Il canale delle profumerie si trova di fronte a una decisiva sfida di riposizionamento. Da tempo (da anni), questo segmento della distribuzione è alla ricerca di una strada che ne consenta un’identità moderna capace di valorizzarne il patrimonio di tradizione. Un patrimonio che, viceversa, sbiadisce a fronte del moltiplicarsi delle alternative, sia a livello retail con l’aggressiva trasformazione delle farmacie, l’avvento dei drugstore e la spinta della grande distribuzione, sia online, con un e-commerce capace di minare alla base il decennale modello di consumo cosmetico. La combinazione tradizione-modernità della profumeria sembra passare obbligatoriamente per una rivisitazione del servizio al consumatore e il punto cruciale è: in quale direzione deve andare questa rivisitazione? Ebbene, non esiste una risposta univoca. Perchè anche il mondo della distribuzione della cosmesi, come altri settori, si trova ad affrontare rivoluzioni strutturali e di comportamento del consumatore che non hanno soluzione di continuità. Si è nella fase della rivoluzione continua. Il vero punto, dunque, è trasferire questa necessità di innovazione permanente al negozio e ai suoi protagonisti. Ben vengano, dunque, gli sforzi e gli impegni presi sul fronte della formazione. Perchè è la leva per consentire alle profumerie di comprendere ciò che avviene attorno, nei clienti, nel contesto, nelle piazze, ma anche nel mondo virtuale, e di tradurlo in innovazione continua all’interno. L’obiettivo della formazione, insomma, deve essere quello di dotare i punti vendita di persone (gestori e staff ) in grado di cavalcare l’immediato. E di rispondere in tempo zero ai mutamenti dei bisogni della consumatrice; se non di creare proposte di novità che, possibilmente, li anticipino. Mai come in questa sfida di modernizzazione, dunque, la formazione ha un valore sostanziale. Assai maggiore del valore di immagine che può essere riconosciuto a un diploma di frequenza, o a un segno di riconoscimento (un bollino) da apporre in vetrina. Il concreto riposizionamento delle profumerie non passa dalla creazione dell’ennesima professione certificata che non pare più un fattore di richiamo del consumatore (anzi, c’è il rischio opposto). Ma passa dalla creazione di una vera e funzionale professionalità, in grado di rispondere alle esigenze del consumatore millennial.
David Pambianco