 società prese in esame dallo studio hanno chiuso il 2017 con un aumento di fatturato. Per tre di queste si è trattato di un incremento a doppia cifra (Sodalis e Davines). La classifica delle top italiane suggerisce alcune riflessioni: piccolo o medio non è necessariamente brutto, e grande non è necessariamente bello. Però le dimensioni, in contesti di estrema volatilità come l’attuale, aiutano. Innanzi tutto, perché all’aumento del giro d’affari delle aziende contribuisce in maniera decisiva l’export. Poi, perché oggi è necessario fare grossi investimenti nel retail sia fisico sia online per restare al passo con le esigenxe dei consumatori millennials. Quindi il settore della bellezza rimane ancora in piena evoluzione e le aziende che stanno ripensando alle proprie logiche distributive puntando su estero, digitale e retail sono cresciute di più e probabilmente lo faranno anche nel 2018.
NEL FUTURO USA E RICERCA
Nell’epoca di Trump gli Stati Uniti continuano ad essere una frontiera da conquistare per le imprese della cosmesi italiane. I prodotti di bellezza made in Italy sono sempre più apprezzati, l’esportazione negli USA continua a crescere e nel 2017 ha raggiunto un valore di 418 milioni di fatturato, con una incremento del 3,4% rispetto all’anno precedente. Come per i cibi e per la moda, l’Italia si distingue nel mondo per i propri prodotti di bellezza e i più amati negli States sono quelli per il trucco, che rappresentano il 30,4% del totale delle esportazioni verso gli USA per un valore di oltre 127 milioni di euro (+ 19,3% rispetto al 2016). Al secondo posto la profumeria alcolica che supera i 99 milioni di euro (+2,7% ). L’efficacia dei prodotti, la ricerca, l’innovazione e la collaborazione costante fra imprese, università e centri di ricerca, sono gli elementi principali che il mondo riconosce alle nostre imprese. Nel complesso la cosmetica italiana investe in tecnologia, ricerca e sviluppo il 7% del proprio fatturato, contro una media nazionale del 3%. Del resto, le aziende del settore sono molto attive nel campo della ricerca: se la maggior parte delle industrie cosmetiche europee investe fino al 4,5% del fatturato annuo in ricerca, nel nostro Paese la percentuale di investimenti sale al 6%, un valore ben al di sopra della media degli altri settori manifatturieri italiani, che dirottano sulla ricerca circa il 4% dei loro ricavi.
di Chiara Dainese