Intercos, terzista italiano del make-up, ha fatturato l’anno scorso 409 milioni di euro (con ebitda margin al 15%) e si appresta ad archiviare il 2016 a oltre 460 milioni di euro. Lo ha rivelato a Pambianco Beauty Dario Ferrari, che ha fondato l’azienda 44 anni fa e che oggi dispone del 57% del capitale azionario (il 43% è del fondo Catterton). “La vera concorrenza – sottolinea – non arriva dall’Italia ma dal resto del mondo. E in particolare dall’Asia. Per noi questo mercato è particolarmente strategico: contiamo 5 stabilimenti nel continente, di cui 4 in Cina e uno in Corea, quest’ultimo attualmente in costruzione”. Il patron di Intercos stima di raggiungere a fine 2016 in Asia un fatturato di circa 120 milioni di dollari, con l’obiettivo per il 2020 di arrivare a oltre 220 milioni di dollari. “Abbiamo rilevato il 20% della coreana Hana – continua – e stretto una joint-venture con il retailer Shinsegae, quotato alla Borsa di Seoul. Shinsegae appartiene a Samsung, è un colosso, e il fatto che abbia scelto noi al posto di un produttore coreano ci ha riempito di soddisfazione”.
Con queste premesse, non sorprende che Ferrari voglia sbarcare sulla Borsa di Seoul. L’informazione di una prossima Ipo gira in rete da un po’ di giorni. L’azienda, contattata da Pambianco Beauty, non smentisce. A quotarsi dovrebbe essere la holding Intercos Asia, e l’incarico per la preparazione dell’Ipo sarebbe stato affidato a Samsung Securities.
Più volte, negli anni passati, Intercos ha cercato di quotarsi sulla piazza di Milano, ma ha poi rinunciato.
“Nel 2014 abbiamo fatto un roadshow – spiega Ferrari – per presentarci agli investitori e devo dire che mi sono divertito tanto. L’obiettivo quindi è quello di andare in Borsa, ma è ancora presto. Prima dobbiamo fare qualche altro passo, crescere ulteriormente, magari con altre acquisizioni”.