Dopo i 90 esuberi del 2013, ora a rischio c’è la sede storica di Limoni a Bologna. Secondo quanto riportato da l’Unità, il marchio di profumeria rischia anche il sito di Bentivoglio, a fronte del piano di riorganizzazione del gruppo che nei mesi scorsi era passato anche attraverso un nuovo assetto insieme con La Gardenia. La prospettiva che si delinea oggi, fa preoccupare i sessanta lavoratori rimasti.
Venerdì mattina, come si legge ancora sul quotidiano, l’assemblea ha indetto 32 ore di sciopero, che partirà questa settimana. La decisione è stata spiegata da Fisascat-Cisl ricordando gli esuberi della scorsa estate, di cui la parte commerciale (3o persone) è stata trasferita a Milano, mentre i restanti sessanta addetti sono stati messi in cassa integrazione speciale, e mai più richiamati. Al termine di quella vertenza, poi, il gruppo aveva preso l’impegno di mantenere la sede nel bolognese, che comprende amministrativi e informatici. Ora però sembra che i vecchi accordi non saranno rispettato, così i lavoratori si preparano a incrociare le braccia*.
Anche sul fronte dei negozi la situazione a Bologna romane incerta, perché i sindacati temono che nel 2015 saranno abbassate tre serrande in città.
*Notizia modificata il 10 marzo, alle ore 16.00
L’azienda Limoni SpA tiene a precisare in una nota che, “in riferimento all’annunciato stato di agitazione indetto dalle OOSS provinciali, di concerto con i dipendenti della sede di Bentivoglio, il futuro di detta sede non è definito allo stato attuale e che pertanto è impossibile conoscerne l’evoluzione poiché, come specificato più volte durante gli incontri con le OOSS, tale evoluzione dipenderà esclusivamente da analisi organizzative e tecniche le cui finalità sono il miglioramento dei processi operativi, delle risultanze economiche della società e della massimizzazione dei livelli occupazionali di tutte le società coinvolte nel processo di riorganizzazione”. La società, inoltre, sottolinea che “ha deciso di comunicare le decisioni prese, sia ai lavoratori che alle OOSS, immediatamente dopo averle assunte ed esclusivamente sulla base di dati certi”, per garantire, oltre che la massima trasparenza ed equità, “la possibilità, laddove necessario e laddove tali decisioni impattino sui livelli occupazionali di qualsivoglia struttura, di utilizzare gli ammortizzatori sociali previsti”. L’azienda infine, rinnova a dipendenti e sindacati “la totale disponibilità ad affrontare congiuntamente le tematiche di comune coinvolgimento, al fine di preservare al meglio la continuità del business ed i livelli occupazionali di tutte le società del gruppo”.