L'andamento incerto del lusso si riflette anche sui cosmetici che appartengono alla fascia alta del mercato.
«Dopo l'11settembre il settore cosmetico ha registrato un picco verso il basso dappertutto. A difendersi meglio è il make up. Anche i trattamenti stanno viaggiando bene, mentre a soffrire sono soprattutto i profumi». A parlare è Leonard Lauder, presidente di Estée Lauder, produttore e distributore di make up, profumi e trattamenti del segmento lusso che, quotato alla Borsa di New York, con un fatturato 2001 di 4,6 miliardi di dollari occupa la terza posizione in quanto a giro d'affari dopo L'Oreal e Shiseido.
In America, dove realizza il 50% del fatturato è il primo gruppo nella distribuzione selettiva. A penalizzare i conti dell'azienda quest'anno sono soprattutto il mercato americano e il cosiddetto ‘travel retail business', ovvero le vendite nei duty free e sugli aerei. Complessivamente i primi nove mesi dell'esercizio fiscale 2002, chiusi lo scorso marzo hanno riportato vendite per 3,61 miliardi di dollari, rispetto ai 3,62 del periodo corrispettivo dell'anno precedente, mentre gli utili netti sono scesi del 17% a 237,9 milioni di
dollari.
Nel terzo trimestre dell'esercizio 2002, terminato il 31 marzo scorso le vendite sono salite del 2% a 1,12 miliardi di dollari mentre gli utili netti sono scesi a 50,7 milioni di dollari rispetto ai 65,1 milioni di dollari dello stesso periodo dell'anno precedente.
«Spingeremo sui prodotti che presentano i margini più alti e sugli articoli che vengono usati con più frequenza. Per il prossimo esercizio, che comincia a luglio, ci aspettiamo di fare circa 30 35% del nostro business con nuovi prodotti. Stiamo anche tagliando i costi sul fronte Internet. Dismettiamo parte della gestione tecnologica per darla in outsourcing», conclude il presidente.