Lo studio pambianco sui fatturati evidenzia andamenti migliori per le realtà territoriali rispetto a quelle nazionali. Il comparto ringrazia l’innovazione e la capacità di moltiplicare la shopping experience.
Andamenti positivi per le catene di profumerie italiane che hanno chiuso il 2015 con risultati in crescita. L’andamento emerge dall’analisi condotta da Pambianco Strategie di Impresa sui fatturati dei principali nomi nazionali e regionali. La ricerca, dove sono stati esclusi i department store e i consorzi, evidenzia che le catene considerate (15 in totale) hanno registrato complessivamente nel 2015 un fatturato di 868,8 milioni di euro, in aumento del 3,4% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, se si scorporano le realtà regionali e nazionali, l’analisi rivela che le prime hanno ottenuto risultati molto più positivi. Le catene regionali (12) hanno infatti archiviato il 2015 con ricavi pari a 297,2 milioni in crescita dell’8,4%, mentre quelle nazionali (3) hanno fatto meno bene, avendo registrato un aumento di fatturato solo di un punto percentuale a 571,5 milioni di euro. “Le catene regionali – spiega l’ufficio studi di Pambianco Strategie di Impresa – vanno meglio di quelle nazionali per una serie di motivi. Innanzi tutto, devono presidiare un territorio più ristretto, cioè una o poche regioni attigue, rispetto a quelle nazionali che si disperdono su tutta la Penisola. In secondo luogo, proprio questa vicinanza a livello regionale porta sia più forza di immagine (conoscenza e fidelizzazione dell’insegna da parte del consumatore) sia facilità di spostamenti e di logistica”. Inoltre, le catene hanno cercato di sviluppare una ‘shopping experience’ sempre più personalizzata e specializzata per coinvolgere sempre sempre più consumatori.
LE 3 BIG NAZIONALI
Le 3 catene nazionali considerate hanno totalizzato nel 2015 più della metà del fatturato dell’intera categoria. Sul primo gradino del podio, Llg Leading Luxury Group, la società che gestisce le profumerie Limoni e La Gardenia, che ha archiviato lo scorso esercizio con un fatturato di 356,7 milioni di euro, in leggera crescita rispetto al 2014, con con ben 50 negozi in meno. “Oggi abbiamo 520 negozi in tutt’Italia che funzionano bene e che crescono – dichiara Fabio Pampani, amministratore delegato di Llg -. Esistono ancora margini di crescita, basti pensare che le nostre beauty lounge presenti in alcune profumerie rendono come ricavi il 20-25% in più di un punto vendita tradizionale”. Ad oggi esistono dieci beauty lounge in Italia, e tra i piani c’è l’intenzione di aprirne “altre 50”. In tre anni la società ha investito 24 milioni di euro nella ristrutturazione e rilancio dei punti vendita. Medaglia d’argento a Profumerie Douglas, con ricavi in Italia pari a 145,4 milioni di euro e oltre 130 profumerie. Proseguendo nella classifica, al terzo posto del podio si posiziona Marionnaud con un fatturato di 69,3 milioni di euro in aumento del 6,8 per cento. Questo risultato è stato generato grazie agli investimenti per migliorare la shopping experience. Così, dopo il cambiamento dell’insegna in Marionnaud Paris e l’inserimento di una vasta gamma di prodotti green, la catena ha lanciato nuovi servizi come il free broadband wi-fi, sistemi per il pagamento con i device mobili, nonché tool per effettuare la diagnosi della pelle, e il servizio click & collect per l’acquisto online e il ritiro in store. top Ten regionali Esaminando i risultati delle 12 principali catene regionali per fatturato, undici hanno concluso l’esercizio fiscale con un incremento delle vendite e quattro di queste a doppia cifra (Pinalli Profumerie, Gruppo Muzio, Estasi, Sabbioni Profumi e G.F. Retail). Al vertice della classifica troviamo Gargiulo & Maiello, master franchisor profumeria con la catena Idea Bellezza Grandi Profumerie (60 punti vendita), con un aumento del fatturato del 6,6% a 58 milioni di euro. L’insegna di profumerie ha stipulato una partnership con Upim, che prevede l’apertura di 40 negozi Idea Bellezza all’interno del department