Un business model peculiare quello di Unifarco, per cui è anche difficile stabilire se l’azienda sia un terzista o una società proprietaria di marchi o addirittura un retailer. Quello che è certo è che la società per azioni, fondata e formata da farmacisti, sviluppa numeri in crescita: nel 2017 il fatturato consolidato stimato è stato di 84 milioni di euro con un incremento del 23% rispetto al 2016. I tre marchi (Farmacisti Preparatori, Dolomia e Unifarco Biomedical) hanno contribuito rispettivamente per 69 milioni (+13%), 7 milioni (+65%) e 8 milioni (+33%). L’utile ante imposte si attesterà intorno ai 7 milioni di euro.
La difficile collocazione dell’azienda rispetto ai parametri classici del mercato è forse proprio un volano di crescita: Unifarco infatti ha il suo core business in un marchio, Farmacisti Preparatori, che viene venduto ai farmacisti e co-brandizzato con il logo della farmacia, quest’ultimo spesso prevalente nel packaging e nella confezione. Il pubblico finale quindi percepisce il cosmetico come fosse prodotto dalla farmacia stessa. Così Farmacisti Preparatori è una via di mezzo tra un marchio aziendale e una private label. Questa linea di confine non definita porta probabilmente valore aggiunto al business, a cui si aggiunge un modello integrato tra azienda e canale, in quanto l’impresa coinvolge in maniera sempre più strategica le farmacie sul territorio. Unifarco, che è gestita dai 4 soci fondatori con 327 soci farmacisti, e fornisce oltre 4.500 farmacie europee (di cui 2.600 italiane), spiega a Pambianco Beauty la sua organizzazione peculiare: “Abbiamo una struttura che definiamo, con un neologismo, ‘vertizzontale’, cioè un top management ben riconoscibile e con con compiti definiti, ma al contempo al servizio delle farmacie, ciascuna delle quali continua a mantenere la propria indipendenza. Con il network di farmacisti esiste un confronto costante, e insieme a loro vengono delineate le strategie aziendali. Le farmacie costituiscono ‘gli occhi e le orecchie sul territorio’, testano il successo di un prodotto o aiutano a ritarare alcune caratteristiche in relazione ai riscontri avuti dai cittadini, oggi sempre meno consumatori e sempre più consum-attori”.
Tornando ai dati 2017, l’Italia fa ancora la parte del leone nelle vendite di Unifarco (70 milioni circa con un +16% in confronto all’anno precedente) ma è interessante la crescita degli altri Paesi: Germania (+20,5% con un fatturato di oltre 4,6 milioni); Austria (+18% per un fatturato di oltre 4,2 milioni); Spagna (+33% con oltre 4,3 milioni); Francia (con un incremento di quasi il 50% pari a poco meno di 1 milione di euro) e Svizzera, con un +28% pari a oltre 450.000 euro.