I pretendenti di Beiersdorf, il gruppo tedesco che controlla il marchio Nivea, dovrebbero finalmente scoprire le proprie carte nelle prossime ore imprimendo una svolta alla gara per il controllo di una società attorno alla quale sembrano concentrarsi non soltanto interessi economici.
Ieri era attesa un'offerta formale da parte di Tchibo, il produttore e retailer di caffè che controlla già il 30% di Beiersdorf, nei confronti della partecipazione del 43,6% ancora in mano al gruppo assicurativo Allianz. Fonti vicine ai negoziati tra le due società hanno parlato di un'offerta superiore ai 125 euro per azione, per una valutazione complessiva di 4,6 miliardi di euro.
Ancora a tarda sera non era però successo nulla e il titolo del gruppo chimico, quotato all'indice M-dax delle società a media capitalizzazione della Borsa di Francoforte, ha registrato uno scivolone del 6% a 107,88 euro. Alcuni analisti attribuiscono l'arretramento al fatto che Tchibo, avendo acquisito il 30% della Beiersdorf prima dell'entrata in vigore della nuova legge sui takeover in Germania, non avrà l'obbligo di lanciare un'Opa totalitaria.
La vicenda è comunque complicata alcuni aspetti e in particolare dalla decisione che vorrà assumere la famiglia Claussen, discendente dei fondatori della Beiersdorf,nei confronti della propria partecipazione del 10%. La Tchibo preferirebbe ovviamente che i Claussen restassero come azionisti di minoranza, per poter disporre di una maggiore flessibilità finanziaria. L'acquisto del 10% la costringerebbe infatti ad un ulteriore esborso, calcolato dagli esperti in circa 1 miliardo di dollari. Le parti stavano lavorando ieri a due possibili soluzioni. Una prevedeva il mantenimento di una quota residua per Allianz e l'altra lo scorporo di una controllata di Beiersdorf nel settore adesivi, operazione attraverso la quale effettuare un parziale swap azionario a favore della famiglia Claussen.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 23/10/03 a cura di Pambianconews