Per adesso, il consolidamento non altera le leadership sul mercato italiano. Eppure, la fase di aggregazioni che si è avviata nella cosmetica mondiale porterà inevitabili conseguenze negli equilibri di forza anche a livello nazionale. Facendo una simulazione sui conti del 2015, non risulta modificato l’ordine di grandezza nelle prime cinque posizioni della classifica delle filiali estere (riportata nel precedente numero di Pambianco Beauty). Troppo distante la dimensione del gruppo L’Oréal (intoccabile al comando con oltre 1,1 miliardi). Rimangono saldi al secondo e terzo posto Avon e Just, grazie alla grande forza distributiva. Resta stabile, in quarta posizione, la divisione italiana di Estée Lauder. Non cambia posizione nemmeno l’azienda al quinto posto: Coty. Però ne sono cambiati nettamente i connotati. La mega operazione che ha portato l’azienda ad aggregare il business beauty di P&G, infatti, si traduce in Italia in un fatturato aggregato che supera facilmente i 100 milioni (la simulazione ha applicato ai valori italiani di P&G il rapporto tra i ricavi cosmetici totali e il fatturato totale del gruppo). Ciò consente al gruppo americano di consolidare la propria posizione, ma non di guadagnare il gradino superiore. È invece al sesto posto che si registra il cambiamento più significativo: qui si inserisce la realtà che nasce dall’unione tra Shiseido e Bpi, con un fatturato complessivo di poco sotto ai 100 milioni. Il gruppo giapponese era al decimo posto, la società francese al tredicesimo. Senza contare che, a breve, la filiale italiana potrà contare sull’apporto del top brand Dolce & Gabbana. Un’altra importante operazione internazionale, l’acquisizione di Elizabeth Arden da parte di Revlon, potrebbe creare un aggregato tra i 50 e i 60 milioni di ricavi, in grado di posizionarsi attorno al decimo posto. Si tratta sempre di teoria, anche perché in Italia Elizabeth Arden continuerà a vivere di vita propria tramite il distributore Beauty and Luxury. Insomma, tutto cambia per non cambiare niente? Non esattamente. Al di là delle simulazioni sui business italiani (dove incidono anche notevoli differenze di perimetro di attività), la serie di integrazioni apre la prospettiva di un consolidamento, di attività o di specifici segmenti, che proseguirà in futuro. Inoltre, seppure le operazioni abbiano lasciato invariata la Top 5, è evidente come si sia ridotta la distanza con le retrovie. Insomma, aumenta il numero di player che ha deciso di allargare le spalle.
David Pambianco