store in tutta Italia. “L’apertura di profumerie all’interno di Upim – racconta a Pambianco Beauty Alessandro Maiello, AD di Idea Bellezza – è per noi molto importante perché ci darà una rilevanza nazionale. In realtà, il progetto di espansione era già iniziato l’anno scorso, quando abbiamo acquisito una piccola catena in Abruzzo, ma la partnership con Upim è un’opportunità di crescita molto rapida. Per noi, Upim è un acceleratore che ci permette di fare velocemente massa critica, ma non ci fermeremo qui. Valuteremo altre opportunità”. Attualmente, sono stati inaugurati 9 punti vendita e altri 2 store vedranno la luce entro l’anno. L’espansione proseguirà nel 2017 con 21 opening, e nel 2018 con l’apertura di altri 10 negozi. Maiello osserva che “quando si concluderà l’apertura delle profumerie nei department store, Idea bellezza diventerà la prima catena nazionale di proprietà totalmente italiana, il cui timone cioè non è in mano né a stranieri né a fondi d’investimento”. Al secondo posto si posizionano le profumerie Pinalli che hanno chiuso l’esercizio 2015 con un giro d’affari di 39,7 milioni in aumento del 23,5 per cento. La catena, che conta 27 punti vendita tra Emilia-Romagna, Lombardia e Liguria, ha appena aperto un punto vendita a Bergamo (ex Bucci) e lanciato una linea di prodotti haircare di proprietà Avivah. La classifica prosegue con la catena EsserBella, insegna di proprietà di Esselunga in crescita dell’1,2 per cento. L’insegna cresce da oltre 10 anni: nel 2006 la catena sfiorava 20 milioni di euro di ricavi, con 116 dipendenti, e nel 2015 ha ragginto i 38 milioni di euro di fatturato con 186 dipendenti. Segue, al quarto posto, Vallesi, i cui ricavi hanno raggiunto i 24,6 milioni di euro (+3,5%). Dietro Vallesi, in quinta posizione, c’è la catena di profumerie Unix, che conta 30 profumerie selettive. La catena, leader in Veneto, ha totalizzato un fatturato a fine 2015 di 24,4 milioni di euro e, per aumentare le vendite, ha in fase di studio una serie di private label di pulizia viso, trattamento e igiene quotidiana. “Con le private label – dichiara Tullio Prevato, AD di Unix – si raggiunge anche quella fascia di consumatrici che solitamente acquistano nella grande distribuzione e nelle farmacie”. Sesta in classifica delle top ten, Profumerie Vaccari, realtà nata a Modena e attiva con 36 negozi, che ha chiuso il 2015 con un giro d’affari di 23,4 milioni di euro in crescita del 7,1 per cento. Segue Gruppo Muzio con ricavi in crescita a 18,8 milioni di euro. Il gruppo Muzio, che conta oggi 33 profumerie tra le migliori di Roma e del Lazio, si pome tra gli obiettivi l’apertura nei prossimi tre anni di 15 profumerie di alto livello. In ottava e nona posizione si classificano Beautyprof e M&G 1952 con ricavi rispettivamente a 18,6 e 17,2 milioni di euro. Chiude, in decima posizione Estasi che nel 2015 ha registrato un giro d’affari in aumento del 13,8% a di 12,2 milioni. Estasi profumerie è una catena nata nel 1993, la cui sede principale è a Mignano Monte Lungo in provincia di Caserta. In continua espansione, ad oggi conta 30 punti vendita presenti nelle regioni del Centro-sud: Lazio, Umbria, Molise, Abruzzo, Campania, Puglia e Basilicata.
PICCOLE CATENE CRESCONO
Considerando le prime cinque catene per crescita percentuale del fatturato, al primo posto si trova G.F. Retail con un’accelerazione dei ricavi del 71,1% a 9,3 milioni di euro, best performer del 2015. Questa crescita è stata generata grazie all’acquisizione di tre nuovi punti vendita che ha portato la catena siciliana di proprirtà della famiglia Ferreri a 15 punti vendita. Al secondo posto c’è Pinalli Profumerie con un’aumento del fatturato del 23,5% a 39,7 milioni di euro. Segue Sabbioni Profumi, la più grande catena romagnola di profumeria con ben 15 punti vendita, che ha fatto un balzo in avanti dei ricavi del 15,8 per cento. Quarta in classifica Estasi che cresce del 13,8 per cento. Alle spalle, in quinta posizione, il Gruppo Muzio che ha fatto un balzo in avanti dei ricavi del 10,6 per cento.
di Chiara Dainese